Per l'8 marzo 2017
UN LIBRO
SULLA
TENEREZZA
di Isabella Guanzini
ordinabile presso ibs.it
La
tenerezza, quando è autentica, non sopporta facili definizioni: si insinua con
delicata tenacia tra le grandi virtù civili e la retorica del potere, è ciò che
ci manca per poter vivere e sentire in un mondo finalmente comune. Per questo
parlarne è un’impresa ardua e bellissima. E tanto più importante, oggi, quanto
più la realtà, nella sua opaca pesantezza, si rende indecifrabile,
narcisistica, violenta e sentimentale al tempo stesso.
Da
DeLillo a papa Francesco, da Platone alla Szymborska, da Max Weber a Foster
Wallace, da Recalcati a Mariangela Gualtieri, e, ancora, da Lucrezio a Žižek, da Enea
alla donna senza nome del Vangelo secondo Luca alle cronache dei migranti,
parlare di tenerezza significa parlare di amore, di tempo che passa, di
filosofia. Significa parlare di umanità, di curiosità verso l’altro, di quella
leggerezza profonda che ci permette di intercettare, fra le righe, il senso più
fecondo e creativo della nostra finitezza, della nostra fragilità.
Parlare
di tenerezza tocca molte corde sensibili, smuove affetti ancestrali, evoca l’intensità
della vita del corpo e anche dell’anima. Sfida i predatori e i prepotenti, pone
domande scomode e offre nuove istruzioni, accende piccole, miracolose luci nel
buio annunciando una rivoluzione gioiosa e costruttiva, politica ed
esistenziale. Che ci chiama per nome e allarga lo sguardo al futuro.
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