Luoghi dell'Infinito - eboK n.194 - Speciale: l'uomo della Sindone
Descrizione di Anna Maria Canopi,
badessa del monastero Mater Ecclesiae, Orta San Giulio
Dopo la cacciata di Adamo ed Eva, l’umanità è rimasta con la struggente
nostalgia di vedere il volto di Dio. Di questa nostalgia è pervasa tutta la
Scrittura: «Il tuo volto, Signore, io cerco… Mostrami il tuo volto!» (Sal 27,8;
Es 33,18). Dio si fa percepire presente, ma riserva la visione del suo volto
glorioso a chi, riconciliato con Lui e con i fratelli, entra nel Paradiso
celeste. Tuttavia l’eterno Padre si è fatto vicino, vicinissimo all’uomo
inviando nel mondo il Figlio come sua icona vivente. Gesù stesso all’apostolo
Filippo che gli chiedeva di poter vedere il Padre, rispose: «Chi ha visto me,
ha visto il Padre» (Gv 14,9). Viene ovviamente da esclamare: beati gli occhi
che videro Gesù! Ma, come dicono i Padri, questa beatitudine non ci è preclusa,
perché lo sguardo della fede penetra già nelle profondità del Cielo. Tuttavia,
Gesù è venuto incontro a questo nostro desiderio in modo davvero sorprendente.
Anche se in quel tempo non si conosceva la tecnica della fotografia, Egli ci ha
lasciato una riproduzione fedele del suo volto misteriosamente impresso sul
lino con cui lo avevano coperto nel sepolcro.
La Sindone è una foto straordinaria, anzi, molto più che una foto, e anche
più di un ritratto, perché non è dipinta da mano d’uomo, ma dallo Spirito, a
caratteri di sangue (cf. 2Cor 3,3). Essa ci permette di vedere non solo i
tratti nobilissimi del volto di Gesù, ma anche i segni della sua Passione,
ponendoci quasi Il volto dell’amato davanti al Figlio di Dio glorificato sulla
Croce. Di Lui il Salmista aveva profeticamente cantato: Tu sei il più bello tra i figli dell’uomo, sulle tue labbra è diffusa
la grazia (Sal 45,3). Ma il volto della Sindone è quello di Gesù
schiaffeggiato, coperto di sputi, deriso; è il volto dell’Uomo dei dolori davanti al quale ci si copre la faccia
(Is 53,3), tanto il suo aspetto è sfigurato. Eppure quale sovrana maestà
traspare da quel volto! Più lo si contempla, più se ne è attratti. Sì, perché
il volto della Sindone è il volto del Figlio di Dio fatto uomo e morto per
amore. È il volto dell’Amore rifiutato ancora oggi da noi. Contemplandolo,
sentiamo che Gesù ci chiede compassione. E ce la chiede nei mille e mille volti di nostri
fratelli sofferenti, i martiri dei nostri giorni. Sapremo dargliela, come
quella bambina che, guardando la Sindone, scoppiò in singhiozzi come se avesse
avuto realmente davanti Gesù morto? Noi forse preferiremmo vedere solo il bel
volto del Risorto, ma la luce della resurrezione ha la sua sorgente nella
Croce. È là che bisogna guardare, per scorgere la multiforme bellezza di Gesù
che è sempre bello: Bello nei miracoli,
bello nella flagellazione, bello sulla croce, bello nel sepolcro, bello in
cielo (Agostino, En. in Ps. 44,3). Volto di silenzio, che dice amore: volto
sempre adorabile!
Breve nota personale
- Non so
davvero aspirare a vedere il
volto di un Dio (e chiedo venia a chi rimane male di fronte a questa mia nota).
Vedo,
eccome, e con estrema compassione, i
volti umani sfigurati dal dolore patito per sventura o per colpa di
altri; ma sfigurati anche dalle proprie colpe commesse nei riguardi degli
innocenti…- Mio Dio, perché chiedo a Te un perché al dolore e al male del mondo?
- Rifletto: preferisco implorare il Tuo aiuto per riuscire ad amare questo mistero; forse solo allora capirò senza trovare una risposta razionale.
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