FDEI / “16 Giorni
per vincere la violenza contro le donne”
Raccolte circa 5.000 firme per
la campagna contro la violenza di genere della Federazione Donne Evangeliche in
Italia
inserito
da Tiziana Bartolini
Roma, 15 dicembre 2016. Le donne
si impegnano a non subire passivamente le violenze, a diffondere la cultura
della legalità, del diritto e della solidarietà, a lavorare sulla piena
consapevolezza della dignità femminile. Gli uomini si impegnano a non
esercitare o tollerare la violenza contro le donne, a diffondere una cultura basata
sulla parità di genere e ad operare affinché sia rispettata la dignità
femminile.
È il contenuto della petizione lanciata
dalla FIDEI (Federazione Donne
Evangeliche in Italia) nel quadro della campagna “16 Giorni
per vincere la violenza contro le donne”, che ha adottato una originale
collana rossa quale simbolico intreccio dell’assunzione di responsabilità da
parte dei vari attori sociali che agiscono quando si parla di violenza di
genere.
“Sono circa 5.000 gli uomini e
le donne che sinora hanno sottoscritto l’appello - ha spiegato Dora Bognandi
(presidente della FDEI) durante la conferenza stampa tenutasi ieri a
Montecitorio -, un testo che, accanto all’impegno assunto da ciascun/a
firmatario/a, rivolge richieste precise al Dipartimento delle Pari Opportunità
e al governo in relazione ai Centri antiviolenza e ad alcuni specifici
servizi”.
L’appello ha in sostanza due
focus: garantire il funzionamento dei centri antiviolenza esistenti e
aumentarli di numero, organizzare sul territorio servizi e interventi di
carattere sociale e culturale. Infatti se da un lato si chiede alle autorità
competenti di superare “tutti gli ostacoli di ordine burocratico per far
arrivare ai centri antiviolenza esistenti i fondi ad essi destinati” e di
incentivare la nascita di nuove strutture in tutte le Regioni, dall’altro si
sottolinea la necessità di “facilitare il reinserimento socio-lavorativo delle
vittime” e di attivare iniziative di prevenzione “che abbiano come target
specifico gli uomini”.
La voce degli uomini è stata affidata
a Massimiliano Pani (coordinatore del “Gruppo di lavoro sulla violenza
di genere” della Chiesa battista), che ha sottolineato la necessità di un
percorso di riflessione al maschile “perché è sulle radici della cultura
maschilista che occorre lavorare per liberarci di cliché che ci vogliono
prigionieri di stereotipi predefiniti di un certo modo di essere uomini e
donne”. Un percorso che è in atto poiché, ha spiegato Pani, “abbiamo preso
coscienza che come uomini dobbiamo agire nella dimensione culturale. La buona
notizia è che non siamo all’anno zero e che qualcosa comincia a muoversi”.
Della stessa opinione l’on Luigi Lacquaniti (Pd), che introducendo i
lavoro ha parlato di “educazione all’affettività per vincere sulla cultura
patriarcale”.
La campagna è iniziata il 26
novembre e la presentazione delle firme ha segnato la prima fase “di un
percorso che è solo all’inizio” ha detto Mirella Manocchio (presidente
della Chiesa metodista in Italia. All’interno della campagna si inscrivono
molte iniziative che si muovono nello stesso solco, come l’esperienza della
‘Finestra rosa’, realizzata grazie ai contributi dell’8x1000 della Tavola
Valdese. “Accoglienza, ascolto e accompagnamento: sono i pilastri del servizio
a sostegno delle vittime di violenza che si rivolgono al nostro punto di
ascolto - ha spiegato Barbara Oliveri Caviglia, presidente dell’Ospedale
Evangelico Internazionale di Genova - dove due psicologhe sono a disposizione
delle donne che intendono affrontare il percorso di uscita dall’incubo della
violenza”. Estelle Blake, in qualità di coordinatrice “Antitraffico
Umano” dell’Esercito della Salvezza”, ha portato, in questo senso,
un’esperienza consolidata nel tempo.
“Il tratto peculiare di questa
iniziativa è la trasversalità tra varie realtà e vari soggetti: tra Chiese e
confessioni religiose, tra attori sociali e tra donne, oltre che tra donne e
uomini” ha sottolineatola giornalista Gianna Urizio la quale,
coordinando i lavori, ha richiamato l’attenzione sulla necessità di riflettere
in modo più approfondito sul tema del potere che permea tutte le relazioni
umane, nella coppia così come nella politica o nel lavoro.
Del resto uno degli obiettivi
della FDEI, organismo nato nel 1976, è operare per la dignità della donna
superando le disparità che ancora esistono tra i due sessi. La petizione,
ancora in corso, e la campagna rappresentano un fattivo e rinnovato contributo
all’impegno della Federazione.
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