Preti sposati: conciliabile il ministero sacerdotale con
adempimenti matrimoniali. I media rilanciano il tema, spazi su Rai Uno e Canale
5 Nella Bibbia le lettere di Paolo fanno riferimento ai preti sposati
specialmente 1Tm 3,2ss e Tt 1,6 ss.
Roma, 11/11/2016 - 08:55 (informazione.it - comunicati
stampa - varie) Viene recepita nella tradizione l’analogia posta da tali
lettere tra governo della casa e governo della Chiesa. Una buona capacità
coniugale e parentale è un buon indizio della capacità di governare la famiglia
ecclesiale. In qualche modo la logica delle lettere pastorali sembra indicare
che i preti sposati mostrano il carattere familiare della comunità ecclesiale.
Al punto che un criterio di discernimento in ordine alla capacità di governo
del candidato al presbiterato è proprio la sua capacità di essere un buon
marito e un buon padre.
Anche i preti cattolici hanno avuto la possibilità di
avere moglie, ma solo se di provenienza anglicana. Possono tenere famiglia e
dei figli. È quanto affermò nel 2009 la speciale Costituzione Apostolica varata
da Papa Ratzinger.
Il Movimento internazionale dei sacerdoti lavoratori
sposati non accetta la regola che proibisce ai preti sposati cattolici romani
quello che ha concesso e concede ai nuovi entrati sacerdoti anglicani. Una
disuguaglianza difficilmente sanabile, trattandosi per loro non di una
sottigliezza squisitamente teologica ma di un problema, come si dice, di carne
e d’ossa.
II celibato non è un dogma. E mai nella storia ne è stata
rivendicata l'origine divina. Nella Chiesa occidentale si è affermato più per
ragioni pastorali o di opportunità, che per ragioni teologiche e dottrinali. In
certi periodi storici, infatti, era meglio non aver a che fare con i figli dei
preti, per evitare che reclamassero diritti ereditari sui beni ecclesiali. La
Chiesa, quindi, potrebbe un giorno decidere diversamente da quanto avviene
oggi. Non l'ha fatto finora, sebbene se ne sia dibattuto, a lungo, in più
occasioni. Ma il discorso non è affatto chiuso. Anzi, esigenze pratiche come il
calo numerico dei preti in Europa e in altre parti del mondo, potrebbero
riaprire la riflessione, in vista della riammissione nelle parrocchie dei preti
sposati che hanno un regolare percorso canonico di dimissioni, dispensa dagli
obblighi del celibato e matrimonio religioso.
La puntata di #PomeriggioCinque su Canale5 del 7 Novembre
2016 (visibile online http://www.video.mediaset.it/video/pomeriggio_5/full/lunedi-7-novembre_661866.html)
ha affrontato anche il tema dei preti sposati: don Giuseppe Serrone e Albana
Ruci invitati in trasmissione hanno perso la pazienza subito dopo la
ricostruzione artificiosa della loro storia, ricostruzione che ha
indirettamente suggerito una storia tra la coppia precedente alle dimissioni
dal ministero pastorale.
Albana ha alzato la voce in difesa delle donne. Il titolo
che passava in al momento dell'inizio dell'intervista era errato rispetto al
fatto dell'innamoramento di don Giuseppe. "Non siamo stati mai amanti
prima delle mie dimissioni. Nel 2002 questa storia era stata già chiarita e ora
a distanza di 14 anni siamo stati nuovamente in parte diffamati".
Albana e Giuseppe sono impegnati da anni per i diritti
civili e religiosi delle donne e delle famiglie dei sacerdoti sposati e si
battono per la riammissione al ministero dei preti sposati.
Nella puntata la D'urso aveva affermato che Albana e
Giuseppe avevano vissuto insieme da soli in canonica prima delle sue
dimissioni, suscitando la rabbiosa e giusta reazione di Albana che in passato
era stata oggetto di un triste episodio di discriminazione quando alcune persone
(un adulto e dei minorenni) le avevano lanciato contro delle pietre mentre si
trovava a Chia (Frazione di Soriano nel Cimino in provincia di Viterbo).
Il 5 Novembre 2016 don Giuseppe e Albana erano stati
protagonisti in studio a Rai Uno ospiti di #ParliamoneSabato con Paola Perego,
che invece aveva ricostruito correttamente la storia delle dimissioni e del
matrimonio di don Giuseppe (ecco il link alla trasmissione http://www.raiplay.it/video/2016/10/Parliamone-Sabato-1596014b-91b7-4f87-877f-98c3edf90c43.html).
Recentemente anche il TG4 (puntata del 13 Settembre 2016)
aveva raccontato la storia (visibile da qui https://www.youtube.com/watch?v=lRetKR4UjSw).
Nel 2003 "La vita in Diretta aveva affrontato il
tema della storia di don Giuseppe e Albana che avevano fatto una scelta
trasparente e coerente: "Non avendo avuto una doppia vita come prete dopo
le dimissioni - ha affermato don Giuseppe - , ho intrapreso un percorso che mi
ha portato alla dispensa dagli obblighi del celibato e al matrimonio religioso.
Con un percorso regolare previsto dal codice di diritto canonico siamo ancora
dentro la Chiesa - ha concluso don Giuseppe - . Aspettiamo il cambio della
legge ecclesiale che consenta la riammissione al ministero dei preti sposati
che hanno un regolare percorso. La nostra questione, cioè la riammissione dei
preti sposati, è un'altra questione rispetto al celibato dei preti e al
matrimonio dei preti. Il celibato è un valore per chi lo sceglie e lo vive
coerentemente".
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