L'iscrizione di Silvio Berlusconi nel registro degli indagati nell'inchiesta Ruby Ter è una risposta giudiziaria per fermare le riforme in generale e il Cavaliere in particolare, che dopo l'accordo con Matteo Renzi sulla legge elettorale è tornato a "essere protagonista". La nuova inchiesta sulle serate di Arcore piomba così sull'Italicum, gettando nuovo scompiglio sul piano di riforma elettorale nato dalla "profonda sintonia" (cit. Renzi) tra il segretario del Pd e il presidente di Forza Italia.
Raffaele Fitto così commenta la notizia di un Berlusconi di nuovo indagato: "Chiunque abbia occhi per vedere comprende ciò che accade: proprio mentre Silvio Berlusconi si rende protagonista, nell'interesse del paese, di un ambizioso tentativo riformatore elettorale e costituzionale, con un timing scientifico arriva una risposta giudiziaria che ha oggettivamente il carattere di una bomba su quel percorso. È più che mai il momento di difendere la democrazia, il ruolo delle istituzioni e delle forze politiche democratiche, evitando di accettare l'idea che l'italia debba necessariamente vivere in una emergenza dettata dal ben noto circuito mediatico- giudiziario", dice Raffaele Fitto.
Una lettura che, senza sorprese, ritroviamo sulla homepage de Il Giornale, che titola: "Le toghe non mollano, assalto a orologeria". La sostanza delle cose - per il quotidiano - è molto semplice: "lo stesso Berlusconi che l'accordo con Renzi ha riportato alla ribalta della vita politica ora viene riportato alla ribalta della cronaca giudiziaria dalla iniziativa dei pm milanesi. La politica non potrà non esserne condizionata".
Non aggiungo commenti,
ma condivido, a dispetto di un’opinione pubblica [pubblica?] che vuole la fine
soprattutto del NEMICO. Io non sono berlusconiana, ma voglio mantenere integre
le mie opinioni.
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