Buon lavoro al
Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella
La Costituzione, i diritti, le
donne e i prossimi sette anni
inserito da Tiziana Bartolini
Apprezzabile. Apprezzabile e
condivisibile il messaggio che poche ore fa il neoeletto Presidente della
Repubblica Sergio Mattarella ha pronunciato davanti all’assemblea dei grandi
elettori che sabato scorso lo hanno eletto alla quarta votazione. Condivisibile
perché ha chiamato in causa la “comunità nazionale” - bella espressione - nelle
varie articolazioni e nelle varie responsabilità e ruoli riguardanti ogni
parte. Condivisibile perché includente - e non ecumenico - rispetto a soggetti
e protagonisti della scena sociale, quali sono i nuovi italiani. Condivisibile
perché ha sottolineato i disagi e le sofferenze che attraversano oggi l’Italia
senza toni drammatici e di facciata. Condivisibile perché il suo tenere la
Costituzione come punto di riferimento è apparso denso di significati
sostanziali, libero da una lettura retorica e consapevole della necessità di
aggiornamenti dettati dall’incalzare dei tempi. Nella veste di garante della
nostra Carta fondativa si è proposto come custode della possibilità di innovare
senza tradire il mandato dei padri e delle madri costituenti. Ecco, le donne.
Apprezzabile è apparso il suo composto riferimento alle violenze e
discriminazioni che subiscono le donne nel nostro Paese. Sobrio ma di sostanza,
anche quel riferimento, come si preannuncia questo settennato. E va bene,
perché le donne non hanno bisogno di proclami scapigliati, ma di atti
amministrativi concreti e di una nuova cultura che modifichi davvero e nel
profondo le relazioni tra le persone. Le relazioni tra chi ha più potere e chi
ne ha meno. Apprezzabili anche i passaggi in cui ha sottolineato che chi più ha
deve contribuire in più larga misura. Ecco, riequilibrio, valore e idea di
società che può andare bene alle donne che rifiutano la sottomissione come
cifra delle relazioni. Poi l’immagine d una scuola che funzioni e che sia
dignitosa, dell’ospedale che rispetti il malato, dell’ufficio pubblico
efficiente. Signor Presidente, se terrà fede a queste premesse continueremo ad
apprezzarLa. Così come abbiamo apprezzato la condanna per le mafie e
l'illegalità, il riferimento all’Europa della solidarietà, al valore della pace
e la preoccupazione per il pericolo dei venti oscurantisti che la minacciano.
La custodia della democrazia è affidata anche alla libertà di stampa, questione
oggi più che mai aperta per un giornale come il nostro e come tanti altri (no
profit, cooperativi e di prossimità) la cui esistenza è minata nelle sue
fondamenta a causa di tagli ai contributi pubblici per l’editoria. Confidiamo
che nei prossimi giorni arrivi al Presidente Sergio Mattarella il nostro appello affinché tante idee possano
continuare ad essere vive ed ascoltate. Attraverso la nostra voce, ad esempio,
vogliamo da un lato non sottovalutare l’impatto (anche simbolico) delle figure
femminili che hanno accompagnato l’elezione del dodicesimo Presidente della
Repubblica (la presidente della Camera Laura Boldrini e la vice presidente del
Senato Valeria Fedeli), e dall’altro rilevare la totale assenza di donne alla
solenne cerimonia del saluto al Milite ignoto. La fugace apparizione, forse, di
una carabiniera nella carrellata televisiva che riprendeva i drappelli dei
militari in Piazza Venezia non può bastare. Solo per sottolineare che siamo ad
un certo punto del nostro cammino, ma solo ad un certo punto.
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