FATTI E PAROLE 17 ASSOCIAZIONE OPPORTUNANDA
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MIGRANTI
DUE PAROLE
“Migranti”. Termine diventato molto frequente, sia nelle conversazioni, sia sui giornali, sia nelle trasmissioni televisive.
Neologismo? Parola di moda? Eh, no. Termine che indica una realtà diventata drammaticamente attuale. I pareri al
riguardo sono contrastanti, al punto da creare divisioni, sia politiche che personali.
Un tempo il termine usato era “emigranti”, perché eravamo noi a lasciare il nostro paese per andare a cercare lavoro
all’estero, anche “nelle lontane Americhe” (per usare un’espressione del mio amato Collodi, autore di Pinocchio).
Ancora oggi i nostri giovani cercano lavoro all’estero per le gravi difficoltà che hanno qui al riguardo.
Ma il fenomeno di più vasta portata e che si va facendo ogni giorno più drammatico è quello della natura della nuova
emigrazione, proveniente da Sud del mondo. Si tratta di un fenomeno drammatico soprattutto perché riguarda persone
costrette a fuggire dal proprio paese a causa di guerre, di fame, di persecuzioni di vario genere. Lasciano TUTTO,
fidandosi di personaggi disonesti che per cifre esorbitanti offrono un posto stipato su barconi non sicuri, causa molto
frequente di annegamento, di gravi divisioni, di malattie.
Che cosa vuol dire tutto questo per la nostra associazione? Opportunanda non è un centro di accoglienza stranieri, ma
è comunque un’associazione che accoglie quando e come può, in tante forme delle quali abbiamo già parlato nei nostri
precedenti numeri di FATTI E PAROLE.
Come al solito, in questo notiziario, diamo spazio a chi vive la realtà e cercheremo di farlo con tutta la difficoltà che
questo comporta. Ma prima di questo, per rispondere alla domanda che cosa sia cambiato a Opportunanda da quando
l’accoglienza si è aperta inevitabilmente a tanti stranieri, abbiamo intervistato Sergio, nostra “colonna” del Centro
Diurno, presente a Opportunanda fin dalla sua fondazione. E poi saranno alcuni migranti stessi che racconteranno…
L.
Per ulteriori notizie sul tema dei migranti cfr. “oggi su MIGRANTI.Torino.it”
LA PAROLA A…
….Sergio: “Prima del 2012 gli immigrati che frequentavano Opportunanda rappresentavano il 50% degli ospiti del
Centro Diurno. Dopo quella data sono aumentati progressivamente fino ad arrivare, oggi, all’85% dei “passaggi”.
Nonostante ciò non sono stati apportati significativi cambiamenti all’organizzazione del centro, che costituisce un punto
di passaggio o di incontro tra persone appartenenti a gruppi etnici omogenei, assolutamente slegati rispetto a quelli di
altra provenienza.
Il gruppo più numeroso proviene dal Marocco, seguito, fino ad alcuni anni fa, da Sudanesi e abitanti del Kashmir.
Attualmente non abbiamo più registrato presenze di asiatici, mentre sono aumentati gli africani del Senegal, Mali,
Ghana, Congo.
Noi volontari ed operatori incontriamo notevoli difficoltà a comunicare con queste persone, sia per motivi linguistici che
per la ritrosia non solo a parlare di sé, ma anche a rivelare il proprio nome: quasi tutti sono clandestini e temono di finire
nel circuito dei CIE! Ne consegue che gli unici scambi verbali consistono in richieste di semplici informazioni agli
operatori o di denaro al centro di ascolto. Così diventano molto più difficili anche l’accompagnamento e l’aiuto
concreto…
Secondo me, queste persone non cercano in Opportunanda assimilazione o integrazione, ma solo un luogo caldo e
accogliente dove trascorrere una parte della giornata.
Tutto questo se non crea problemi nella gestione del centro diurno, risulta però una mancanza di risorse: solo in
qualche caso isolato, come quello del prossimo intervistato, uno straniero mette a disposizione degli altri frequentatori
conoscenze e competenze”.
…Ismael: “Arrivo dal Perù, vivo in Italia da tre anni e sono venuto a Torino, perché qui si era trasferita la mia mamma
alcuni anni prima. Non ho incontrato grandi difficoltà ad arrivare, perché ho ottenuto un visto regolare. L’unico problema
è stato il costo del biglietto aereo! Ora però il visto è scaduto e non ho potuto rinnovarlo per motivi burocratici. Non ho
incontrato alcun problema di accoglienza e integrazione, sia perché come ho già detto, mia madre mi ha aperto la
strada, sia perché mi piacciono moltissimo la cultura e le città italiane, che ho avuto modo di conoscere. Sono una
persona molto socievole e curiosa, mi piace molto parlare e comunicare e questo mi ha permesso di trovare molti amici
qui in Italia. Sono stato molto aiutato anche dal mio mestiere di parrucchiere, che mi ha messo in contatto con
moltissime persone e mi ha fatto conoscere Opportunanda. Alcuni clienti del negozio in cui lavoravo mi hanno parlato
dell’associazione, con la quale sono stato messo in contatto due anni fa. Da allora vengo qui una volta alla settimana
a prestare il mio servizio gratuito, tagliando capelli e barbe…
Vivere in Italia mi piace molto, non ho alcun desiderio di tornare in Perù, anche perché la mia famiglia è qui. Vorrei solo
poter regolarizzare al più presto la mia situazione, ma per il momento manca la normativa adatta…”
(Facebook: Ismael Cauti)
…Ortense: “Il mio paese d’origine è la Repubblica Democratica del Congo, da cui sono partita sei anni fa per
raggiungere mio marito che si trovava a Torino come rifugiato. Posso dire di aver avuto “tre vite”: la prima , quella
trascorsa con mio marito, grazie al quale non ho avuto alcun problema di inserimento.
La seconda è stata la più triste e dolorosa, a causa della sua morte per la quale ho provato una terribile sofferenza. Da
quel momento sono diventata una “senza dimora”, ho cominciato a girovagare alla ricerca di un riparo, ho dormito
nella sala d’aspetto del pronto soccorso di diversi ospedali… Grazie ad un’amica ho conosciuto Opportunanda e
ho chiesto aiuto a Giacomina, che però all’epoca non ha potuto inserirmi in una convivenza e quindi mi ha fornito solo
l’elenco dei dormitori. Ho quindi iniziato la mia peregrinazione tra un dormitorio e l’altro, mentre la mia salute
sembrava peggiorare. Molte volte la preoccupazione e l’ansia per la mancanza di un riparo mi hanno causato forti
palpitazioni: temevo proprio di essere diventata cardiopatica!
Finalmente, quattordici mesi fa è iniziata la mia “terza vita”: sono stata inserita nell’alloggio di Via Canova e da
allora mi pare sia iniziata una fase positiva: non ho più avuto palpitazioni e da un po’ di tempo ho anche trovato un
lavoro!
Opportunanda è la mia salvezza e voglio molto bene a Giacomina, Vittoria, Claudia a chi frequenta l’associazione…
Mi piacerebbe tornare al mio paese, almeno per rivedere i miei parenti, ma finora non potevo permettermi il costo del
biglietto. Ora che lavoro, cerco di risparmiare per poterlo acquistare. Non voglio però rimanere a vivere lì, perché la
situazione politica è ancora molto critica…
Scriva pure il mio nome sull’articolo: io non ho nessun problema a raccontare la mia storia, soprattutto per dare
coraggio a chi vive situazioni come quelle che ho dovuto affrontare io: voglio dire a queste persone che bisogna
credere e lottare sempre per una nuova vita!”
T.
ACCADE A OPPORTUNANDA
Il mese di dicembre è ogni anno colmo di avvenimenti di vario genere e gli operatori e i volontari sono impegnati in mille
modi.
-Il 1° del mese c’è stata la “festa natalizia” dell’associazione, condotta brillantemente da Gabriella che ha illustrato le
varie attività di Opportunanda, servendosi anche di interviste ai vari protagonisti, mentre su uno schermo scorrevano
delle slide che illustravano ogni cosa. Di tanto in tanto c’era un intervallo durante il quale si esibiva il nostro coro sempre
vivo con tante belle voci e l’accompagnamento della chitarra dell’operatore Andrea.
-Come ormai da sette anni, il 12 dicembre si è svolta al Lingotto la festa “Fiat partecipazioni per Opportunanda”.
L’amico Mario, con la sua grande fantasia, pensa ogni anno nuovi eventi finalizzati a raccolta fondi. Quest’anno: una
vendita all’asta, una lotteria, una pesca di beneficenza, un torneo di calcetto e i soliti banchetti natalizi. La cifra raccolta
ci fa dire “Grazie di cuore”!
-Il 26 dicembre nei locali di una scuola c’è stata la consueta cena di Natale alla quale erano presenti 210 persone. In
tanti hanno collaborato e il menù - agnolotti al ragù, assortimento di arrosti, panettoni, offerti da varie persone - ha
entusiasmato i commensali. Come avviene da alcuni anni, la festa è stata allietata da canti, fisarmoniche, danze…
-I bambini della quinta elementare di questa scuola a novembre erano venuti a trovarci con la maestra per farsi
raccontare che cos’è Opportunanda. In quel giorno c’era il nostro coro e i bambini si erano aggregati a cantare insieme.
Ci avevano detto che cosa avrebbero potuto fare e noi avevamo chiesto cibi di lunga conservazione. Prima dell’inizio
delle vacanze ci hanno portato quanto raccolto: olio, pasta, tonno, legumi, biscotti, raccolti in cento pacchetti.
-A Opportunanda c’è stato anche un mini-cenone di Capodanno con la partecipazione di una trentina di persone.
-Nel mese di dicembre si è svolta la festa dei trent’anni della federazione fio.PSD di cui fa parte anche Opportunanda e
la conferenza internazionale Housing First C’è solo una strada: la casa.
-Rispetto ai percorsi lavorativi, continua l’inserimento nel progetto di reciproca solidarietà presso la casa del Quartiere,
mentre si sta seguendo una borsa lavoro finanziata dalla Compagnia san Paolo.
L.
PROSSIMAMENTE
Stanno riprendendo tutti i laboratori e le cene quindicinali del mercoledì.
Lilli e Almerino sono stati invitati nel prossimo mese di febbraio dalla parrocchia Divina Provvidenza a parlare del
problema dei senza-dimora e dell’attività di Opportunanda.
LE BANCHE FALLISCONO?
GLI INVESTIMENTI VANNO IN FUMO?
INVESTI IL TUO CINQUE PER MILLE
PER L’ASSOCIAZIONE OPPORTUNANDA!
UTILE GARANTITO
PER CHI BENEFICIA DEI NOSTRI AIUTI!
…NOSTRO CODICE FISCALE: 97560450013
ASSOCIAZIONE OPPORTUNANDA Via Sant’Anselmo 21 - 10125 Torino
Centro Diurno: Via Sant’Anselmo 28 Tel./Fax 011-6507306
Sito: www.opportunanda.it e-mail : segreteria@opportunanda.it
Cod.Fisc. 97560450013 - conto corrente postale 29797107
IBAN IT59O076 0101 0000 0002 9797 107
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