LA TRAGEDIA della notte
tra il 3 e il 4 ottobre
Un’isola di gente a mare, questo ci siamo trovati davanti. Grazia e i suoi sette amici di Lampedusa sono stati i primi ad accorgersi di quello che stava succedendo e i primi soccorritori. Ne hanno salvati quarantasette. Tuffandosi in acqua, organizzando una catena umana per tirare a bordo uomini, donne e ragazzi ricoperti di carburante, stremati, che cercavano di restare a galla da almeno quattro ore. Hanno fatto quello che potevano e anche di più. E questo è il suo racconto.
Eravamo andati in otto a fare una notturna, una gita in barca in una notte bellissima, mangiando, pescando. Verso le due abbiamo visto delle luci al largo della Tabaccara. Luci strane. Ma abbiamo pensato a un gommone della Guardia costiera che stava facendo un salvataggio. E siccome a queste cose ci siamo abituati, ci siamo addormentati…”.
Invece era il barcone…
Sì, ma l’abbiamo scoperto solo all’alba. E le luci erano le fiamme dell’incendio.Verso le sei meno un quarto abbiamo sentito dei lamenti, come delle grida, ma abbiamo pensato che fossero uccelli. Poi ci siamo resi conto, abbiamo messo in moto e ci siamo avvicinati.
Quindi il naufragio non è avvenuto sotto costa.
No, e loro hanno nuotato per ore fino a cinque o sei miglia dalla Tabaccara, perché è lì che li abbiamo trovati. Un’isola di gente a mare….
Cosa avete fatto?
Abbiamo chiamato subito i soccorsi. Ma nel frattempo ci siamo messi sotto a salvare quelli che potevamo. Ne abbiamo tirati su quarantasette, tutti vivi fortunatamente. Ci dicevano dei bambini, ma non li abbiamo visti. Erano già tutti annegati. Poi ci siamo dovuti fermare perché tra noi e loro sulla barca eravamo in cinquantacinque. Per fortuna sono arrivati altri pescatori, che per aiutarci hanno mollato a mare le traine. E poi la Guardia costiera.
Quanta gente c’era in mare?
Non lo so, tantissima… uno scempio.
Gli unici che sapevano nuotare.
Sì, tutti allo stremo delle forze. Infatti, molti di quelli che avevamo visto prima, dopo non li abbiamo più visti. E’ stata una gran fatica issarli a bordo, con tutto l’olio che avevano addosso scivolavano da tutte le parti. Ne tiravi su uno, e altri due andavano sotto. Un nostro amico è stato molto coraggioso e si è tuffato. Noi abbiamo fatto una catena umana, anche con le altre barche. Loro erano veramente senza più forze, si abbandonavano. Una scena spaventosa che ci riempie di rabbia…”.
Me la spieghi la vostra rabbia.
A noi ci ignorano, poi succede quello che succede e piombano tutti qua a farsi vedere, invece di trovare prima una soluzione che eviti queste tragedie. E’ una vergogna, una grandissima vergogna.
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