Tento di rispondere qui all'articolo di Monica Lanfranco sul femminismo, pubblicato nel suo blog (la mia inesperienza in campo informatico mi è molto di ostacolo: ma così avviene in un mondo dove, se non sei nata pochi anni fa, non ti ritrovi più: ma ci libereremo così dal modo di essere della parte non acculturata nel modo voluto dalla nostra società?).
Le donne, dice Monica, da me tanto stimata, sono oggi così e così... E fa capire come dovrebbero essere.
Con la forza della mia ignoranza che copre per fortuna un buon cervello, dico che non sono del tutto d'accordo.
Le donne sono così e così, se confrontate col pensiero femminista (e non solo). Ma ci sono donne come me. Ebbene, io sono vissuta nell'oppressione a) della famiglia nella prima parte della mia vita; b) dell'istituto religioso per quindici anni; c) delle donne sposate con preti o in balia dei preti dentro l'istituzione; d) dell'impossibilità di vivere in una mondo libero mentalmente da parametri istituzionali di sorta; e) dalla mia appartenenza al mondo cattolico, che rifiuto e di cui pare non possa fare a meno.
Il femminismo non mi ha mai aiutato a trovare la mia via: mi ha semplicemente imposto i suoi parametri (= paraocchi). Eppure non trovo di meglio e mi affido al meno-peggio.
Sono fatta male io? Non lo metto in dubbio.
Ma so anche che ho un mio modo di vivere Dio-in-me, mediante il quale potrei rendermi utile agli altri; anche in un periodo della vita, che resta tabù per tutti e mi vorrebbe condannata all'isolamento.
Resisterò comunque, come sempre.
Ausilia
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