Idee personali sofferte...
08 ottobre 2013
08 ottobre 2013
a) Stefano Folli sul “Sole 24 ore
Ormai è chiaro
che è questione di coraggio e di capire che il momento è adesso. Parliamo dei famosi moderati
del centrodestra. Hanno la possibilità di dimostrare che esistono,
uscendo allo scoperto domani in Parlamento: quando si tratterà di sostenere un governo
che può non piacere, che commette errori ed è pieno di limiti, ma che oggi
rappresenta un'opzione di serietà europea. L'unica in campo rispetto alla
deriva inquietante di Berlusconi. La conversazione diffamatoria contro il capo
dello Stato diffusa dalla Sette è la conferma che stiamo uscendo dal seminato. Un'avventura
estremista, legata alla parabola di un leader al tramonto, acquista sempre più
connotati vagamente eversivi. A questo punto occorre che il
chiarimento sia autentico e che i celebrati moderati del Pdl dimostrino che non
sono tali solo quando occupano le poltrone. Come diceva un vecchio slogan, se
non ora, quando?
b) Un commento di Maddalena Camera
Carlo De Benedetti si prenota per
mettere le mani sulle frequenze tv di Ti Media con i soldi di Silvio
Berlusconi. Ieri Telecom Italia Media e L'Espresso hanno siglato un accordo non
vincolante per integrare le rispettive società delle reti.
Mettendo insieme i tre multiplex di
Ti Media con i due de L'Espresso (che fanno capo a Rete A) si ottiene, così, un
operatore di rete con 5 «Mux», gli stessi a disposizione di Mediaset e Rai.
Il Mux permette di trasmettere su una
stessa frequenza fino a 5 canali televisivi. E, dunque, su cinque Mux possono
essere trasmessi almeno 25 canali tv. Per questo la società risultante da Ti Media e
L'Espresso è un operatore di rete pronto per divenire una tv a tutti gli
effetti se dovesse cambiare il quadro regolamentare.
Consentendo magari a qualcuno, a esempio alla News Corp di Rupert Murdoch, che
già controlla Sky Italia, di entrare nel mercato della tv digitale in chiaro.
L'ipotesi non è dietro l'angolo, ma è certo che la trattativa tra Ti Media e il
Gruppo L'Espresso, sempre negata, era nell'aria da tempo.
Del resto, anche L'Espresso era dato
tra i possibili partecipanti alla gara per La7, l'emittente televisiva di
Telecom Italia passata, poi, a Urbano Cairo.
Fatto sta che le frequenze di Ti
Media, fino a pochi mesi fa, erano tutt'uno con La7. Tanto che il fondo
Clessidra, di Claudio Sposito, aveva fatto un'offerta, per tutto il pacchetto,
che pur essendo migliore dal punto di vista economico di quella di Cairo, fu
rifiutata a causa dell'opposizione di alcuni membri del cda di Telecom. Il
motivo era proprio la cessione delle frequenze televisive e delle relative
torri di tramissione.
Eppure Sposito aveva messo sul piatto
450 milioni, valorizzando dunque al massimo le reti trasmissive di Ti Media.
Peccato che il cda di Telecom non volesse mollare le frequenze, sopratutto a
Sposito. Meglio il gruppo L'Espresso, dunque. Che ha già in cassa anche i soldi
per l'operazione in quanto Cir, la società di Carlo De Benedetti, che controlla
il gruppo editoriale e anche Rete A, ha appena riscosso i 494 milioni assegnati
dai giudici (e pagati da Fininvest) per la vicenda del Lodo Mondadori.
E anche se la nota di ieri recita che
le reti tv vanno sotto il controllo di Ti Media, il dubbio di una rapida
cessione a L'Espresso, resta. Anche perché Telefonica, che ha appena preso il
controllo di Telecom, dovrà vendere alcune partecipazioni pure per cercare di
raddrizzare la pesante posizione debitoria che può portare Telecom al declassamento
del debito a «Junk» da parte delle agenzie di rating entro novembre. A quel
punto L'Espresso si troverebbe in pole position per l'acquisto.
Attualmente, i due Mux di Rete A
trasmettono i canali dell'Espresso (DeeJay Tv e LaEffe, in collaborazione con
Feltrinelli) e le radio del gruppo. Ma c'è anche Cielo (il canale in chiaro di
Sky) e Focus. Ben più ricco il pacchetto trasmesso dai Mux di Ti Media. Oltre
ai canali di La7 e Mtv vengono trasmessi anche i canali del gruppo Usa
Discovery (come Real Time, Giallo e K2), quelli di Sportitalia e di De
Agostini. Inoltre, Ti Media trasmette anche alcuni canali del gruppo Mediaset
come Italia 2 e Mediaset Extra.
Quanto all'operazione, Ti Media
ribadisce, nel comunicato, che porterà risparmi e sinergie per entrambi i
gruppi. Si sa anche che consigli di amministrazione dei due gruppi hanno
«condiviso i contenuti dell'accordo preliminare approvando la prosecuzione del
negoziato per la definizione di un accordo definitivo, da sottoporre a tempo
debito all'approvazione consiliare».
c) da Libero
Facendo un viaggio tra i superstiti per
vedere cosa rimane della tv di Telecom, si possono annotare sul taccuino l'infedele Gad
Lerner e le arringhe proto-santorine di Corrado Formigli, per il quale è stata
disegnata l'arena di Piazza Pulita. Presto,
a gennaio, tornerà la comicità a senso unico di Sabina Guzzanti (che ricompare
in video dopo un lungo esilio televisivo), mentre ogni sera la rossa (di
capelli, s'intende...) Lilli Gruber ci offre la sua visione delle cose della
politica. La lista non è finita. La rete diretta da Paolo Ruffini ospita anche
Luca Telese e il suo giustizialismo da Fatto Quotidiano (Telese viene affiancato da Nicola
Porro, vicedirettore del Giornale, e una delle pochissime appendici di destra
nella rete). E ancora, su La7, manca ormai poco al ritorno del divano
(rossissimo) di Serena Dandini. Come dimenticarsi poi lo show di Maurizio
Crozza, Italialand, dove di bipartisan c'è ben poco (imitazione di Montezemolo
a parte) e dove tutto il resto è uno spottone celebrativo di Di Pietro, Bersani
e compagni. Insomma, la rete tanto acclamanta per il piglio politically
correct, per i toni pacati e rispettosi, per la visione oggettiva e non
inficiata da interessi di parte, con l'addio di Enrico Mentana si tinge sempre
più di rosso. Cosa resta de La7? Un salottino di comunisti in cachemire (esclusa qualche rara eccezione, tra le quali anche il
'nostro' Gianluigi Nuzzi che ora conduce Gli intoccabili). Per completare un quadretto a tinte rosse mancherebbe
soltanto la pedina più pregiata, il teletribuno Michele
Santoro: alla grande rimpatriata manca soltanto il
paladino. Dunque, buona visione...
3 commenti:
Cara Ausilia,
ho visto questo tuo "no a sinistra" e devo dire che hai portato riferimenti tutti di parte avversa, a parte Stefano Folli che dice e non dice.
Aggiungo che Libero e Il Giornale offrono le notizie per ipotesi e se ne guardano bene dal dire che le cose sono fatte.
Io non sono mai stato per un'informazione di parte e non mi piacciono stampa e media in genere schierati, ma devo dire che in quanto a persuasione occulta il giornalismo di destra è maestro: o informa per ipotesi subdole come gli articoli che ho letto o sbatte il mostro i prima pagina come fece con Boffo per poi scusarsi a posteriori.
E allora di' tu cose di buona sinistra, suvvia! ne ho bisogno, Ausilia
nessuno è imparzile, chi dicedi esserlo mentisce Giulia
Posta un commento