Ricevendo dall'Huffington
Post questi schizzi informativi, li passo ai lettori di questo blog assieme
alle mie osservazioni in rosso
Sarà che tra tacchi
a spillo, coordinati delle signore, arredi, camerieri, e rombare di macchine
blu, il grido sulla fine della democrazia in Italia si è un po' perso. O sarà
che le infinite liti sulle stanze della nuova sede di Forza Italia non danno
certo l'idea della fine del mondo. Ma quello che per il Cavaliere è sicuramente
un momento difficile (dopotutto è lui il condannato) per il resto appare solo
una grande "sceneggiata", un improbabile ressa di aspiranti
protagonisti ,che nel momento più complicato della vita del loro leader
approfittano della luce dei riflettori per conquistare spazio personale.
Fanno
sceneggiata anche i testardi del Pd che non sanno distinguere tra idea di giustizia,
la quale deve essere sempre presente, in qualsiasi orizzonte ci si ponga, ed opportunità
politica: la politica non è né scienza né ideologia, bensì arte del
concreto quotidiano; a me DISPIACE
che questo partito sia divenuto improbabile esercito di un leader che
non c’è, e, se c’è, preferiscono ignorare.
A questo punto è
lecito chiedersi quale sia il disegno, se c'è, del premier Enrico Letta. Perché
ormai è evidente - fin troppo - che il ricatto berlusconiano sul governo
sancisce, di fatto, il capolinea politico dell'esperienza di queste strambe
larghe intese. È per questo che occorrerebbe aprire una fase nuova, chiedendo
al popolo di liberare il paese dal ricatto.
Ecco cosa
vogliono persone della povera sinistra di oggi!
In un suo recente
post Beppe Grillo ha infilato tra le righe una regola nuova di zecca per il
Movimento, una regola che avrà di certo il suo peso nello scenario politico
italiano prossimo venturo. Per la prima volta Beppe specifica nero su bianco
che, in caso di vittoria alle elezioni, il primo ministro indicato dai cinque
stelle sarà una "persona interna".
Ecco cosa
può conseguire alla testardaggine di tutti
Atteso che Berlusconi
sarebbe solo ed esclusivamente uno delle centinaia di migliaia di persone che
beneficerebbero dell'amnistia, ce la faranno i nostri eroi parlamentari a
ponderare bene alla ripresa dei lavori a settembre il testo e il contesto in
cui sono chiamati a prendere una decisione storica?
Sì, forse
c’è da porsi soltanto interrogativi
Si va consumando un
suggestivo balletto tra esponenti ed intellettuali del Pdl e del Pd attorno al
decreto di amnistia o atto di clemenza, varato il 22 giugno 1946 e scritto di
suo pugno dal Guardasigilli, Palmiro Togliatti. E siamo ancora qui: ad una
rivoluzione da fare e che è tale se ed in quanto è cambiamento di una classe
dirigente assai scadente sul piano culturale
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