Leggo dal quotidiano SIR
(servizio di informazione religiosa) i suggerimenti che ci offrono Lucetta
Scaraffia (fertilità), Giulia Paola Di Nicola (partecipazione), Cettina
Militello (sinodalità), Chiara Giaccardi (reciprocità), Paola Ricci Sindoni
(condivisione).
Ecco le parole di papa
Francesco pronunciate in aereo, nel viaggio di ritorno da Rio:
“Una Chiesa
senza le donne è come il collegio senza Maria. E la Madonna è più importante
degli apostoli”. “Credo non abbiamo ancora fatto una profonda teologia della
donna nella Chiesa. Non dev’essere solo lavoratrice, mamma. Così è limitata, né
fare solo la chierichetta, c’è di più! Sull’ordinazione delle donne, la Chiesa
ha detto no, Giovanni Paolo II si è pronunciato con una formulazione
definitiva. Ma ricordiamo che la donna nella Chiesa è più importante di vescovi
e preti”.
Rimando chi ne ha voglia alla lettura diretta dei
suggerimenti delle cinque studiose (li troverà cliccando qui).
Da
parte mia preferisco affidarmi ai suggerimenti della teologa Cettina
Militello per inquadrare
anche la questione femminile all’interno della più generale e urgente riforma
della Chiesa: “c’è molta attesa che Papa Francesco metta in atto la riforma
della Chiesa: il modo in cui si affronterà la questione femminile, verrà di
conseguenza”. “Nella Chiesa va realizzata la sinodalità effettiva, che
riguarda l’episcopato, le Chiese locali, la riattivazione dei meccanismi
dell’organizzazione ecclesiale, tutte questioni ferme ormai da circa 25 anni”.
Per
commentare anch’io le parole del papa, dico anzitutto che bisogna lasciare che lui
si esprima con la sua immediatezza e genuinità, senza pretendere di misurarlo
con i nostri parametri. Invece, per accennare a cosa penso io sulla teologia
femminista, aggiungo una semplice riflessione che nasce dalla mia
autobiografia:
Sono stata fervidamente
femminista, ho difeso il movimento di pensiero con tutte le armi del mestiere,
ma ho avuto le più grandi delusioni proprio all’interno di esso. Non mi sino
mancati riconoscimenti nella pubblicazione delle mie vicende, ma ho visto le
femministe DOC, soprattutto una suora teologa!, morbidamente defilarsi appena
ho cercato di coinvolgerle direttamente nella mia ‘causa’. Ciò ha favorito la
maturazione delle mie idee. Sintetizzo tornando alle frasi del papa.
a) Che significa teologia
della donna? Ho letto come il mio vangelo di donna il testo della Johnson:
Colei che è (anno 1972). Le donne hanno detto tutto quello che c’era da
dire (e da non dire…) sulla fisiologia della donna in rapporto alla fertilità
delle idee, sull’importanza della presenza femminile di Maria nella e per la
chiesa, sul concetto di reciprocità, sugli studi di genere, sulla mancata
condivisione con la parte maschile nella chiesa (e non solo).
Risultati oggi?
Basta guardare a cosa è
avvenuto. Io dico soltanto:
Per favore, non
scarichiamo tutte le colpe sulla chiesa gerarchica maschile o sulla società
maschilista. Lo sappiamo bene: si matura quando, per prima cosa, si comincia a
‘guardare dentro’
E che? dobbiamo
‘ufficializzare’ quanto è stato detto in tutte le salse per rendere proficuo il
semplice dire?
E poi… se una teologia di
genere si dovesse fare, attenzione! Lo stesso papa ammette che il gay ha
diritto di essere quello che è; ed allora perché non promuovere una teologia
dei gay?
Che cosa significa il
termine teologia, se non discorso su Dio? per farlo diventare discorso
femminile su Dio dobbiamo femminilizzare lo stesso Dio, come ho letto e (ahimè)
scritto?
Faccio una confessione: ho
trovato più comprensione da parte di persone di genere maschile che di genere
femminile; ma io non faccio testo perché ho avuto da fare con matriarche.
Tra i risultati nefasti
della storia della consapevolezza circa l’uguaglianza femminile, ci sono
fatti da registrare: donne che lasciano i mariti dopo un matrimonio durato anni
e anni, donne che riducono alla fame i mariti che le debbono mantenere, eccetera.
Lo so bene, c’è il
fenomeno femminicidio. Ma attenzione che già abbiamo i primi sintomi del
maschicidio.
Non aggiungo altro per
ora, perché ho considerazione per i calori estivi che si oppongono alla vostra
lettura e alla mia scrittura. Ne parleremo ancora, almeno attraverso la mia
ottima amica, Giulia Paola Di Nicola che mi ha fatto giungere la pagina
del SIR.
Ausilia
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