Rimando chi abbia
voglia di approfondire l’argomento papa
Francesco e la teologia femminile alla lettura diretta dei testi –clicca
quaggiù- da me consultati dietro l’input ricevuto dalle teologhe. Aggiungo le
mie considerazioni.
1) Nella conferenza stampa di papa Francesco
durante il volo di ritorno da Rio, una prima (in ordine di tempo) osservazione
mi salta negli occhi: come sopporta un papa come lui la ridondanza dei titoli
applicati a lui? Forse ‘non ci può niente’; ma forse sarebbe consono alla sua personalità
tirar fuori il coraggio per negarsi una volta per tutte…
Bella la constatazione
che gli fa onore: c’è sempre il pericolo
di pensarsi un po’ superiore agli altri, non come gli altri, un po’ principe,
sono pericoli e peccati.
Mi spiace che ormai la pensi
diversamente dagli anni Ottanta sul movimento carismatico; allora diceva: Questi confondono una celebrazione liturgica
con una scuola di samba.
Sintetizzo con le mie
parole cosa pensa sul ruolo della donna nella chiesa: lui, di fronte alle severe
proibizioni ecclesiastiche alle donne di accedere a ruoli istituzionali,
dichiara di doversi comportarsi come figlio
della chiesa; nel riconoscere i meriti femminili vuole andare più in là
della Mulieris dignitatem e perciò
incoraggia una esplicitazione teologica
sulla superiorità della donna rispetto al collegio apostolico. Io mi chiedo
seriamente che ce ne facciamo, noi donne, delle esplicitazioni teologiche e del
riconoscimento di una superiorità rispetto al collegio apostolico, se, di
fatto, è questo'ultimo a dettare le leggi.
2) Ivone Gebara, suora del dissenso, non fa che ripetere quanto è stato osservato
da tanti circa la sovrabbondanza della presenza femminile nelle parrocchie
cattoliche, a cui si accompagna l’esclusione ad un organico inserimento delle
donne nei luoghi dove si fa e si insegna teologia in modi rigorosamente
maschili.
Sono d’accordo parzialmente sui sospetti della
Gebara che questo papa si possa
assestare, suo malgrado, su una linea conservatrice
carismatica e più celebrativa nella linea Gospel, anziché dare un impulso
ai movimenti di lotta sociale. Io
ritengo che la donna, dovrà, è vero, liberarsi dalle pastoie antievangeliche,
ma soprattutto ripensare la sua umanità, senza colpevolizzare la cultura
maschile e altresì controllare la propria effervescenza di emulatrice –di
fatto- della cultura da abbattere.
3) Ad Emma Fattorini chiedo: è davvero
convinta che le culture religiose possono
essere preziose alleate delle donne e della loro capacità di costruire
relazioni buone? Sono pronta ad essere lapidata dalle donne se esprimo il
mio dubbio su questo modo di impostare una ricostruzione dell’identità
femminile: dobbiamo piuttosto incoraggiare una sana cultura laica.
4) Cosa chiede il teologo Sequeri alle donne? che debbano essere loro a fare ripartire le storia e la felicità
dell’annuncio? Ho stima per le sue buone intenzioni, avvalorate
culturalmente, ma io vorrei che alle donne non si chiedesse nulla, come nulla esse
debbono chiedere agli uomini. Propongo piuttosto il sederci tutti/e attorno ad
un tavolo.
5) Vittoria Prisciandaro lancia
on line un appello, firmato da laici e sacerdoti, che richiama la centralità di
una Chiesa povera per i poveri, ed
evoca il Patto delle catacombe,
firmato nelle catacombe di Domitilla il 16 novembre 1965 da una quarantina di
padri del Concilio Vaticano II, tra i quali c'era il vescovo Hélder Câmara: Un documento profetico che, se vissuto,
potrebbe aiutare la Chiesa a diventare "serva e povera", secondo lo
Spirito di Gesù. Un testo che probabilmente anche Papa Bergoglio ha ben
presente. Nell'ultima celebrazione eucaristica a Santa Marta prima della pausa
estiva, il 6 luglio, ha voluto proprio mandare questo messaggio: Non bisogna avere paura del rinnovamento
delle strutture. Nella vita cristiana, anche nella vita della Chiesa, ci sono
strutture antiche, strutture caduche: è necessario rinnovarle! Non bisogna
temere la novità che lo Spirito Santo opera in noi! Io sto a guardare come quando da bambina assistevo pensosa ai
discorsi dei grandi. Rimugino e molte cose non le mando giù: ma chi ci
crede che questo papa rinnoverà le strutture della chiesa? Sono d’accordo con
una ventottenne ignara di discorsi di chiesa, che proprio ieri osservava: che cosa vogliono da papa Francesco? è un
papa!
6) La conferenza delle Superiore Religiose
degli Stati Uniti d’America nell’incontro col delegato pontificio è
riproposta da papa Fancesco, anche lui, forse, preoccupato per alcune posizioni
“di femminismo radicale” e di dissenso inconciliabili con il Magistero della
Chiesa. Staremo a vedere. Ma si profila un ridisegno della figura della donna
che ha fatto una scelta forte, entro la quale non dovrà soffocare di regole?
7) G. Ravasi presenta una documentazione, densa a tutti i
livelli, della presenza, spesso ‘oscurata’, della donne nella storia. Naturalmente
è tutto dalla parte delle donne, né fa meraviglia: è caratteristica comune degli
uomini intelligenti. Come è caratteristica di quasi tutte le persone di genere maschile
profondersi in esaltazioni, talora deliranti. Io direi, grazie, ora basta! Fatti e non parole.
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