La politica oggi è ingarbugliata più che mai.
Siamo anni luce lontani dalle posizioni che giornalisti, esperti, parlamentari, gente comune ritengono di poter esprimere, forti del solo PERSONALE PUNTO DI VISTA!
Ha lasciato il segno lo «schema Violante», l'appello lanciato ieri sul Corriere dal
«saggio» del Pd (della commissione sulle Riforme) ad ascoltare i dubbi tecnici
sollevati da giuristi e rivendicati dal Pdl contro la decadenza immediata del
Cavaliere. Come la legittimità di rivolgersi alla Consulta, o di interpellare
la Corte di Lussemburgo. Giacché la legalità, ha ricordato Violante al partito
legalitario, «impone di ascoltare le ragioni dell'accusato». Così, all'indomani del richiamo,mentre il Pdl esulta
con Francesco Giro («Parole incoraggianti che prefigurano un lodo»), in giunta
si avverte una maggiore cautela per evitare strumentalizzazioni.
Intanto Mario
Monti, al Foglio , dice che non troverebbe
«scandalosa» la grazia a Berlusconi «proprio per il ruolo che ha avuto». «La
legge Severino - rimarca Monti - è stata votata a larghissima maggioranza,
anche dal Pdl, nove mesi fa e nessuno sollevò obiezioni di costituzionalità; anzi,
tutti sembravano desiderosi di mostrarsi rigorosi sui criteri di
incandidabilità e decadenza: erano solo ragioni elettoralistiche?». E, pur
riconoscendo «l'eccezionalità del caso Berlusconi», l'ex premier dice: «La sua
condanna non può certo essere cancellata dal Senato, neppure nei suoi altri
effetti di legge». Meglio un provvedimento eccezionale come la grazia.
Ma intanto
cosa fare in giunta? I toni si sono fatti meno
battaglieri. «Nessuno ha mai detto che strozzeremo i tempi o le ragioni della
difesa», assicura la pd Rosa Filippin. Il regolamento è tassativo e stabilisce
una procedura. Al fine di accertamenti eventuali il presidente può nominare un
relatore o un comitato incaricato di fare l'istruttoria necessaria. Servirà a
effettuare verifiche e acquisizioni. Poi si potrà ascoltare l'interessato o la
sua difesa. E al termine si passerà al voto». «Non stiamo parlando - avverte
Rosanna Filippin - di mesi, ma nemmeno di chiudere necessariamente tutto il
giorno 9 settembre. Rispetteremo sentenza, regolamento e procedure». Nessun
contrordine ufficiale, quindi: Berlusconi era e resta al di fuori della legge
Severino. La linea del Pd è votare sì alla decadenza. Ma, come ha precisato
ieri Guglielmo Epifani, «nessun giustizialismo».
Il nodo resta
uno: il rinvio alla Consulta. Entro il 28 Berlusconi potrà
presentare la memoria. Un parere giuridico in tal senso potrebbe essere
allegato a quell'atto. Oppure richiesto successivamente dalla difesa o dal Pdl.
Poi, dopo l'eventuale audizione del Cavaliere, la giunta voterebbe. E, ammesso
che la proposta ottenga la maggioranza, potrebbe rivolgersi alla Consulta.
Secondo Violante potrebbe farlo direttamente: «La Corte costituzionale ha
ritenuto che il procedimento in giunta è
di carattere giurisdizionale». Secondo il presidente emerito della Consulta
Valerio Onida invece occorrerebbe un passaggio in Aula: «La giunta - spiega -
prepara l'istruttoria e fa una proposta che dovrebbe essere in questo caso una
vera e propria ordinanza, con l'indicazione delle norme costituzionali che si
sospetta siano state violate, con la motivazione sulla rilevanza e sulla non
manifesta infondatezza. Poi giudice è l'assemblea». Ma lui pensa che
l'eccezione non sia destinata a essere accolta dalla Corte: «La legge Severino
non stabilisce una sanzione, ma un requisito: per avere un Parlamento
"pulito" si è ritenuto che non debbano esserci condannati».
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