Da il paese delle donne
Il Comune di Roma ha autorizzato corsi di aggiornamento per insegnanti di
scuole materne e asili nido, affidati a SCOSSE
(associazione di promozione sociale) e a ARCHIVIA
(archivi, biblioteche e centro documentazione delle donne) e certa stampa
cattolica e conservatrice ha scatenato una campagna contraria fatta di accuse
violente e richiami a pretesi modelli “naturali”.
E’ proprio vero che la malizia è nello sguardo di chi osserva, legge e
giudica. È il caso del Movimento Militia
Christi (lettera del 25 febbraio 2014) che stralcia alcune frasi dal nostro
progetto di aggiornamento per accusarci di voler sperimentare una educazione
sessuale teorica e pratica su bambini dai due ai sei anni.
Abbiamo approvato e contribuito al progetto, alla cui realizzazione abbiamo
anche partecipato, senza che a nessuna venisse in mente che si potesse giungere
ad una tale interpretazione, sviluppatasi nei meandri di menti evidentemente
tanto circonvolute e distorte da partorire ipotesi non prevedibili.
Più in generale, bisogna dire che la levata di scudi della parte più
conservatrice del mondo cattolico contro un progetto come questo impegnato a
promuovere attraverso le educatrici dei più piccoli la cultura dello scambio,
dell’ incontro, della solidarietà nella differenza, della formazione alla diversità,
lascia davvero sgomenti L’idea di lasciare i bambini e le bambine liberi/e di
crescere affermando ed estendendo la propria identità (anche di genere
sessuale) al di fuori di ogni stereotipo”, offende “l’innocenza dei bimbi” e la
“retta ragione”, scrive il responsabile di Militia
Christi.
Il progetto di contribuire alla lotta contro “l’omofobia interiorizzata e
sociale” (che ha spinto anche recentemente alcuni giovani particolarmente
fragili addirittura al suicidio) indigna Luca Liverani dell’ “Avvenire”
(23 febbraio 2014).
E Radio Vaticana (notizia del 24-02-2014)
aggiunge che è contro natura e contro il Vangelo dare priorità al lato
psicologico su quello biologico e somatico, riproponendo una rigida e
insostenibile divisione fra natura e cultura, cui il mondo cattolico più
conservatore ricorre tradizionalmente nel tentativo di fossilizzare culture e
modi di pensare, in una astrattezza dogmatica più facile da gestire.
Non possiamo fare a meno di chiederci se questa attitudine alla
biologizzazione dell’esistente sia in armonia con una dimensione spirituale e
religiosa della vita. RomaSette
(editoriale del 12-3-2014) definisce l’intenzione di “nutrire atteggiamenti
positivi e rispettosi delle differenze individuali, familiari e culturali”, una
vera a propria ideologia da cui difendersi.
Ma l’implacabile difesa di ogni stereotipo più retrivo e la artificiosa
scissione fra cultura e natura, fra mente e corpo, crea ansia, infelicità,
aggressività. Ed è la continua e spietata riproposizione di tutto ciò che
costituisce una vera battaglia ideologica, giocata sulla pelle di tutti noi,
specie dei più giovani ed indifesi.
Una battaglia ideologica che ha per fine ultimo quello di colpire il sindaco
Marino colpevole, scrive il TempoMobile
del 24-02-2014, di “inaudite” aperture quale quella relativa al registro delle
Unioni civili, che ora, “in una condizione di crisi devastante per le
famiglie”, si permette di finanziare questo corso di aggiornamento per
insegnanti comunali sulla “identità e differenza di genere”.
Beatrice Pisa, Donatella Artese, M.Teresa
Santilli, Gabriella Guidetti, M.Paola Fiorensuoli di Archivia, Casa Internazionale delle
Donne
Lettera già parzialmente pubblicata da Il manifesto - 19|03|14
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