sabato 31 agosto 2013

Riflettendo sui fatti della poitica

Rifletto molto sui fatti della politica.
Invero ritengo prioritari quelli di politica estera, ma quelli della politica italiana sono il microcosmo del macrocosmo mondiale.
Affronto questi ultimi con molto sussiego perché nella realtà italiana, confusa e, direi, apocalittica, c’è da sperare in un ossimoro, cioè nel fare un buco nell’acqua, nel provarci, pur ritenendo che non serve a nulla. [Certamente non voglio convincere nessuno: trovo odioso il termine convincere, che indica una costrizione al proprio parere].
Berlusconi dunque.
Gli appartenenti alla cosiddetta destra vogliono far trionfare il principio della convenienza; gli appartenenti alla cosiddetta sinistra assumono come orientativo, anzi assolutamente orientativo, il PRINCIPIO (o quello che significa).
Dietro destra e sinistra c’è una piccola folla di piccoli e, in quanto tali pieni di sicumera: e guai a porsi alla pari.
Le frasi che riassumono in maniera approssimativa gli atteggiamenti di questi due schieramenti si basano su due principi.
a) PER LA DESTRA: non si può ignorare il popolo che la vota; la democrazia è governo del popolo.
PER LA SINISTRA: un popolo non può fondare il principio su cui si regge la stessa democrazia.
Come si può notare, il termine DEMOCRAZIA è usato in entrambe le parti. E, se io dovessi cedere alla tentazione di schierarmi, darei ragione ad una delle due, ma mi freno dal dichiarare quale.
Dunque democrazia! Quale? Ecco un quadretto che potrete consultare in google:      
Marsilio da Padova
Platone e Aristotele convergono
Per entrambi i filosofi si può chiamare legge soltanto ciò che è strutturalmente giusto e pertanto morale; ma se la legge della polis vacilla nella parzialità, non si può  contare su di essa; il principio su cui si regge è falsamente etico; bisogna fare appello all’agire secondo convenienza, poiché nulla è strutturalmente giusto e pertanto morale.
Torniamo indietro, ad Eraclito
Eraclito scriveva in uno dei suoi frammenti: tutte le leggi umane, invero, vengono nutrite da una sola legge, quella divina: essa prevale, difatti, quanto vuole e basta a tutto. Cioè la legge divina è come il fondamento e la radice (nutre) delle leggi umane; queste saranno leggi autentiche – secondo verità – se sono conformi alle leggi divine, e tale conformità le rende giuste e morali.
e a Tommaso d’Aquino
il quale citare Cicerone, De re publica, III, 22, 33:
Vi è una legge vera, ragione retta conforme alla natura, presente in tutti, invariabile, eterna, tale da richiamare con i suoi comandi al dovere, e da distogliere con i suoi divieti dall'agire male... A questa legge non è possibile si tolga valore né è lecito che in qualcosa si deroghi, né essa può essere abrogata; da questa legge non possiamo essere sciolti ad opera del senato o del popolo... Essa non è diversa a Roma o ad Atene, non è diversa ora o in futuro: tutti i popoli invece in ogni tempo saranno retti da quest'unica legge eterna e immutabile; ed unico comune maestro, per così dire e sovrano di tutti sarà Dio; di questa legge egli solo è l'autore, l'interprete, il legislatore; e chi non gli obbedirà rinnegherà sé stesso, e rifiutando la sua natura di uomo, per ciò medesimo incorrerà nelle massime pene, anche se potrà essere...
Tommaso aggiunge di suo:
Accade a volte che qualche precetto, che è per il bene della moltitudine nella maggior parte dei casi, non sia conveniente ad una persona, o ad una situazione determinata, perché impedirebbe qualcosa di migliore, oppure comporterebbe qualche male
…..
colui che ha il potere di governare la moltitudine, ha il potere di dispensare dalla legge umana in quelle cose che dipendono dalla sua autorità: al fine di concedere il permesso di non osservare il precetto della legge, alle persone e nei casi in cui la legge viene meno al suo obiettivo.

Da parte mia ho solo timore che non siamo, né voi né io, in grado di rivedere le nostre posizioni, perché diamo ad esse un carattere di assolutezza, mentre la nostra natura di creature ci ha collocato nel tempo transeunte.
Cerchiamo l’ancoraggio al DIAlOGO se abbiamo umiltà intellettuale.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Cara Ausilia,
personalmente non ho più una identificazione in quegli schieramenti che si definisco "destra" o "sinistra". La mia personale storia è di persona che è cresciuta nell'ambito di quello che era la sinistra, ma che oggi si sente fondamentalmente "INGANNATA".
In questi ultimi anni ho lavorato ad una profonda analisi del sistema, ed in particolare - a partire dal famoso 11 settembre - ho visto nel sistema una grossa e ben congeniata manovra biopolitica.
A partire dalla visione dell'azione politica internazionale fino a guardare alcuni aspetti di politiche nazionali (Spagna, Grecia ed Italia), non mi sento più di definire coloro che governano questi paesi come degli "incapaci", piuttosto li sto definiendo come degli esecutori consapevoli di un processo di destrutturazione operato attraverso quello che, lo stesso Mario Monti, ha definito followship.
L'attuazione del loro programma, trova nel progetto di Gelli, uno dei suoi aspetti attuativi, soprattutto nella demolizione dell'impianto culturale della società.
Ogni termine necessita di essere risignificato, riportato al proprio senso, per ricostruire culturalmente un altro modello di società e di sistema, e questo può essere fatto solo attraverso uno sforzo titanico a livello culturale.
A fine settembre farò un convegno dibattito assembleare sul concetto di autodeterminazione, promosso dal Movimento Italiano Autonomo, e se sarà di vostro interesse vi invio il documento base di discussione.
Un abbraccio
Darianna