Un articolo di CATIA
IORI nel sito Noi donne
Donne che se ne vanno
Le donne di quaranta anni cercano di fuggire. Quelle più
giovani sono ancora alle prese con madri troppo invadenti o del tutto assenti.
Le
donne di quaranta anni cercano di fuggire. Quelle più giovani sono ancora alle
prese con madri troppo invadenti o del tutto assenti. Quelle che hanno toccato
gli “anta” invece maturano scelte di autonomia, percorsi di crescita solitaria
o anticonformista. Ce n’è per tutti i gusti, dalla mamma tutta casa e famiglia
che si apre un varco tra corsi di fitness e nuove esplorazioni del proprio
vissuto a quella “tutta carriera e marito” che reinventa il proprio tempo
perché la crisi la costringe a guardarsi finalmente dentro e a scoppiare di
noia a dire sempre di sì a un capo spesso più ignorante ma altero, arrogante
quanto basta per piegarla ai suoi “finiti” saperi. Insomma tira un’aria nuova,
meno inquinata se vogliamo, ma aperta all’imprevisto. Non parliamo poi del
rapporto con la fede cattolica. Mentre nella generazione 1970 (le attuali
neoquarantenni) le differenze di genere non sono più vistose come in
precedenza, vi è un allineamento dei comportamenti maschili e femminili per la
generazione 1981. Insomma “piccole incredule” crescono e c’è da scommettere che
la cosa non sarà senza conseguenze. La riduzione sostanziale della differenza
di genere, infatti fa presagire un cambiamento epocale per quanto riguarda la
trasmissione della fede di cui tanti parlano in modo pomposo e che invece
poggia su di un terreno sempre più cedevole. Se le donne hanno rappresentato
per secoli la fortezza silenziosa della Chiesa Cattolica, dimostrandosi grandi
e leali alleate del clero (tanto che qualcuno ha parlato di una vera e propria
femminilizzazione della Chiesa) che ne sarà di una struttura nella quale
l’esodo delle donne lascerà dietro di sé un vuoto incolmabile? La questione è
al contempo civile, politica, culturale e religiosa e richiede un ripensamento
repentino e profondo. Come nascondere il fatto che le donne nella Chiesa sono
responsabili di tutto, ma poi alla fine non decidono praticamente di niente?
Come tacere il fatto che si desidera da loro solo un servizio concreto
spicciolo, mentre le decisioni operative restano in mano alla componente
maschile-clericale?
(20 Gennaio 2013)
(20 Gennaio 2013)
COMMENTI (2)
grazie
Catia dell'articolo che condivido pienamente. vorrei capire meglio il
ragionamento che mi interessa molto: perché secondo te la generazione delle
donne nate nel 1981 sono "delle piccole incredule?" come è avvenuto
questo? Grazie, Serena Romano
E'
davvero sconcertante vedere sfilare nei posti del potere uomini uomini uomini.
Le donne parlano e talora in maniera invasiva: nei tribunali in rete mi trovo
quasi sempre dalla parte delle donne.... Come mai? Perché urlare ed imporsi nel
quotidiano è a portata di donne? Forse.
E'
certo che la prepotenza maschile nel pubblico (anche di tipo religioso) è
evidente; e le donne non sanno sgomitare per farsi avanti: ed è bene che sia
così. La donna tipo, come Maria di
Nazareth che 'conservava tutto in cuor suo', è da preservare.
Conclusioni? Da
cercare con umiltà, fermezza, costanza.