lunedì 27 maggio 2013

oggi 28 maggio

Con l’aiuto dell’ascolto delle varie voci provenienti da tutte le parti in gioco nella votazione per l’elezione del del sindaco
Oggi mi pare di aver capito che
la sconfitta del mov5stelle entra nell’ordine di tutte le utopie apparse nella storia.
L’utopia di Grillo di monitorare il sistema operando in seno al sistema stesso è irrealizzabile, se non viene ridimensionata.
Secondo lo slogan dei radicali, bisogna stare dentro e fuori le istituzioni, e ciò comporta il restare minoranza senza efficacia politica, ma anche inserirsi nella tradizione di tutte le utopie storiche, prima fra tutte del Cristo, a cui si fa risalire la frase: IL MIO REGNO NON E’ DI QUESTO MONDO.

Il senso del mio optare per l’utopia di Grillo è questo: dell’utopia (che non diventi ideologia) questo mondo ha bisogno: le stesse ideologie, per evitare la fine inesorabile del loro destino di morte, debbono attingere alla forza utopica. Così come nel nostro quotidiano….

domenica 26 maggio 2013

Risposta modificata all'anonimo

Risposta modificata all'anonimo che lamentava, in un commento al precedente post, un mio mancato commento alla posizione di Don Gallo.
Ci siamo, caro anonimo! Se io critico il mettere l'aureola in testa ad un povero parroco di periferia come don Puglisi, e MI DISPIACE proprio l'aureola, dovrei schierarmi dalla parte di un altro parroco che ha tutta la mia ammirazione per il bene che faceva, e tentare di beatificarlo a mia volta alla cieca?
Non è questa la mia linea, che vuole essere evangelica, ma che non si appella ad un vangelo politicizzato, schierato. Un simile vangelo non riporta mai le parole di Gesù in maniera letterale; è costruito sull'impostazione delle prime chiese cristiane, protese a farsi nuova istituzione contro le logore istituzioni giudaiche. Una chiesa a partire da interessate interpretazioni! Io, munita di strumenti esegetici (che mi limito ad elaborare), nel mio blog CONVERSAZIONI tento di liberare il messaggio messianico di Gesù proprio da interpretazioni di parte.
La Sinistra di don Gallo che fa? Si schiera-contro l'odiato avversario. E' ora che questa parte storica, un tempo meritevole, si metta oggi a  cucire laboriosamente un programma di ricostruzione delle vere ragioni del suo essere.
Ogni periodo storico è destinato ad esaurire le condizioni della politica che un tempo a suo modo reggeva. Sono necessari cambiamenti. Ma questi debbono impostarsi sul riesame delle condizioni STORICHE del passato; non si debbono impaludare nella semplice critica dell'avversario.
Gli schieramenti dovrebbero divenire riposizionamenti secondo ottiche diverse. O vogliamo eliminare la diversità? Qual è "l'Italia giusta" da costruire? Certamente non è quella del popolo della libertà. Ma non è nemmeno quella del partito democratico e forse nemmeno quella del mov5stelle. La giustizia sociale non è giusta senza rispetto per la libertà di chi ha capacità di guadagno e non si chiude negli interessi personali. Da qui la necessità di trovare un terreno d'incontro, che oggi potrebbe essere stimolante per i  partiti che sono più numerosi, ma ugualmente impelagati in ottiche ideologiche. Ricordiamoci che le ideologie della sinistra hanno creato il mostro sovietico, COSI' COME quelle della destra hanno creato il mostro del nazi-fascismo.
Don Gallo era altamente ideologizzato e politicizzato vecchia maniera. Io gli rendo un buon servizio sottraendolo alla beatificazione ecclesiastica e alla beatificazione di una parte del paese contro l'altra.

sabato 25 maggio 2013

BEATO! domenica 26 maggio

Da “Avvenire”  25 maggio 2013
Premetto una mia opinione per timore che la pazienza di chi legge non resista, data la lunghezza dell’articolo:
I toni in cui si esprime ogni articolo di impronta ecclesiale sono i soliti. Condivido il giudizio sulla santità di don Puglisi, ma perché la proclamazione di BEATO??????????????? E perché ogni riferimento a persone ecclesiastiche di potere deve essere accompagnato da temini altisonanti????????
Una risposta me la do anche io: così impone lo stile mondano che assume sempre questa povera (di una povertà non materiale) chiesa cattolica, che di cattolicità (=universalità) non ha nulla. Tutto si corrode in questo mondo, ma la chiesa cattolica ritiene di opporsi alla corrosione attraverso le sue strutture che non potrebbero esere più di potere, di come sono.
Io mi piego al destino gridando come Giobbe, ma le teologhe che riportano articoli come quello di Avvenire da che parte stanno? Si piegano senza gridare?
Si notino l’uso dei caratteri in rosso e le sottolineature che mi appartengono.
Ausilia 

Don Puglisi è beato: «La mafia ha liberato il chicco di grano»

È beato il sacerdote ucciso dalla mafia. Padre Pino Puglisi, per il quale erano inscindibili la passione per Cristo e quella per l'uomo, è stato ammazzato su ordine dei boss Graviano il 15 settembre 1993, nel giorno del suo 56esimo compleanno, e Benedetto XVI ha riconosciuto che l'esecuzione fu "martirio", consumato "in odio alla fede". Oggi la proclamazione della Chiesa, dai toni semplici [!], sulla spinta di un popolo che ha partecipato in massa: almeno centomila persone sul grande prato verde del Foro Italico, davanti all'altare con alle spalle il mare. Si potrà adesso celebrare la sua festa ogni anno il 21 ottobre.
"Accogliendo la domanda del nostro venerabile fratello, il cardinale di
Santa Romana Chiesa Paolo Romeo, e di molti altri fratelli vescovi e di moltissimi fedeli - afferma la lettera apostolica letta dal rappresentato di papa Francesco, il cardinale Salvatore De Giorgi - concediamo che il venerabile Servo di Dio Giuseppe Puglisi, presbitero diocesano, martire, pastore secondo il cuore di Cristo, insigne testimone del suo regno di giustizia e pace, seminatore evangelico di perdono e riconciliazione, sia d'ora in poi chiamato Beato".
L'arcivescovo di Palermo, cardinale Paolo Romeo, nella sua omelia ha detto che il sorriso e l'azione del parroco di Brancaccio, instancabile e gioioso educatore, che nelle strade degli uomini cercava l'incontro e il dialogo, hanno sconfitto Cosa nostra: "Più guardiamo il volto di don Pino Puglisi", di cui durante il rito è stata disvelata solennemente una grande foto, "più sentiamo che il suo sorriso ci unisce tutti. Sorride ancora don Pino. La Chiesa riconosce nella sua vita, sigillata dal martirio in odium fidei, un modello di imitare".  "La mano mafiosa che il 15 settembre 1993 lo ha barbaramente assassinato - ha aggiunto - ha liberato la vita vera di questo 'chiccho di grano', che nella sua opera di evangelizzazione moriva ogni giorno per portare frutto. Sottraeva alla mafia di Brancaccio consenso, manovalanza, controllo del territorio". L'azione "assassina,di prevaricazione e di morte" dei mafiosi "ne rivela la vera essenza". Così ha rilanciato l'anatema-scomunica di Papa Giovanni Paolo II dalla Valle dei Templi: "Convertitevi, uno giorno verrà il giudizio di Dio". Un sacerdote "esemplare, martire della fede e della carità educativa, in particolare verso i giovani: continui a suscitare nella comunità ecclesiale e civile risposte generose e coerenti", è l'auspicio del segretario di Stato del Vaticano, cardinale Tarcisio Bertone. L'eredità, la visione e il 'modello Puglisi', a quasi vent'anni dalla morte di questo prete della gente appaiono tutt'ora poco attraversati. Il cardinale Romeo ne sembra cosciente: "Il martirio di don Puglisi deve essere vissuto con grande responsabilità. Non può essere ridotto a una pietra di museo, ma deve trasformare, interpellare l'intero presbiterio, innanzitutto quello palermitano, tutto il popolo di Dio. Il nostro '3P' deve essere il nostro modello, colui con quale confrontarci per ispirare la nostra azione. È stato pienamente sacerdote. E di fronte a tutto quello che ha fatto nei suoi tre anni a Brancaccio, io mi sento piccolo e incapace. Lui oggi è ancora qui, è ancora con noi a mostrarci la via".
Il martirio del nuovo beato "ci interpella tutti, come comunità ecclesiale, a vincere ogni forma di male", agendo "secondo il binomio che in Puglisi sintetizzò insieme evangelizzazione e promozione umana. Beato martire Giuseppe, il tuo sangue continuerà a fecondare questa Chiesa". "Il giorno dell'omicidio Palermo pianse, oggi è nella gioia perché da quel sangue è nato un popolo nuovo", ha detto il postulatore della causa di beatificazione 
monsignore Vincenzo Bertolone. Don Pino "continua a rappresentare - ha scritto in un messaggio il capo dello Stato Giorgio Napolitano [ecco un ateo devoto DOC] - un esempio per tutti coloro che non intendono piegarsi alla prevaricazioni della criminalità organzzata. Un sacerdote il cui martirio costituisce una grande testimonianza di fede cristiana, di profonda generosità e di altissimo coraggio civile".
"Uno dei miracoli di 3P è stato quello, con il suo sorriso, di fare convertire due dei feroci killer che hanno dato un contributo per la verità e giustizia, anche recentemente, facendo riaprire indagini come quella della strage di via D'Amelio", ha riconosciuto il presidente del Senato Pietro Grasso, ex procuratore nazionale antimafia, che ha aggiunto: "La conversione sincera di Spatuzza e Grigoli ha dato un contributo alla verità. Puglisi è morto per essere stato un punto di riferimento che toglieva aria e territorio ai mafiosi. Il suo omicidio come quello del piccolo Di Matteo sono delitti per i quali la mafia ha pagato e continua a pagare in termini di consenso". 

Al rito erano presenti anche il ministro dell'Interno e vicepremier, Angelino Alfano, il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, il ministro della Pubblica amministrazione, Gianpiero D'Alia. Oltre al sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, al presidente dell'Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, al presidente della Provincia. Giovanni Avanti e ai vertici delle Forse dell'ordine. Alla celebrazione eucaristica, presieduta dall'arcivescovo di Palermo, cardinale Paolo Romeo, hanno preso parte 40 vescovi, 750 presbiteri e 70 diaconi. La liturgia era animata da un coro di circa 250 cantori.

venerdì 24 maggio 2013

I fatti sono tanti ed ingarbugliati: e perciò mi limito a pormi ed a porre delle domande.
a) IL LAVORO
Mi scervello di fronte ad un teorema, fin troppo lineare nella  insipienza con cui è posto.
Nei due malconci tronconi della Sinistra e della Destra che propongono leggi, fa testo, almeno a parole, il dover dare priorità al lavoro, con l'immancabile aggiunta: SOPRATTUTTO AI GIOVANI. Ma che? è meno grave la situazione dei meno giovani, ugualmente senza lavoro? e dove la mettiamo con le famiglie con figli in cui entrambi i genitori hanno perso la loro attività?
Il teorema risulta insolubile perché non ci si chiede: chi dovrebbe dare questo lavoro? lo stato?...... Ammesso e non concesso che i soldi si trovino e che con essi si finanzino opere di utilità sociale, si dimentica la cosa più importante: SENZA ACQUIRENTI NON CI PUO' ESSERE GUADAGNO, quindi stipendi: si tornerebbe subito al punto di partenza, se non accade di peggio......
Non possono essere acquirenti i benestanti se, secondo la miope logica pauperistica, dovranno essere maggiormente tassati; né gli appartenenti al ceto medio, ormai anch'essi costretti a chiudere i loro cantieri di lavoro.
Priva come è divenuta delle idee di un sano concetto di uguaglianza, la Sinistra non sa trovare la via di una social-democrazia di stampo nuovo; mentre la pesudo-destra bastonata per via dei fatti di Berlusconi, non sa ritrovare il vigore morale, nutrito di impegno nel rendere produttivo il danaro per gli interessi di tutti.
Per favore, non si ripeta inutilmente la parola LAVORO!
b) Due pretibreve flash
Mirabile don Gallo! simpaticone con la tua pipa in bocca, ghindato di color rosso, col pugno alzato, lo sguardo ammiccante e l'atteggiamento minaccioso. Sei un bonario maliardo, trascinatore di folle e di aristocratici sinistrorsi. Prete buono e ribelle, affascini  chi ha la tua fede politica e ti fai detestare da chi non la pensa come te.
Ma tu come la pensi? Semplicissimo lo slogan che ti rappresenta:"CRISTO E' DALLA PARTE DEGLI ULTIMI". Per i ricchi, per le strutture di potere, in primis la Chiesa gerarchica, le porte del Cielo sono chiuse.
Desta la mia benevolenza la macchietta che incarni, ma non approvo il tuo slogan, che non è evangelico: Cristo è per tutti, perché è colui che rivela il volto misericordioso di Dio.  Siamo chiamati a seguire le sue orme di donazione senza fragori di sorta, di pacificazione universale, di distacco dai beni della terra, di preghiera costante. 
Mite don Puglisi, sei l'anti-eroe, modesto parroco, instancabile  predicatore della NON-VIOLENZA, sconosciuto ai vicini che, alla tua uccisione, si chiedevano perché ti avessero ucciso dal momento che non facevi nulla di straordinario. Capì la valenza del tuo messaggio educativo la mafia: non bisogna mai rispondere con la violenza alla violenza. E fecero di te una vittima. Sulle orme di Cristo.

giovedì 23 maggio 2013

Per parlarne....


 
Dal blog di Lorenzo Fazio ne Il Fatto Quotidiano

Quando arrivava in casa era una festa. Io ero un ragazzino e lui raccontava di come la curia genovese gli facesse la guerra. Era stata mia nonna a informarci per prima di quel prete strano che faceva delle prediche molto dirette, nessuno ancora lo conosceva, lui diceva messa nella chiesa del Carmine in un quartiere popolare immediatamente sotto al quartiere dei ricchi di Castelletto a Genova. Parlava di poveri, di ingiustizie, di verità, di Gesù come se fosse un uomo tra tanti uomini, “non sembrava un prete”, così un giorno decidemmo con mio padre di andare ad ascoltarlo e rimanemmo fulminati, da quel giorno appena potevamo andavamo da lui e diventammo suoi amici.
Poi venne il giorno dell’anatema e i fulmini del cardinale Siri si abbatterono sul povero Andrea. Gli diedero del comunista e dell’anarchico. “Decidetevi”, diceva “o uno o l’altro”. Ci fu una reazione forte, ormai quel prete coraggioso aveva conquistato tante persone che magari a messa non sarebbero neanche andate. Stiamo parlando dei primi anni settanta quando c’era molto fermento e altri preti avevano osato criticare le gerarchie ecclesiastiche. Si aveva fame di verità e giustizia, come adesso. Finalmente un parroco timido, appartato ma coraggioso lo accolse nella chiesa di San Benedetto al porto e lì cominciò la sua avventura di uomo e prete al servizio di chi ha bisogno di aiuto.
Lui continuava a venire a casa e raccontava, sempre pronto a sorridere anche nei momenti più bui. Rideva del cardinal Siri, della inutile magniloquenza del potere politico, del linguaggio borioso di chi sta più in alto, aveva una passione per mio padre, giornalista de La Stampa, e solidarizzava con lui quando non gli pubblicavano un articolo cui teneva molto, tra loro c’era vera solidarietà. Lo ricordo il giorno di festa delle nozze di mia sorella e il giorno della morte di mio padre, le sue parole calde e fraterne, quelle di un amico caro. E lo ringrazio ancora.
Per me pubblicare i suoi ultimi libri è stato un modo per continuare quel rapporto, e fecondare le idee di quegli anni. Andrea fino all’ultimo ci ha creduto e allora anche io ci voglio credere fino all’ultimo giorno della mia vita in segno della nostra amicizia e fratellanza. Con le sue parole e la sua testimonianza sento che saremo ancora insieme a lottare per un mondo più bello.


martedì 21 maggio 2013

Opinione

OPINIONE ESPRESSA IN
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Quanto afferma la Menapace è interessante e denso come sempre.
Mi permetto soltanto di esprimere il mio forte dubbio che le donne, o almeno parecchie, oggi, non solo stanno perdendo la scienza della vita quotidiana, ma mostrano segni di debolezza nell'appellarsi ad essa, vantando un primato morale sulla parte maschile, rancoroso e vendicativo, che potrebbe degenerare fino al punto di fare smarrire i tesori cumulati. Non dico che debbano perpetuare l'apartheid, ma è ora - in tutti i campi - di smetterla di sostituire ad un primato un altro. Così facendo non si va da nessuna parte.


Il macellaio della porta accanto
Non lo vedevo dal tempo antecedente la formazione del governo Letta. Allora il macellaio della porta accanto era deciso a votare Grillo: i politici fanno tutti schifo, ecetera. Parlava con convinzione ragionata e anche informata, sempre munito di cautela nel voler sapere cosa ne pensi io.
Stamane ho tentato di fargli capire come non bastassie opporsi a tutto quello che di male fa la politica; bisogna, gli suggerivo, proporre un piano concreto di cambiamento; e gli ho fatto presente la critica di Renzi, che mi pare piuttosto convincente. Al che il mio amico sbotta ripetendo le frasi di rabbia che echeggiano nelle piazze: lui ha due figli sposati e senza lavoro e deve dar mangiare a loro e a relative nuore…….
Si sa: quando si ha di fronte l’esasperazione della gente, non ci sono parole che tengano.
Mah! io penso all’ultimo dopoguerra: non si stava meglio di oggi. Eppure non c’era il clima di sfiducia e di disfattismo attuale. Oggi c’è un’atmosfera pesante.
Sintomatico un fatto in apparenza insignificante: mai come ora in televisione ho visto tanti  e prolungati programmi sulla preparazione di cibi. Abbiamo bisogno di riempire lo stomaco vuoto, forse perché gli acidi sono in subbuglio….. E poi i gialli della realtà sembrano un rifugio contro i discorsi logori della politica…. Forse ben pochi hanno interesse per eventi interessanti nel campo della produzione artistica, per i programmi culturali del terzo programma alla rai. Intanto le interviste delle giornaliste (in questo campo le donne ci sono!), tutte faziose, accontentano le persone faziose come loro…. Si salva qualche programma della sera. Niente è davvero rassicurante in una comunicazione dai piedi di argilla. Forse lo è papa Francesco, almeno per le persone ancora non in preda al puritanesimo dei cattolici del dissenso.
Voglio il coraggio di cercare di capire! Di non fare come il Gervaso del Manzoni, il quale nella confusione prodotta nel momento in cui  fu impedito a don Abbondio di sposare i due promessi saltellava di qua e di là e non ricordo più cos’altro di i nsensato facesse.
Il macellaio ha concluso che lui sapeva di non sapere. Toh! Questa la sa.

lunedì 20 maggio 2013

Imbrogli

Premetto ancora una volta che le opinioni da me espresse sono frutto di ascolto attento di quanto si dice nella giornata nei mezzi di comunicazione, sforzandomi di capire almeno qualche cosa.
Ecco la situazione che mi pare emerga:
a) Ci sono, nel governo Letta, molte ambiguità, distribuite, in ambedue le parti principali in gioco, in maniera equivalente.
b) La questione si complica col fenomeno del mov.5stelle e col fenomeno Renzi, che dovrebbero intersecarsi anziché contrapporsi, come invece avviene:
Il movimento mi era apparso attento a monitorare la falsità sistematica dei partiti nel nascondere la verità nell'uso della politica come strumento di potere economico, legato alla questione "uso criptato del guadagno personale attraverso la mediazione delle banche o dell fondazioni, in cui depositare le "offerte" di finanziamento". Renzi potrebbe costituire una speranza sia per liberare lo schieramento di sinistra dall'ossessione antiberlusconiana, sia per dare una mano allo schieramento della Casa della libertà, dove in un primo momento lo stesso Berlusconi, che ieri affermava di stimare la sua posizione di una sinistra social-liberale e che ora forse ha paura di lui (leggi: pericolo sondaggi altamente favorevoli a lui. Forse oggi, senza quelle maledette primarie, non saremmo arrivati dove siamo: la sinistra avrebbe potuto dare una svolta alla sua variegata formazione e Berlusconi si sarebbe potuto "ammansire".
Niente di tutto questo. Il terzo incomodo della politica attuale, costituito dal movimento che rischia di arrotolarsi su se stesso, e lo stesso nuovo personaggio politico sembano non avvedersi delle potenzialità di uno scambio, goffamente tentato da Bersani, complice la sua banda.
Mi ha meravigliato la Gabanelli che, in Report di ieri sera, si è limitata a citare la proposta di Renzi che ha sperimentato l'uso del web come mezzo di trasparenza del finanziamento (registrazione delle entrate con nome e cognome, e della destinazione delle uscite). La brava giornalista ha solo smascherato alcune simulazioni adottate dai partiti nell'affidare le somme ricevute in offerta (!) a fondazioni o banche di copertura, ma nessun progetto di COME FARE.
Quindi per ora buio pesto: si può arrivare a capire ed  a far capire ciò che è marcio, ma ci si arresta qui. Più facile mettere a tacere il movimento ed ignorare Renzi. 
Cosa ne pensate?  

sabato 18 maggio 2013

Il terribile oggi


Ieri, durante la trasmissione “In onda” su la Sette, la mia confusione sulle questioni di oggi si è addensata: una pentecoste all’inverso, cioè la torre di Babele.
Stamane leggo dalla News del sito delle teologhe un articolo sulla  proposta di legge avanzata da Silvana Amati del PD sulla cancellazione di Miss Italia dal palinsesto della Rai e un altro sull’invito rivolto a papa Francesco alle suore: “siate madri, non zitelle”.
Non ho voglia di addentrarmi nell’oscuro mondo della politica di oggi, né di rispondere come si deve al contenuto degli articoli e alle critiche che subito oscurano la fonte della notizia.
Ma mi resta la chiave di lettura di tutto ciò che si agita giorno dopo giorno: TENER PRESENTE CHE ignoramus et semper ignorabimus la realtà (dei fatti e della lettura di essi). Anche perché sullo sfondo incombe sempre il guazzabuglio dell’opinione della gente, la quale purtroppo occupa il posto dell’atroce condizione di chi si suicida o è sull’orlo di farlo. Vorrei riflettere su questo sfondo, ma come si può ricavare una riflessione seria dalla manipolazione dei mestatori di tutto? Come distinguere, in seno all’urlo disperato di chi vive la disperazione, l’urlo provocato dai mestatori? E’ credibile il santo protettore degli oppressi di ogni categoria e la santa protettrice per eccellenza, la comunicazione?
Per chi non si vuole rassegnare come me ad avere un lumicino di comprensione della realtà, non resterebbe da fare altro che fuggire lontano da quella che chiamiamo realtà, correndo nel deserto come hanno fatto gli eremiti in ogni situazione storica emergenziale. Sennonché l’ultima sponda della mia fede religiosa e laica resta ancora CHI SOFFRE.
Nel concreto della politica e dell’antipolitica odierna crolla per me a) la fede nell’utopia grillina, b) quella nella ideologia della Sinistra, c) quella del più che malandato capitalismo che in Italia si rifugia nella comoda maschera dietro la quale si nasconde-difende Berlusconi e gli antiberlusconiani i quali lo onorano della loro contrapposizione.
E così mi faccio vanto di uscire dallo schermo dell’ignoranza, assumendola totalmente: da pazza illusa e in qualche modo veggente.

mercoledì 15 maggio 2013

14 maggio


Quasi una pagina di diario
Di ritratti molteplici e variegati, disgustosi e tempestosi, è sminuzzata, oggi 14 maggio, l’offerta della comunicazione di chi cerca di informarsi.
Potrebbe bastare illustrarne uno qualsiasi per vederlo riprodotto in altre facce dell’unico caleidoscopio.
Ascolto la trasmissione radiofonica in diretta dei lavori del Parlamento nel tardo pomeriggio. La Boldrini sottopone a votazione l’elaborazione di proposte di legge compilate dai gruppi di lavoro e poi riviste dai membri della convenzione. Ciascuna delle proposte viene animosamente rintuzzata da interventi ben articolati da parte degli appartenenti al mov.5stelle. Chiedono che siano evidenziate le modifiche, precedentemente da loro avanzate, per contrastare la chiara impostazione proveniente dai gruppi, interessati a difendere i benefici personali. I movimentisti pretendono che siano rese possibili modifiche atte a rendere tutto trasparente. Subito bloccati! una volta di brutto; ma alle proteste clamorose la Boldrini deve cedere per far finire, almeno, l’esposizione della loro proposta. L’impedimento? Nella fedeltà scrupolosa alle procedure…
Mi invade lo stesso nervosismo degli accaniti utopisti.
Intanto mi balza nella memoria, chissà perché, un rammaricato leit motiv del fondatore dell’Istituto religioso al quale un tempo appartenevo con tutto la slancio della mia gioventù: “non si possono raddrizzare le gambe ai cani”.
Allora mi rifugio nel mio lavoro esegetico sul Vangelo della domenica.
Ahimé! Ritrovo analoghi schemi umani, troppo umani. Ma almeno in questo campo trovo lo spazio per farmi cantare in cuore la preghiera…

domenica 12 maggio 2013


Forse ho ‘afferrato’ l’essenziale per capire il movimento 5stelle attraverso l’intervista a Crimi, condotta dall’Annunziata, la quale è rimasta allibita per le sue risposte: segnale che anche lei, come tanti, non aveva capito:

a) Il movimento si muove in un campo posto fuori dalla logica partitica: è contro OGNI tipo di organizzazione [e direi che a rigor di logica il movimento non avrebbe dovuto nemmeno protestare contro lo sproloquio di stampo elettorale di Berlusconi, dallo stesso Crimi definito ‘contro le istituzioni’]. Dunque via governo fondato sui partiti e, non potendo fare altro, vigiliamo.
b) E’ importante solo il metodo per operare a vantaggio di tutti. Al momento, dato che sussistono partiti, parlamento, senato, gruppi di lavoro eccetera, il movimento si propone di fare la sua rivoluzione, sia mantenendo il vivo contatto tra la gente, sia controllando, monitorando ogni proposta condotta in seno al parlamento, in senato, in ogni altro gruppo di lavoro, sia sottoponendosi ad una estenuante partecipazione ai lavori, sia con l’esemplarità di una condotta ispirata al principio dell’evitazione del pericolo numero uno: la trappola del potere. Tale TRAPPOLA si traduce in trasformazione del servizio in moneta guadagnata e cumulata.

MIA OSSERVAZIONE
Siamo di fronte all’utopia pura. La più utopica delle utopie finora costruite, e cioè la ricostruzione della convivenza sociale sull’unica alternativa: o muoversi sul solco della storia e cercare volta per volta aggiustamenti dei guasti inevitabili in ogni costruzione ideologica (ogni schieramento è di sua natura ideologico: quello dell’interesse personale che ha creato il capitalismo con i suoi continui trasformismi e quello dell’anticapitalismo che ha avuto il suo epilogo nello stalinismo e nel maoismo).
Il forte richiamo di Grillo al radicalismo nell’uso del danaro, è di impronta pauperistica. E proprio il pauperismo fa paura a tutti. Ma potrà DURARE un pauperismo esasperato di fronte ad un mondo ormai globalizzato in mano al potere di questo o di quel paese; che è destinato a vivere conflitti sempre più inevitabili; che omologa e divide tutti e rende, a fin dei conti, inevitabili le guerre? E abbiamo dimenticato che proprio il marxismo con la sua utopia di uguaglianza assoluta contro la meritocrazia liberale ha determinato quello che chiamiamo progresso e dal quale non è esente uno solo dei più rigorosi osservanti dell’idea di uguaglianza [ad eccezione dei mistici autentici, i quali attingono ad una Fonte soprannaturale]? E contraddizioni sono presenti nel grillismo (lasciatemelo definire così): non tanto a causa delle defezioni e relative espulsioni, quanto a causa di quel mostro dalle sette teste ed un solo cervello evocato da Grillo. L’unico cervello!!!! Si può continuare a crederne di averne uno proprio quando l’unico cervello ispiratore si è incorporato nel proprio.
Detto questo, torniamo ai nostri dubbi sul da-fare-oggi……. Cerchiamo di coltivarli senza ripiegare passivamente nelle nostre ideologie, nei nostri scoraggiamenti e quant’altro non offre soluzioni di sorta. 

venerdì 10 maggio 2013

Che fare?

Finisco con l'invidiare chi ci capisce con i fatti del giorno.
Io mi dimeno nel seguente dilemma e appartengo alla terza categoria, dubitando di ogni categoria: 
Prima categoria: Letta sì: per gli iper-realisti, opportunisti, antipolitici, berlusconiani-dentro?
Seconda categoria: Letta no: per i giusti, incorrotti (!!!!!), legati all'ideologia di sinistra, grillini da strapazzo?
Terza categoria: Letta forse: per chi soffre l'atroce sofferenza della crisi e non sa più che farsene di ogni schema? Non sarà la cosa giusta, ma è la cosa di chi darebbe l'anima al diavolo per chi soffre.  

lunedì 6 maggio 2013


DAL SITO NOI DONNE

VALDESI / FERITE, A VOLTE UCCISE: LA CAMPAGNA 8 PER MILLE
È destinato anche a contrastare la violenza di genere l’8 per mille che i contribuenti assegnano alla Tavola Valdese. Intervista a Eugenio Bernardini
inserito da Tiziana Bartolini
Non è la prima volta che abbiamo un’attenzione particolare verso le donne, e quest’anno i fondi derivanti dall’8 per mille dell’Irpef sono destinati a progetti dedicati al contrasto della violenza contro le donne”. A Torino abbiamo incontrato Eugenio Bernardini, Moderatore della Tavola Valdese, in occasione della presentazione della Campagna dell’8 per mille, e gli abbiamo chiesto le ragioni di questa scelta. “Ogni anno scegliamo un tema sentito nella società e che ben illustri l’impegno delle nostre Chiese. L’anno scorso abbiamo affrontato la disoccupazione giovanile e la difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro e quest’anno, con la violenza di genere, poniamo l’accento su un problema assai delicato e di tragica attualità, un problema che attraversa tutto il pianeta e gli strati sociali, e che richiede interventi pressanti”. Non si può non essere d’accordo ed è inevitabile osservare che lo sguardo femminile è ben presente nelle Chiese Metodiste e Valdesi visto che un terzo dei pastori sono donne.
Una vostra decisione assai significativa è quella di destinare il 50% dei fondi raccolti attraverso l’8 per mille a progetti per l’Italia e il 50% a progetti che si realizzano all’estero. Qual è la ragione di questa scelta?
È un criterio che abbiamo assunto sin dall’origine quello di pensare agli altri limitando le risorse destinate al nostro Paese. Il prossimo è colui che incontriamo quotidianamente, però c’è un prossimo più lontano che non va dimenticato. Destinare la metà dei fondi che i contribuenti ci affidano per progetti destinati a realtà disagiate e lontane rappresenta, dal nostro punto di vista, un voler ricordare chi non incontriamo quotidianamente, qualcuno a cui dobbiamo pensare ugualmente con responsabilità anche se non lo vediamo. Queste risorse sono un aiuto alle associazioni che lavorano su gravi problemi, ma sono anche una sollecitazione alla società italiana a guardare oltre, più lontano, di porgere l’attenzione a chi vive in condizioni di difficoltà assai più pressanti rispetto a quelle che viviamo in Italia.
Ci sembra una scelta coraggiosa, anche in considerazione dell’emotività che troppo spesso contraddistingue la generosità degli italiani. Non è scomodo andare contro corrente?
Siamo riusciti a comunicare abbastanza chiaramente nel tempo sia le nostre scelte sia il modo in cui operiamo, e le risposte dei contribuenti sono notevoli: ogni anno cresce il numero di coloro che affidano alle Chiese Valdesi e Metodiste il loro 8 per mille. Il fatto che il numero dei contribuenti sia aumentato di più di 20 volte è diventato un caso di studio. Abbiamo anche un fondo emergenze che risponde a situazioni o calamità improvvise, ma nella maggior parte dei casi cerchiamo di sostenere le associazioni che fanno un lavoro molto profondo verso le popolazioni bisognose nell’intento di renderle indipendenti. Il primo obiettivo che ci diamo è il sostegno a piccoli gruppi di donne, uomini o giovani che vogliono studiare e i riscontri spesso sono positivi. In alcuni contesti, in cui le condizioni sociali e strutturali sono particolarmente difficili, i risultati arrivano con maggiore difficoltà se non si costruisce costantemente, se non si semina ripetutamente. In quei casi occorre evitare interventi episodici e la costanza è la formula vincente. In questi anni ci siamo resi conto della necessità del controllo attento di quello che viene fatto, per evitare dispersione di risorse preziose. Perché la buona volontà è importante, ma bisogna anche verificare che ci sia competenza, professionalità, onestà nella realizzazione del progetto.
Competenza, onestà, professionalità: parole dense di significati. Ma non sono anche chiavi di lettura della sempre rinnovata fiducia dei contribuenti nei vostri confronti?

Non un euro che ci deriva dall’otto per mille è usato dalle Chiese Valdesi e Metodiste per il loro funzionamento, e questo è stato ben compreso. Inoltre comunichiamo e rendiamo conto di tutti i denari che riceviamo fino all’ultimo euro: è possibile tracciare il denaro che entra nelle nostre casse, controllarea chi va e per quali progetti. Questo processo di trasparenza dovrebbe essere un costume per tutti e che molti non hanno, anche nel mondo del no profit. Riteniamo che questa sia una delle chiavi di lettura della fiducia che ci è data e rinnovata. Del resto la nostra Chiesa ha conservato un rigore e una sobrietà che ci è riconosciuta: la nostra è una gestione morigerata e con dignità riusciamo a fare tutto. È una scelta che viene da lontano e che nel tempo abbiamo mantenuto, pur nei cambiamenti evidenti dei costumi e delle abitudini. Se una Chiesa cristiana non è povera, nel senso dello stretto indispensabile e della sobrietà, non è una Chiesa che può servire gli altri. Non è stata una scelta facile, l’abbiamo anche sofferta, ma è condivisa: ogni anno facciamo il punto della situazione e sottoponiamo alle nostre chiese la linea di utilizzo dei nostri fondi e ogni anno abbiamo questa verifica. Questa è un’altra delle nostre caratteristiche: controllo e verifica interna di ogni passo che compiamo.

Oggi la crisi ci impone una revisione profonda degli stili di vita. Come vede il futuro?

Ci auguriamo che insieme alla fuoriuscita da una situazione di impoverimento generale ci sia anche la comprensione che nuovi e diversi valori possono essere un aiuto per tutti, anche per chi è abituato ad avere a disposizione tante risorse economiche. Il futuro lo vedo con preoccupazione. Speriamo di essere all’altezza delle sfide che abbiamo davanti, tutti. Soprattutto in Europa abbiamo grandi responsabilità e dobbiamo ricostruire una speranza basata su una maggiore responsabilità e solidarietà. Il tipo di sviluppo che abbiamo conosciuto sin qui ha mostrato le sue carenze - e dal nostro punto di vista anche i suoi peccati - di cui ora stiamo pagando i prezzi. In futuro speriamo ci sia maggiore equità e attenzione ai valori che contano, valori durevoli della nostra vita: le relazioni umane, il rispetto reciproco, il costruire insieme e l’avere fiducia negli altri. Perché insieme si sbaglia di meno che da soli.

(06 Maggio 2013)

Cattolici e la Bonino


Dal sito delle teologhe
Cattolici divisi sul ministro Emma Bonino
Il giudizio complessivo dei vertici della Conferenza episcopale italiana sul nuovo governo italiano guidato da Enrico Letta è positivo, anche per quanto riguarda le scelte sui singoli ministeri, tranne che nel caso del titolare della Farnesina, Emma Bonino, la cui designazione è stata accolta con fredda sorpresa. La nomina del
nuovo ministro degli Esteri è stata invece definita una «scelta positiva» dai microfoni di Radio Vaticana, che ha intervistato il politologo Antonio Maria Baggio, docente all’Università Sophia di Loppiano (Firenze) e vicino al movimento dei Focolari.
Questo il commento di Baggio sulla presenza dell'esponente radicale: «Vorrei sottolineare, per esempio, l’inserimento della signora Bonino nel governo, posta in un luogo come gli Esteri, che lei ha sempre vissuto in chiave soprattutto di diritti umani e di diritti dei popoli piuttosto che di rapporti tra gli Stati. Anche questa, vorrei sottolineare, è una scelta che a me sembra positiva». Per il politologo cattolico il governo «nell’insieme è un’equipe efficiente che ha saputo mettere le persone giuste nel posto dove possono rendere».
Di tutt'altro avviso è invece Stefano Fontana, direttore dell'Osservatorio internazionale Cardinale Van Thuan sulla Dottrina sociale della Chiesa che in un editoriale pubblicato su la nuova Bussola quotidiana ha scritto: «Va bene (Emma Bonino) è stata Commissaria dell’Unione Europea, dove si occupava dei profughi.
Ma non sembra una cosa sufficiente ad accreditarla agli Esteri. Va bene, a suo tempo i radicali avevano lanciato la famosa campagna contro la fame nel mondo. Ma nemmeno questo sembra sufficiente. La sua carriera politica l’ha fatta in Italia e su tutt’altri temi. È esperta in abolizione delle droghe, in campagne per il suicidio assistito, in aborti aperti a tutte». «E’ vero – continua Fontana – che la Bonino non è a capo di un ministero in cui avrebbe potuto fare devastazioni, come per esempio quello della Salute. Però il ministero degli Esteri ha anche molte competenze in fatto di collaborazione internazionale con risvolti etici molto delicati e importanti. Si sa che l’Europa è la maggiore finanziatrice dell’aborto nel mondo. Si sa che le agenzie ONU stanno promuovendo aborto e ideologia del gender nei Paesi in via di sviluppo.
Sappiamo che spesso i programmi internazionali per lo sviluppo contemplano pianificazione forzata delle nascite compresi sterilizzazione e aborto. Al ministero degli Affari esteri Emma Bonino può dare impulso a queste politiche internazionali disumane ed appoggiare significativamente le già tristemente attive ong e le stesse agenzie delle Nazioni Unite».

venerdì 3 maggio 2013

Messaggio ad Emma


Sono molto speranzosa per la tua elezione.
Il paese attraversa uno dei momenti più difficili della nostra storia: ci si incretinisce tra diatribe, meglio tra contrapposizioni dissennate, e anche i governo Letta rischia di inceppare, anzi di crollare da un momento all’altro.
Non so, Emma, cosa potrai fare, perché è più facile affrontare questioni terribili, ma serie, mentre l’insensatezza è poco curabile. Non sto a privilegiare il tuo incarico perché sei donna capacissima, ma perché conto sul tuo ESSERE AL DI SOPRA delle contingenze. Semmai l’essere donna è valore aggiunto.
Tieni duro, durissimo. Faccela!!!!!
Ausilia Riggi