lunedì 29 ottobre 2012

da www.noidonne.org


Volevo parlare del Sinodo chiusosi ieri sera, ma preferisco per ora riportare questo articolo della Prima pagina Donne / 5 (22-28 ottobre), a cura di Paola Ortensi [Aggiungerei: e chi pensa a chi appartiene ad un genere indefinito?]

Guardando la televisione Venerdì sera, all’interno delle notizie di un TG sul pauroso terremoto del Pollino, una notizia veniva commentata mostrando l’immagine di una donna molto anziana in carrozzella. La donna, che abitava da sola in una casa pericolante veniva trasferita. Dove? Nella notizia non era precisato. A lei dedico la Prima Pagina di questa settimana. A lei, doloroso simbolo di tante donne che stanno vivendo questi terribili giorni di un nuovo terremoto le cui scosse fin ora lievi scopriamo come durino da due anni. Un periodo di paura e preoccupazione fortissima vissuto in solitudine e senza condivisione fino ad oggi.
Spesso le donne come notizia nelle Prime Pagine sono citate come Genere per i loro diritti inesauditi o come gruppo per le loro caratteristiche da approfondire etc..Nello specifico ci fa indubbiamente piacere sottolineare l’elezione negata (per principio e non per le capacità riconosciute del candidato) a Lussemburgo, sia dalla Commissione che dal Parlamento, al candidato Mersch per il vertice della Bce (Banca Centrale Europea), in quanto si reclama un riequilibrio di Genere, in generale, e nello specifico per la Bce il cui consiglio è costituito da 23 membri tutti maschi. La bocciatura, per quanto il Parlamento abbia nel caso specifico, solo un parere consultivo ha un forte valore simbolico e consideriamo costituisca una notizia importante e da seguire nei suoi sviluppi. 
Continuando, non sono mancati avvenimenti e storie di donne citate o evidenziate o intervistate e annunciate in Prima Pagina. Marina Berlusconi, per sceglierne “una a caso”, è scesa in difesa di suo padre di cui elogia capacità, serietà, democrazia e ci spiega come non sia stato compreso per le grandi doti messe a disposizione del Paese. Comprendiamo la figlia ma certo è difficile condividerne le idee della cittadina/imprenditrice. Spesso le donne arrivano agli onori della cronaca purtroppo in rapporto “ai loro uomini” ecco allora alla figlia, nei giorni passati, affiancarsi la segretaria, nello specifico pensiamo alla segretaria di Bersani: Zoia Veronesi. Sarebbe indagata per truffa per avere lavorato, per Bersani appunto, in orario d’altro ufficio. Zoia - che oltre che segretaria è figlia di un ex parlamentare del Pci - e che viene raccontata, da chi la conosce, con una sua forte personalità e professionalità non sembra impressionarsi molto delle accuse e dichiara di non avere nulla da temere e che ciò che rimarrà della vicenda sarà solo il fango che le hanno gettato addosso. All’inizio di questa settimana una notizia terribile, che raccontava di una ragazza nera bruciata in America dal redivivo Ku Klux Klan, è stata poi riconsiderata dicendo come sia stata la stessa giovane ad auto danneggiarsi. Se da una parte ciò ha fatto tirare un sospiro di sollievo sul rischio di veder rivivere il razzismo nella sua forma peggiore, c’è da interrogarsi su quanto, se le cose stanno così, doveva stare male una giovane per arrivare a costruire un avvenimento così doloroso e contorto ..il razzismo che comunque sappiamo bene come non sia certo morto, a Roma ha visto svolgersi un episodio che indigna . Carla Di Veroli assessora di un Municipio Romano e nipote di Settimia Spizzichino, simbolo della brutalità nazista vissuta in un campo di concentramento ma anche della sua energia per la pace esplicata in migliaia d’incontri allo scopo di non dimenticare l'olocausto, è stata fatta segno di pesanti insulti antisemiti su di un sito nazista. Con un giusto riserbo da alcuni giorni è calato il silenzio su Lucia, ferita gravemente la settimana passata dal suo ex ragazzo che ha ucciso contemporaneamente sua sorella. Speriamo sia migliorata davvero, aspettiamo sue notizie e vorremmo comunicarle un po’ della nostra forza per affrontare il dolore o è meglio dire la disperazione per la perdita di sua sorella Carmela. Mi sono soffermata quasi per nulla sulle donne della politica ma ci torneremo prestissimo.

mercoledì 24 ottobre 2012

Dalle comunità di base


Ricevo dalla segreteria nazionale delle cdb d'Italia - segreteria@cdbitalia.it - www.cdbitalia.it  - il verbale della riunione di collegamento delle CdB a Roma il 20 e 21 ottobre 2012  che si è svolto a Roma il 20 e 21 ottobre scorso. [chi desiderasse conoscere gli allegati me lo chieda: temo che piaccia avere la pappa in bocca; preferisco il pane della ricerca del pane duro di un'informazione desiderata].
IO HO RISPOSTO COSI':

Con vivi partecipi sentimenti ringrazio delle informazioni. Mi auguro che dal vostro impegno scaturisca un’efficace azione di NUOVA EVANGELIZZAZIONE, quale la chiesa vuole promuovere, ma restando nel suo immobilismo dottrinale e affiancando il nuovo al vecchio. Giunta ad un’età vicina agli ottanta anni, sono costretta a non partecipare ad un’azione concreta assieme a voi. Mia preoccupazione è, ormai, il modo di mettermi in comunicazione con le realtà intese a promuovere una conoscenza della realtà di Cristo meno legata alla legge, più da scavare dentro le coscienze: vi assicuro, pur nel minimo che posso fare, che la gente meno qualificata intellettualmente è CAPACE di percorrere la via mistica dell’esperienza del Dio-in-noi; e perciò sono in contatto con ‘gente di chiesa’  che ne nutre il segreto desiderio. Sì, le parole di Gesù “Chi non è contro di noi è con noi”, è per me illuminante.
Auguro luce di verità, Ausilia Riggi  

giovedì 18 ottobre 2012

Il terrorismo finanziario


ILL TERRORISMO FINANZIARIO CHE DEVASTA L’EURO(PA), in www.confronti.net mercoledì, 17 ottobre 2012, di Tonino Perna (mio commento inviato alla fine)


Mario Margiocco sul «Sole 24 ore» ha recentemente denunciato «il favore di Moody’s a Wall Street e Obama» e ricordato che nel 2008 gli Usa hanno rischiato la catastrofe finanziaria, e solo gli oltre 3000 miliardi di dollari messi a disposizione dal Tesoro hanno salvato il sistema. E la storia si è ripetuta in tempi recenti, ma con una strategia diversa.Monti ha dichiarato recentemente che «siamo in guerra», ma non ha spiegato contro chi e, soprattutto, chi ha scatenato questa guerra. Per la maggior parte degli italiani la guerra che questo governo conduce è allo stato sociale, ai diritti dei lavoratori, alle conquiste di trent’anni di lotte. Poi, gli stessi italiani si dividono sulla necSiamo martellati ogni giorno da televisione, radio, giornali, internet: tutti sanno bene che «c’è la crisi», ma pochi hanno capito il perché. Da dove nasce? Quali sono i fattori che l’hanno scatenata e quali le responsabilità principali? Come uscirne?
essità o meno di portare avanti questa guerra in nome della salvezza dell’Italia e della sua permanenza nell’eurozona. Ma pochissimi hanno capito da dove sia partita questa guerra finanziaria e come siamo stati coinvolti e travolti. La verità è che non riusciamo più a vedere un film, ma solo una carrellata di trailer, su quello che sta accadendo a partire dalla crisi dei mutui subprime dell’estate del 2007 ed il crollo di Wall Street nel 2008. E non ci rendiamo conto della trama reale dello scontro in atto.

Poco più di un anno fa, infatti, nella seconda metà di luglio 2011, il dollaro perdeva ogni giorno terreno rispetto all’euro. Eravamo arrivati ad un rapporto di 1,45 dollari per un euro e molti scommettevano che si sarebbe superata la fatidica soglia di un dollaro e mezzo per un euro. Il mondo finanziario Usa, dove è localizzato il «cervello» dei principali hedge fund (fondi speculativi) su scala globale, era entrato in fibrillazione. Da Warren Buffett, il plurimiliardario che controlla Moody’s, a George Soros, il filantropo progressista e cinico speculatore finanziario, a Paulson e tanti altri paperoni, che dirigono questa orchestra che viene chiamata «i mercati», avevano tutti paura di vedere la svalorizzazione crescente ed inarrestabile dei loro asset in dollari. Non è un caso che proprio nel mese di luglio del 2011, in contemporanea con la caduta del dollaro sull’euro, è partita la campagna di rating negativi sui Paesi del Sud Europa, a cominciare dalla Grecia. Le tre oligopolistiche agenzie di rating – Moody’s, Standard & Poor’s, Fitch – hanno fatto a gara a colpire i Paesi europei più deboli ottenendo un duplice effetto positivo per i loro padroni sopracitati: far guadagnare i fondi speculativi che scommettevano al ribasso sui titoli di Stato – di Grecia, Spagna, Portogallo e Italia – e far riprendere quota al dollaro e quindi al valore complessivo del patrimonio posseduto dai grandi gestori della finanza, derivati finanziari in testa, «made in Usa».
Il gioco delle parti ha funzionato: il dollaro si è rivalutato sull’euro e nessuno più parla di una nuova moneta di scambio internazionale, come insistentemente avevano posto nell’agenda politica del G 20 i leader dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) dopo il crollo finanziario del 2008. Le tre agenzie di rating, a comando, hanno continuato il loro lavoro «sporco», decidendo di colpire ora uno ora l’altro Paese europeo, e i gestori dei fondi speculativi hanno aumentato il valore dei loro asset in dollari. Il Paese più indebitato al mondo, il Paese che ha inventato il «debito infinito», non poteva permettersi di vedere crollare il dollaro, moneta fiduciaria per eccellenza, bene rifugio nei momenti di crisi. La caduta del dollaro, qualche volta auspicata dai governi nordamericani per rendere più competitive le loro merci, ha scarsi effetti sulla bilancia commerciale a stelle e strisce, perché il processo di deindustrializzazione negli Stati Uniti è partito negli anni Settanta del secolo scorso ed ha fatto registrare una forte accelerazione dalla Reaganomics in poi. Per chiunque governi gli States la tenuta del dollaro, come principale moneta di riserva internazionale, è sacra: in God Dollar we trust!
È da quarant’anni che il mondo finanzia il disavanzo crescente della bilancia commerciale nordamericana, che quest’anno viaggia verso un saldo negativo di 800 miliardi di dollari, un debito pubblico che ha superato il Pil, un debito globale – famiglie, imprese, Stati federali e Stato centrale – superiore di quattro volte al Prodotto nazionale lordo. Un’agenzia di rating che avesse un minimo di deontologia professionale assegnerebbe agli Usa una valutazione peggiore della Grecia.
Dunque siamo in guerra, ma non è la guerra di cui parla Monti. Siamo in guerra contro il popolo afghano, siamo in guerra contro i migranti che attraversano il Mediterraneo per salvarsi spesso da guerre locali a cui abbiamo dato un bel contributo, e siamo in guerra contro i fondi speculativi «made in Usa». Sono tutte guerre non dichiarate, clandestine, che si conducono spietatamente senza renderle visibili. È quasi penoso vedere Mario Monti spingersi fino a Sun Valley, nell’Idaho, nel tempio della tecnologia avanzata e della new economy, per chiedere a lorsignori di venire ad investire in Italia, nel Paese che sta facendo le grandi riforme strutturali, cioè organizzando una moderna macelleria sociale «d.o.p.». Il nostro presidente del Consiglio sembrava uno di quei capi di Stato del Sud del mondo che nel passato facevano il giro delle grandi capitali occidentali per chiedere di investire nel loro Paese che offriva bassi salari, grandi risorse naturali, niente tasse e possibilità di inquinare ad libitum.
Viceversa, la guerra ad alta intensità che gli hedge fund stanno conducendo contro l’euro è l’unica guerra che andava combattuta dall’insieme della Ue, cominciando con il tassare le transazioni speculative a breve ed allo scoperto, ricomprando i titoli di Stato europei che sono nelle mani dei fondi speculativi, ritrovando una forte spinta all’unità reale dell’Europa, proprio come risposta a questi attacchi dall’esterno. Ma questa guerra Monti non vuole e non può combatterla. Lui è espressione, alta e seria, di quello stesso mondo della finanza che ci sta portando alla rovina. Lui è l’ascaro della grande finanza internazionale e come tale è arrivato ad occupare la poltrona di primo ministro. E come tale rischia di continuare a governare finché reggerà il clima di paura con cui i mass media che l’appoggiano hanno terrorizzato gli italiani: l’alternativa al governo Monti è la Grecia, ovvero la catastrofe nazionale!
GIOVEDÌ, 18 OTTOBRE 2012 A 13:29 (UTC 2) IL MIO COMMENTO: Perfettamente d’accordo sull’analisi. Ma mi chiedo: che facciamo? Voteremo l’ammucchiatade pd, non si sa se col centro (ma quale?) Non nego di avere la tentazione di uscire dai partiti del SISTEMA.

sabato 13 ottobre 2012

Messaggio alla Chiesa e mia risposta


Messaggio delle donne alla Chiesa a conclusione del Convegno riguardante il cinquantenario del Vaticano II di M. Perroni
“Ed è ora a te che ci rivolgiamo, amata Chiesa di cui siamo figlie e amiche, perché ci riconosciamo parte consapevole della tua tradizione di amore. E’ in quella consapevolezza che si innesta la nostra assunzione di memoria, oggi forte e necessaria come prima.
La memoria che abbiamo scelto di assumere non ha rigidità alcune. Né confini: in ogni luogo sono le donne e in ogni tempo e modo vogliamo ricordarle. La nostra sarà memoria multiforme, come molte siamo noi e siamo state, fuori o dentro il tuo abbraccio.
Assumiamo la memoria della fede delle donne, ma custodiremo come nostro anche il loro rifiuto; avremo memoria della loro nostalgia, ma non dimenticheremo il loro sdegno; saremo memoria della loro passione di vita, ma non lasceremo indietro il loro dolore e tutte le sue genesi.
La memoria che assumiamo è quella delle vecchie, quelle che c’erano da prima e hanno visto, che hanno compreso e ricordato, lottato e sopportato, e spesso hanno dovuto distinguere cosa mettere in discussione e cosa proteggere per chi sarebbe venuta dopo. Ma è nel palmo delle nostre mani anche la memoria delle giovani, il dono prezioso della continuità di sorellanza che attraversa le generazioni e appartiene a tutte, anche a quelle che ancora si immaginano sole, figlie uniche della propria storia.
La memoria che assumiamo è quella delle credenti e della loro testimonianza, che sia trascorsa nel silenzio e nella parola, quando parola hanno potuto pronunciare. La loro fede ci ha generate e la loro scelta ci ha confermate. Ma oggi deliberiamo di assumere come nostra anche la memoria delle altre donne, le non credenti che per anni ci hanno camminato affianco senza che mai potessimo, le une e le altre, incrociare gli sguardi per riconoscerci sorelle. Assumiamo la comune memoria di aver abitato lo stesso presente e di averlo fecondato insieme.
La nostra memoria sarà ecclesiale, perché inclusiva e plurale come lo Spirito ci ha chiamato a essere in te, amata Chiesa. Sia dunque una memoria di mille e mille nomi e volti, voci e mani, sguardi e corpi, perché delle donne, di tutte le donne, avvenga come dei passeri nel cielo: neppure un gesto, una parola o un battito di vita siano considerati perduti e inutili. Sarà una
memoria teologica, perché si alimenterà dalle nostre domande e dall’impegno comune di mantenerle vive, trovando i modi di pronunciarle più decise ogni volta che il silenzio cercherà di farsi norma. Anche questo significa essere teologhe e questo saremo, da cristiane e da donne. La nostra memoria in questo presente sarà sacrario e semenza:custodirà il passato che siamo state e germoglierà il futuro che vogliamo essere, senza più lasciare indietro nessuna.
Noi non dimenticheremo più, né lasceremo dimenticare”.
LA MIA RISPOSTA in www.teologhe.org/
Leggo il più possibile quello che si produce nella teologia al femminile. Ma mi chiedo insistentemente se ci rivolgiamo soprattutto direttamente alle donne: in varie forme e modi. Le conquiste si hanno quando i soggetti in merito sanno assumersi le responsabilità connesse alla libertà, di cui spesso, molto spesso, si appropriano le donne in modo monco perché unilaterale e PERNICIOSO per l'arbitrio con il quale la libertà vien confusa. Spesso anche DENTRO la chiesa le 'rivendicazioni non sono accompagnate da una 'terapia' spirituale, morale e quant'altro.... Ad esempio, cosa facciamo per non sprecare le grandi acquisizioni dovute proprio al (funesto) silenzio a cui le donne state relegate??? Da mezzo secolo combatto accanto (per il pochissimo.. che le stesse mi concedono DI NASCOSTO)alle donne silenziose circa i problemi legati alla loro esperienza pregressa di religiose o di donne 'legate' per amore ad un prete. Le mie conclusioni sono queste: ci vogliono donne, teologhe o non, in grado di dare un indirizzo mistico all'interpretazione del patriarcalismo ereditato nella società e consacrato dall'impianto gerarchico maschile celibatario della chiesa cattolica... Mi fermo qui... Ausilia

domenica 7 ottobre 2012

Date celebrative nella Chiesa


Date di celebrazioni nella Chiesa, che vorrei meno celebrative…., meno solenni, meno calate dall’alto. Dobbiamo rallegrarci per avere un ‘dottore’ femminile? Io accetto i limiti del percorso storico della chiesa, che mescola il vecchio al nuovo per accontentare tutti, ma sopporto poco l’entusiasmo delle donne, compreso quello delle teologhe. Sogno uno slancio verso la riscoperta della rivelazione di Dio in Gesù nell’interiorità, perché il Regno di Dio è in noi. E in questa direzione dovremmo aiutare la chiesa….

Dall'ANSA: 07 ottobre 2012 - IL PAPA APRE IL SINODO DEI VESCOVI E PROCLAMA DUE NUOVI 'DOTTORI DELLA CHIESA'. Benedetto XVI, prima della messa in Piazza San Pietro per l'apertura del Sinodo dei Vescovi sulla nuova evangelizzazione, ha solennemente proclamato i santi Giovanni d'Avila (1499-1569), spagnolo, e Ildegarda di Bingen (1098-1179), tedesca, nuovi ''dottori della Chiesa''. Dopo la lettura delle biografie dei sue santi, guidata dal cardinale Angelo Amato, prefetto per le Cause dei Santi, il Papa ha pronunciato la solenne formula: ''Noi accogliendo il desiderio di molti Fratelli nell'episcopato e di molti fedeli del mondo intero, dopo aver avuto il parere della Congregazione delle Cause dei Santi, dopo aver lungamente riflettuto e avendo raggiunto un pieno e sicuro convincimento, con la pienezza dell'autorita' apostolica dichiariamo San Giovanni d'Avila, sacerdote diocesano, e Santa Ildegarda di Bingen, monaca professa dell'Ordine di San Benedetto, Dottori della Chiesa universale''. Con Giovanni d'Avila e Ildegarda di Bingen, i ''dottori della Chiesa'' sono ora 35, tra cui quattro donne… Cosi' Benedetto XVI ha iniziato l'omelia della messa da lui presieduta in Piazza San Pietro per l'apertura del Sinodo. ''E tale prospettiva - ha aggiunto - viene rafforzata dalla coincidenza con l'inizio DELL'ANNO DELLA FEDE, CHE AVVERRA' GIOVEDI' PROSSIMO 11 OTTOBRE, NEL 50/O ANNIVERSARIO DELL'APERTURA DEL CONCILIO ECUMENICO VATICANO II''…

 Santa Ildegarda di Bingen, ''importante figura femminile del secolo XII, ha offerto il suo prezioso contributo per la crescita della Chiesa del suo tempo, valorizzando i doni ricevuti da Dio e mostrandosi donna di vivace intelligenza, profonda sensibilità e riconosciuta autorità spirituale. Il Signore la doto' di spirito profetico e di fervida capacita' di discernere i segni dei tempi''. ''Ildegarda - ha aggiunto il Papa - nutrì uno spiccato amore per il creato, coltivo' la medicina, la poesia e la musica. Soprattutto conservo' sempre un grande e fedele amore per Cristo e per la Chiesa''.