Tratto dal blog di Beppe Grillo! IN NOME DELLA FEDE NON SI DEVE STARE A GUARDARE di fronte alla disperazione della gente (non mi convince la sicumera del metodo Monti a qualsiasi costo):
IL COLPO DI STATO
SOBRIO DI MARIO MONTI
Il governo degli spettri
che espropria la sovranità dei popoli
MESSORA: Paolo Becchi, docente di
filosofia del diritto all'Università di Genova, autore, tra gli altri, del
libro “Il principio
'dignità umana'” che verrà presentato al
Festival di Filosofia del 20 giugno a Brescia. Paolo Becchi, buongiorno.
BECCHI: buongiorno a te.
MESSORA: lei il 12 di gennaio ha
scritto un interessantissimo articolo su Libero dal titolo “Il colpo di Stato
sobrio di Mario Monti”. Ci vuole spiegare in che senso intendeva un colpo di
Stato?
BECCHI: si potrebbe aggiungere,
appunto, un colpo di Stato sobrio, perché noi siamo abituati a pensare a colpi
di Stato con i carri armati, con la violenza e con il terrore, invece qui è stato
tutto preparato a tavolino dai banchieri di Bruxelles a cui non andava bene il
governo eletto democraticamente dal popolo italiano e quindi era necessario
sostituirlo da un rappresentante dei tecnici, di quei tecnici di Bruxelles e
Mario Monti era la persona ideale per ricoprire questo ruolo. I partiti non
hanno potuto far altro che legalizzare questo stato di cose, ma un conto è la
legalità, che è stata sicuramente rispettata, un conto è la legittimità di un
governo, quello attuale, che non ne ha nessuna. È per quello che si è trattato
di un colpo di Stato, diciamo così, sobrio, ma in ogni caso questo governo non
esprime la volontà del popolo italiano così come era stata rappresentata dalle
ultime elezioni politiche. Questo mi sembra il dato di fatto. Che si insista
sul fatto che comunque tutto è avvenuto nell'ambito della legalità, da un punto
di vista giuridico è corretto, da un punto di vista politico non conta solo la
legalità ma conta la legittimità e sul tema della legittimità credo che ci
siano forti dubbi su un governo che ci è stato imposto dall'estero, ci è stato
imposto da un gruppo di potere che sta alla base delle decisioni che sono state
poi prese; questo gruppo di potere è un gruppo di potere finanziario
potentissimo e anche, se vogliamo, invisibile, che comunque non ha a che fare
con la volontà del popolo italiano.
MESSORA: sì, perché si può dire
che tutto sia avvenuto nel solco della Costituzione, come dicono, però sta di
fatto che nel giro di 48 ore due governi, democraticamente eletti, sono stati
ribaltati, in Italia e in Grecia - in Grecia addirittura volevano fare un
referendum – sostituiti da due uomini che si possono dire dei poteri forti,
perché entrambi espressione, a parte del mondo bancario, ma di
un'organizzazione internazionale molto potente, che rappresenta le lobby
americane, che tra l'altro aveva nel suo DNA un documento stilato nel '73 che
professava il superamento delle burocrazie farraginose delle democrazie. Si
diceva addirittura in questo documento, “The crisis of democracy”, che le
uniche democrazie che funzionano sono quelle dove la maggior parte delle
persone stanno apnea. Ecco, questa organizzazione è la trilaterale, Mario Monti
ne era una delle più alte tre cariche e Lucas Papademos era un membro. Quindi
si può dire che fossero espressione dei poteri forti. Che in solo 48 ore due
governi siano stati ribaltati con due membri della stessa organizzazione
perlomeno doveva far nascere il sospetto che qualcosa non andava. Tu nel tuo
articolo parli addirittura di spread aumentato ad arte. Che cosa intendevi
dire?
BECCHI: intendevo dire che
chiaramente la situazione era stata diciamo guidata in un certo modo, affinché,
diciamo così, il governo precedente fosse messo in condizioni tali da dover
lasciare il campo ad un altro tipo di governo. È per quello che ci hanno
provato in tutti i modi, ci hanno provato con Gianfranco Fini, ci hanno poi
provato con la vita sentimentale del Presidente del Consiglio e poi alla fine,
vedendo che non c'era niente da fare, si è cominciato ad intervenire
direttamente su che cosa? Su questo strumento finanziario per cercare di far
capire che ormai bisognava assolutamente cambiare, come hai detto tu,
giustamente, nel giro di due giorni la situazione si è ribaltata per essere
nominato senatore a vita nella vecchia Repubblica, quella che – ahimè – adesso
ci fanno un po' rimpiangere. Ci volevano mesi di ricerca, addirittura anni per
essere nominato senatore a vita. Il nostro Presidente della Repubblica ha
nominato Senatore a vita, per parargli il culo a vita, Mario Monti nel giro di
un pomeriggio.
MESSORA: si può dire che si
pensava, e la scusa era che c'era una grande urgenza. Mi ricordo i titoli dei
giornali “fate presto”, perché lo spread era molto elevato. Ma adesso lo spread
sta tornando ai livelli di prima e dunque se c'era urgenza prima c'è urgenza
anche adesso. Cosa facciamo? Sostituiamo di nuovo il governo?
BECCHI: sì, ma era tutta una
manovra, perché non era necessario nominarlo Senatore a vita. Questo Senatore a
vita è stato richiesto espressamente da Mario Monti per appunto pararsi da
qualsiasi possibile accusa. Perché lui poteva fare tranquillamente il
Presidente del Consiglio da un punto di vista costituzionale, senza per questo
essere senatore. Quindi è stata soltanto, diciamo così, una richiesta implicita
da parte di Mario Monti per poter avere comunque la tranquillità di non essere
indagato, tranquillità sotto tutti i profili per il futuro anche come senatore
a vita, perché è una carica che non perderà per tutta la vita, indipendentemente
dal fatto che poi finirà il suo mandato, se mai finirà. Cioè, voglio dire, le
prossime elezioni possono verificarsi uno scenario tipo quello greco e a quel
punto il terrorismo naturalmente aiuterà, lo sappiamo, nel nostro paese, come
ho cercato di spiegare oggi su Libero e a quel punto governo di unità
nazionale. Chi potrà esprimere meglio questo governo di unità nazionale se non
il banchiere di Bruxelles? Ne abbiamo due di banchieri, uno è Draghi, che
adesso è lì, e un altro qui. E il casino resta perché, come dicevi tu prima, lo
spread ha ripreso a salire. Questo non è il problema. Il problema reale non è
continuare ad aumentare le tasse e metterle da tutte le parti, il problema
reale è che questo euro è stato costruito male. Era uno strumento. Cosa ne vogliamo
fare? Una divinità? Ne stiamo facendo una divinità. Perché se l'euro è soltanto
uno strumento e questo strumento ci si rende conto che non va più bene, basta.
Stop. Chiuso. Invece no. Noi stiamo facendo fare sacrifici enormi ad intere
popolazioni: i greci, gli spagnoli, ci saremo poi noi. Per cosa? Per salvare
una moneta che hanno deciso di costruire a tavolino 10-12 anni fa un gruppo
limitatissimo di persone di un potere invisibile? E in questo potere c'era
ovviamente Mario Monti che adesso è dovuto intervenire appunto per salvare la
sua creatura. Questo non è accettabile, non è assolutamente accettabile. Ecco
che io, diciamo così, dopo aver scritto quell'articolo su Mario Monti e aver
scritto un articolo dopo da un taglio un pochettino più filosofico apparso
qualche tempo fa su Libero, oggi ho fatto uscire un pezzo, cioè mi hanno
lasciato pubblicare un pezzo che è forse più politico ma che fa ben capire che
se vogliamo un'alternativa allo stato di cose attuale, prima di trovarci con
l'acqua alla gola, come si trovano purtroppo i greci, l'Italia non ha che una
possibilità, quella di recuperare la propria sovranità monetaria. Non soltanto
la sovranità politica, la sovranità monetaria. Che sia l'Italia a decidere
sulla situazione attuale monetaria, non un gruppo limitatissimo di banchieri di
Bruxelles che impone a noi le scelte.
MESSORA: si dice che la storia
insegna e quindi dalla storia bisognerebbe imparare. Cito un brano che tu hai
pubblicato a gennaio: “Strane corrispondenze della storia, quando Marx descrive
i poteri della Francia di Luigi Filippo, in cui l’indebitamento dello Stato era
l’interesse diretto della frazione della borghesia che governava e legiferava
per mezzo delle Camere. Il disavanzo dello Stato era infatti il vero e proprio
oggetto della sua speculazione. Dopo quattro o cinque anni un nuovo prestito
offriva all’aristocrazia finanziaria una nuova occasione di truffare lo Stato
che, mantenuto artificiosamente sull’orlo della bancarotta, era costretto a
contrattare coi banchieri alle condizioni più sfavorevoli”. Ma è agghiacciante!
BECCHI: sì, è agghiacciante.
Però è agghiacciante anche soprattutto, direi, che autori che come Carl Marx
hanno veramente capito il loro tempo e hanno anche prefigurato il futuro, oggi
siano dimenticati e paradossalmente siano dimenticati proprio anche da coloro
che si ispirano, si ispiravano vagamente alle idee socialiste o comuniste. Cioè
Marx l'ho citato in quel contesto, Marx ritorna in un articolo che ho citato,
dove si fa capire di nuovo che insomma le merci stanno prendendo, il mercato
finanziario sta assumendo un potere straordinario rispetto anche al semplice
sviluppo capitalistico come è stato nelle prime fasi. Io credo che le analisi
di Marx andrebbero oggi ripensate, non soltanto le analisi economiche ma anche
le analisi politiche. Ci può dire ancora molto. Noi lo trattiamo come un cane
morto ma un cane morto non è. Del resto alcuni economisti avveduti si rendono
sempre più conto che il capitale finanziario, nella fase che sta attualmente
attraversando, era già stato previsto da Marx nelle sue analisi di fine '800;
quindi grande capacità di previsione. Quello che oggi manca, quello che oggi
manca completamente, perché le capacità di previsione di analisi lucida che
esisteva allora oggi manca, non si trova da nessuna parte. Lo si vede molto
bene, gli economisti brancolano nel buio e quei pochi che adesso cominciano a
vedere chiaro che l'alternativa è soltanto l'uscita dall'euro per salvare i
popoli europei, sono pochissimi al momento, però cominciano ad esserci; non nel
nostro paese, perché nel nostro paese con la decisione di questo governo e con
la stampa, le televisioni, i mezzi di informazioni, questo grande martellamento
che ci viene fatto costantemente in testa che senza l'euro noi non riusciremo più
a vivere è tale per cui qualsiasi discussione, discussione neutrale anche, se
vogliamo, viene bloccata. Viene bloccata perché c'è una propaganda messa in
atto dal regime attuale che non lascia spazio ad un vero autentico dibattito se
non in luoghi così limitati come quello che possiamo fare noi oggi, un articolo
sul giornale apparso su Libero di cui meglio non parlarne, assolutamente
evitare di parlarne: è un professore che è andato fuori di testa.
MESSORA: ma il concetto di
democrazia su cui è nata l'Europa è molto aleatorio, basti pensare a tutti i
referendum che o non sono stati proposti, come in Italia, siamo entrati col
Trattato di Lisbona, era il 15 agosto 2008 e la gente era in spiaggia ad
ubriacarsi e loro ratificavano un trattato europeo senza la pur minima
consultazione. Oppure come in Irlanda quando sullo stesso trattato fecero una
consultazione referendaria e vinsero i no, l'Europa li costrinse a ripeterlo
fino a che non vinsero i sì. Come dice Nigel Farage, l'Europa è un posto dove i
referendum si fanno e prevedono solo due risposte: “sì” e “sì, per favore”.
Oppure basti pensare al referendum sulla Costituzione Europea che i francesi
hanno bocciato ma gli è stato rinfilato con il Trattato di Lisbona. Basti
pensare al referendum in Grecia che appena Papandreou si è permesso di dire
“facciamo un referendum per chiedere al popolo – perché siamo in democrazia –
se vogliono le misure di austerity o vogliono un'altra soluzione” è stato
ribaltato il governo. Insomma, l'Europa è una costruzione elitaria di poche
persone che hanno deciso che così dovevano andare le cose. Del resto
l'ammissione di Monti alla Trilaterale era proprio quella di costruire
l'integrazione europea. Poi lui ammise in un video che questo avviene per il
vantaggio materiale delle lobby americane, ma questa è una cosa che non fa
scalpore. Tu parli addirittura di “governo di spettri”, “un governo di spettri
che si legittima non attraverso il consenso democratico ma attraverso la difesa
di una fantomatica moneta che non è la nostra, ma semplicemente l'unica. Quello
che conta è salvare l'euro, anche a costo – come sta avvenendo – di ridurre
alla miseria intere popolazioni”. Ma tu che sei professore di filosofia del
diritto, ma c'è un qualche diritto che può essere superiore alla felicità dei
popoli?
BECCHI: sì, la felicità è uno
degli aspetti fondamentali, il diritto alla ricerca libera e propria della
felicità che ritroviamo nei primi documenti delle costituzioni americane. Io
più che il principio “felicità” metterei a quel posto, nella nostra tradizione
continentale, il principio “dignità”, il principio della dignità umana. Ma ora
non è tanto... Non vorrei portare la discussione su questo aspetti così
radicali, così di principio quali sono i principi fondanti, eccetera, qui il
problema fondamentale è che, come tu hai detto giustamente, da un lato la
moneta è stata imposta, dall'altro lato le scelte politiche decisive, come per
esempio la Costituzione Europea, è stata bocciata dai popoli europei. Ora
questo è un fatto gravissimo. La costituzione nasce, pensiamo alla nostra
Costituzione, dalla volontà, è espressione della volontà del popolo. Quando la
Costituzione, sotto forma adesso di Trattato di Lisbona, viene addirittura
imposta ai popoli contro la loro volontà, perché tu hai citato la Francia e io
nell'articolo di oggi riprendo questa cosa e per i Paesi Bassi vale la stessa
cosa, per l'Olanda. Quindi qui si tratta chiaramente di una costruzione
artificiale che è stata imposta ai popoli. I popoli non lo volevano questo tipo
di costruzione artificiale, né politica né economica. Il dato di fatto è
questo. Oggi dobbiamo ripensare ad una rimessa in discussione complessiva
dell'ordine politico che si è costruito negli ultimi venti anni. È questo il
grosso problema che abbiamo di fronte. Probabilmente si apre lo spazio per un
diversissimo ordine politico. Potrà essere una catastrofe? Non lo so. Nella
catastrofe ci viviamo già. Questa idea che non si possa uscire dall'euro perché
se no sarà la fine del mondo, vuoi la mia risposta? Meglio una fine spaventosa
che uno spavento senza fine.
MESSORA: perché in effetti
l'alternativa che si prospetta è quella di un'austerity senza fine.
BECCHI: esatto!
MESSORA: se dobbiamo essere
vessati, tassati, affamati! A questo punto ci sono dei paesi, come l'Argentina,
che sono falliti ma adesso viaggiano al 5, 6, 7, qualcuno dice 8% del PIL.
BECCHI: esatto. Ma io mi domando
e dico: perché non si apre una discussione politica su questi temi? Perché
tutti ad adorare questo governo? E cosa sta facendo questo governo? Cosa ha
fatto finora? Ha aumentato discriminatamente le tasse. È questo il modo secondo
loro per favorire la crescita? Rendendo il popolo in condizioni tali da non
comprare più niente, disagiati in tutti i modi? Questo secondo me è
impensabile. Il grosso problema è che questo Stato ha ormai obnubilato la mente
degli italiani, anche se io ho l'impressione... Prendiamo le ultime elezioni
amministrative. Insomma, voglio dire, c'è stato uno scombussolamento totale.
Sì, potranno dire “sono amministrative. Le amministrative è una cosa e le
politiche sono un'altra”. Ma insomma, Forza Italia è sparita. Praticamente una
forza del genere... il Popolo delle Libertà dov'è? Non c'è. La Lega? Insomma,
in stato vegetativo permanente. Sì, mancherà, sarà arroccata in quei quattro o
cinque posti, ma chi è che ci crede più? Ecco l'esplosione dall'altra parte di
un movimento di protesta che ha avuto grande successo. Ma non soltanto questo,
c'è anche una grandissima astensione. Secondo me c'è un vuoto, oggi in Italia
un vuoto di rappresentanza politica. Cioè i partiti attuali... Il terzo polo,
cioè – tra virgolette, perché non voglio offendere nessuno – i traditori dei
diversi poli che dovevano costituire la novità politica del futuro.
Inesistenti. Qui ci sarebbe bisogno di una nuova forza politica innovativa,
come del resto è stato, perché questo non possiamo negarlo, che è finito
miseramente, che non ha avuto nessun successo, che è stato venti anni di
sofferenze; Berlusconi però all'inizio era questo, qualcosa di nuovo.
MESSORA: come la Lega?
BECCHI: come Berlusconi e la
Lega. Queste sono state le grandi novità del panorama politico italiano. È
finito tutto in merda. D'accordo, è vero. Niente da dire. È stata un'illusione.
Però, ecco, ci vorrebbe di nuovo qualcosa di nuovo, che uscisse qualcosa di
nuovo dal letamaio in cui siamo caduti.
MESSORA: forse la gente è così
arrabbiata con i partiti perché, come tu dici quando parli del manuale di
Curzio Malaparte “Tecnica del colpo di Stato”, hanno concesso la legalità ad un
governo che legittimo non era, tu dici “ed è così che il Parlamento diventa
complice necessario del colpo di Stato”.
BECCHI: certo.
MESSORA: accetta il fatto
compiuto e lo legalizza formalmente. Quando dicono “ma è tutto regolare”, è
tutto regolare perché qualcuno lo ha fatto diventare regolarBECCHI: ma
certamente. I partiti si può dire che hanno avuto le mani legate. Tu facevi
prima l'esempio dell'euro. I partiti in Italia hanno avuto le mani legate e
hanno dovuto votare per questo governo. Ma l'euro? Come mai è stato creato
questo meccanismo irreversibile? Cioè abbiamo creato la moneta e non ne puoi
uscire dalla moneta. Ma quando mai? Ma cosa è l'euro? Qualcosa di a tal punto
intoccabile che non si può tornare indietro, che non si può dire ad un certo
punto “noi non lo vogliamo”? Ma per quale motivo? Cioè se un singolo Stato si
riprende la propria sovranità, sovranità monetaria, certo che può farlo. Il
fatto che la moneta sia stata costruita pensandola irreversibile, pensando che
non si potesse tornare indietro, è un errore di coloro che l'hanno pensato, che
lo hanno voluto imporre in questo modo ai popoli. Ma i popoli nella loro
sovranità possono sempre, in qualsiasi momento, ricontrattare la cosa e dire
“non stiamo più a quel patto”.
MESSORA: pensa che stanno
spingendo questo principio alle estreme conseguenze, perché stiamo per
ratificare un Trattato che si chiama MES, il famoso Trattato europeo sulla
stabilizzazione, il fondo salva-stati, che prevede che i 17 super governatori
possono imporre agli Stati il pagamento di quote che decideranno loro, via via
potranno essere sempre maggiori, e non prevede in alcun modo che uno stato
possa sottrarsi a quest'obbligo e prevede addirittura l'impegno che i governi,
anche successivi a quelli che lo ratificano, non possano recedere mai più da
questo Trattato. Siamo alla follia. Siamo alla schiavitù. Tu dici una cosa
nell'articolo di oggi: “occorre inoltre la fine di questo sistema parassitario
ed usuraio di economia monetaria e finanziaria. Sono gli Stati ad essere i
creditori dell'Europa, sono i popoli che anticipano ai banchieri i capitali di
cui essi hanno bisogno e soltanto con un gioco di prestigio questi stessi
popoli e Stati ne divengono improvvisamente i debitori costantemente
insolventi”. Cioè hanno inventato una nuova tassa occulta dalla quale non si
può assolutamente recedere e che non si può neanche negoziare.
BECCHI: certamente! È questo il gioco di prestigio che è
stato creato. Un gioco di prestigio tale per cui noi perderemo sempre di più.
Perché? Perché i nostri debiti non faranno che crescere, e stanno crescendo, lo
spread che di nuovo aumenta. Quindi il nostro debito aumenta. Ma il debito lo
hanno creato loro, non lo abbiamo creato noi. Certo, è vero, ci sarebbero state
da ridurre delle spese nella nostra attività dello Stato, eccetera. Però pensa
alla Spagna. La Spagna non aveva questo problema, il forte debito pubblico la
Spagna non ce l'aveva ed è nella merda come siamo nella merda noi oggi. Come
mai?
MESSORA: oppure pensa al Giappone
che ha un debito pubblico elevatissimo e questo problema non ce l'ha.
BECCHI: eppure questo problema
non ce l'ha. Quindi il problema non è questo. Il problema, ripeto, è la
costruzione di una moneta e di un'Europa, perché le cose vanno insieme, questo
tipo di moneta e questo tipo di Europa politica che è fondata esclusivamente
sul controllo di quello che io ho definito un potere invisibile. Perché noi
sappiamo chi è il Ministro, sappiamo chi è il Presidente, ma questo grande
centro di potere che prende le decisioni sulla testa di ogni singolo popolo noi
non sappiamo chi sia, questo gruppo limitato di persone che sta decidendo sulla
vita e la morte di migliaia di persone. Noi non lo sappiamo. Non abbiamo i
mandanti, abbiamo gli esecutori materiali. Gli esecutori materiali oggi si
chiamano in Italia Monti e alla Banca Centrale Europea Draghi. Questo noi
sappiamo, vediamo visibilmente. Quello che c'è dietro noi non lo vediamo. Ma il
tema del potere invisibile è un tema che certamente contrasta con l'idea di
democrazia, ma è quello che noi oggi stiamo sperimentando. È proprio questo che
si sta verificando. Le decisioni vengono prese al di sopra delle nostre teste
complessivamente. Non possiamo farci niente. L'unica cosa che al momento si può
fare – io non vedo altra alternativa – è lottare, è remare contro e remare
contro significa cosa? Recuperare quegli spazi di sovranità che gli Stati non
hanno avuto. Però questo può avvenire, a mio avviso, soltanto come? Se
all'interno della società civile questo bisogno effettivamente è sentito, se
nell'opinione pubblica comincia ad esprimersi. È chiaro che, guarda, qui
“Libero” non c'è, vedi? “Repubblica”, “il Corriere”. Cioè da una parte l'organo
dello stalinismo, non esiste più lo stalinismo ma esiste il giornale.
Repubblica rappresenta questo, è l'organo dello stalinismo istituzionalizzato.
Prendiamo un giornale neutrale, un giornale che è considerato il giornale per
eccellenza, che tutti dovrebbero leggere perché ti dà il piano, è equilibrato,
eccetera: il Corriere della Sera. Non è un numero nuovo, a caso. Io sono
convinto che se noi dovessimo sfogliare qualsiasi giornale troveremmo
immediatamente un articolo che “Madonna! L'euro non si può toccare! L'Europa è
fuori discussione!”, eccetera. Vediamo. Sfogliamone uno a caso. “Dalla finanza
all'antipolitica”, “i nemici della moneta unica”, “bisogna fermarli prima che
la loro azione nefasta agisca sui nervi scoperti dei governi e della politica.
Un fallimento dell'euro segnerebbe sia la fine del progetto storico cui
generazioni di governo hanno lavorato indefessamente...” Ma vi rendete conto
che è pura, vuota retorica? Generazioni intere? Ma se sono dieci anni che c'è
l'euro, cazzo! Ma scusate, ma quali generazioni? Io mi ricordo ancora della
lira e mi ricordo che un milione di lire, un milione di vecchie lire una
persona viveva dignitosamente. Con due milioni di vecchie lire una famiglia era
benestante. Con duemila euro oggi muori di fame. È questa la realtà. È questa
la realtà che viene costantemente smentita. Come si fa? “I sostenitori della
fine dell'euro hanno torto marcio”. Ma me la porti una motivazione dove abbiamo
torto marcio? Avete paura! Avete paura, per questo tutti i giorni – ora ho
preso un giornale a caso, vecchio – tutti i giorni dobbiamo essere ripresi da
questa continua manipolazione, per cui se parli contro l'euro è come se
parlassi contro Dio. Uguale. Sei un ateo. Con tutto il rispetto che io posso
avere per gli atei, sono credente. Ma porca miseria, è possibile che noi
abbiamo fatto di una moneta una divinità? Come oggi ho detto, una divinità
malvagia. Perché una divinità tu immagini ti darà del bene, ma questa sta
annientando intere popolazioni. È come se fosse una guerra senza che ci
spariamo a vicenda. Ma se la gente muore! Quanti sono? Io non ricordo, ma in
Italia dall'inizio dell'anno quanta gente si è già ammazzata per problemi
economici? Piccoli imprenditori che di fronte all'impossibilità di mantenere la
famiglia, di fronte alla necessità di chiudere la fabbrica si sono ammazzati. È
questo a cui noi vogliamo giungere? A questo livello di sacrifici? Della vita
stessa sull'altare non di un'idea, la felicità, la dignità, eccetera, o anche
l'onore, mettiamoceli tutti, l'identità nazionale, quello che volete. No.
Quella bella moneta che campeggia a Bruxelles: l'euro. Possiamo farne a meno. Direi
che sì, sarà difficile, sarà un cambiamento del modo di pensare, eccetera, ma
io penso che sia venuto veramente il momento di dire basta con questo euro e
basta con questa Europa. Io penso che sicuramente sia necessario recuperare la
propria sovranità monetaria ma anche la propria sovranità politica. Io sono per
la chiusura dell'accordo di Schengen. L'Italia deve uscire dall'accordo. Si
riprenda la sovranità monetaria ma si riprenda anche la sovranità politica. Sul
proprio territorio nazionale decide l'Italia. Il problema qual è? Il problema è
che quello che io sto proponendo non è realizzabile, non è fattibile. Perché?
Perché tutti i partiti politici attualmente presenti sono radicalmente
favorevoli invece all'ipotesi contraria: la difesa dell'euro perché se no
appunto il paese andrebbe a scatafascio e la difesa di questa Europa. Perché è
chiaro che se dovesse... Noi dobbiamo però tener presente questo, nel 2013 ci
saranno le elezioni politiche. Qui ritorno sull'idea mia precedente, posso
sbagliarmi, ma c'è al momento in Italia un vuoto di rappresentanza politica. Se
questo vuoto politico sarà riempito da una forza in grado di trascinare milioni
di italiani allora si può vedere che cosa succederà.
MESSORA: Paolo, per venire ai
fatti di cronaca, dell'attualità, tu oggi nell'articolo scrivi “La minaccia
terroristica nella storia di questo paese prelude sempre alle retoriche dei
governi di unità e solidarietà nazionale, di fatto alla neutralizzazione della
critica politica ed alla repressione di ogni forma di dissenso”. Già ieri la
Cancellieri, mi pare, ha usato l'argomento che la TAV era la madre di tutte le
preoccupazioni e lo ha fatto all'interno di un contenitore dove si parlava di
terrorismo, proprio di quello che è successo alla Ansaldo. Tu temi che possa
verificarsi ancora, oggi, nel 2012, questo genere di strategia?
BECCHI: io penso che è un'arma
spuntata. Ma il fatto dell'attentato, della gambizzazione del dirigente della
Ansaldo e il tentativo di utilizzare gruppi anarchici non ben definiti va in
questa direzione. Nel nostro paese il terrorismo ha sempre avuto questa
funzione di aiuto per lo Stato, fondamentalmente, è stato largamente un
terrorismo...
MESSORA: ...di aiuto per il "governo".
BECCHI: ...di aiuto per il
governo. Quindi può anche darsi che non avendo più altra carta a disposizione,
si utilizzi di nuovo questo strumento come forma di coesione nazionale. Io
penso però, d'altra parte, che gli italiani ormai sappiano riconoscere quello
che è avvenuto nel passato, non hanno una memoria così corta. Se pensano di
utilizzare questo sistema per poter creare maggiore coesione intorno a questo
governo o per giungere a quello che io prevedo, prossime elezioni e un governo
di unità nazionale si sbagliano. Lo cercheranno di fare, utilizzando anche questo
strumento se non ne troveranno altro, ma si sbagliano. Perché io credo che se
cominciano ad esserci giornali come Libero, perché è Libero effettivamente, o
blog addirittura come il tuo dove si dà spazio e voce a un professore che non
ne ha avuto mai e che sugli altri giornali non riesce a scrivere o non ha
possibilità di esprimersi da altra parte, già è un segno, un piccolo segno che
probabilmente all'interno della società c'è un bisogno, si sente il bisogno di
questa critica radicale nei confronti dello stato di cose esistenti. Perché
questa è chiaramente una crisi destra-sinistra, ma sono categorie del secolo
scorso. Non esiste più un problema di destra o di sinistra, qui esiste un
problema esclusivamente di sopravvivenza. Prima ancora della felicità abbiamo
diritto a sopravvivere. Qualsiasi famiglia italiana ha diritto alla fine del
mese di arrivarci. Con l'euro e con questa Europa, con questo governo non ci
arriverà più.