lunedì 20 agosto 2012

Non piangere solo se stessi


Strage di minatori in Sud Africa, oscurata dai media

Da La Voce d’Italia
In Italia solo poche righe, ma sono 34 morti -Milano – Ha avuto davvero poco risalto sui media nostrani, una risonanza quasi nulla, la dura repressione nel ‘democratico’ Sud Africa contro i lavoratori di miniera della compagnia britannica LonMin a Marikana, poco meno di 150 chilometri più a nord della capitale Johannesburg. Nelle miniere di platino della zona, grazie alle pericolose oscillazioni della Borsa, si lavora a pieno ritmo: le grotte e le gallerie, circondate da parchi nazionali e riserve naturali, sono colme di oro e diamanti, argento e platino, nel corso della crisi diventati veri e propri “beni rifugio” per investitori e speculatori d’Occidente.
L’occasione buona per i minatori, la maggioranza ‘colored’, di provare a giocarsela, e reclamare un aumento di salario: il livello attuale si attesta sui 300, massimo 400 dollari al mese. Ma la macchina capitalistica reclama la produzione a tutti i costi, e le multinazionali hanno imposto al Governo sudafricano ordini ben precisi, massima repressione degli scioperi e delle proteste, a qualunque costo. Un costo significativo,  più di 30 morti tra i minatori, a cui si aggiunge qualche poliziotto. La ribellione naturale di un proletariato giovane, che reclama i propri diritti e mette anima e corpo in quella lotta di classe che in tanti vorrebbero nascondere, così fastidiosa ai teorici della scomparsa della classe operaia, così insulsa per chi sostiene che nel mondo la parola d’ordine è concertazione, e di scioperi manco l’ombra.
I lavoratori italiani non possono che esprimere la loro massima solidarietà ai compagni del Sud Africa. Per l’occasione, una frase che non invecchia mai, del solito filosofo ed economista tedesco: “Il capitale non ha riguardo per la salute e per la durata della vita dell’operaio”. Alessandro Gatta alessandro.gatta@voceditalia.it

domenica 19 agosto 2012

Ultimissime dalla Siria

Dall'ANSA 19 agosto
BEIRUT - Sono immagini ormai sempre più rare quelle trasmesse oggi dalla tv di Stato siriana, che ha mostrato Bashar al Assad mentre prega in una moschea a Damasco in occasione della festività di Aid al-Fitr, che segna la fine del Ramadan. E' la prima apparizione pubblica del presidente dal 18 luglio, giorno in cui quattro ufficiali della sicurezza furono uccisi da una bomba. Nelle settimane scorse la tv aveva infatti mostrato più volte Assad all'interno del suo palazzo mentre riceveva personalità del regime ma è la prima volta che i media ufficiali lo mostrano all'esterno tra la gente. 
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Seguo questi fatti con trepidazione: forse più temibile di ogni altro fattore è il gioco tra le grandi potenze, avide rispetto ad un Medio Oriente che vogliono tenere soggiogato e quindi disgregato. 

martedì 14 agosto 2012


Università degli studi “Roma 3″ Lecce 10 -14 settembre 2012
Organizzata in collaborazione con la Comunità delle Benedettine di Lecce
“Diamo corpo al futuro” è un invito a vedere che cosa c’è di nuovo senza lasciarsi abbagliare dai nuovismi, dalle false immagini e dalle idee stereotipate, che riconducono inevitabilmente a percorsi già visti e già sperimentati o al grottesco di un eccesso indecente che è altro dall’oltre del dicibile. Diamo corpo al futuro,  suggerisce invece un impegno in prima persona: anima e corpo, e suggerisce anche che il futuro ha bisogno di un corpus, fatto di tradizione, di genealogie ricostruite, di un metodo che sa farsi giustizia disdegnando tutto ciò che confonde il giudizio sulle cose e ritornando all’essenziale. Un futuro non come orizzonte imprecisato, ma nutrito come corpo generato. Abbiamo bisogno di questo futuro che si incarna, tanto più che in tempi di crisi sembra essere inghiottito nel vortice della sottomissione economica ogni altro interesse e prospettiva. E persino il futuro può sembrare asservito   e revocato, se diventa ipotesi astratta, tratta fuori dai corpi,  se è  misurato solo con il criterio dell’utile e del profitto. Vogliamo invece rendere il futuro meno astratto cominciando con il riconoscere quanto c’è già di nuovo, e come  le strategie di libertà e le vere e proprie riforme civili che le donne sanno attivare e che continuano a inventare di fronte a rapporti di forza, possono produrre cambiamenti epocali Vogliamo evidenziare quell’eccellenza femminile che ha saputo e sa costruire percorsi impensati di felicità anche ribaltando il consueto rapporto tra denaro, lavoro, benessere economico e politiche di inclusione\esclusione. Nella crisi che le società di mercato stanno attraversando, la relazione tra le generazioni di donne ha costruito una continuità di desiderio di politica contro il potere del denaro e contro la violenza dei rapporti che corrompono, le privatizzazioni che escludono, le precarizzazioni che rendono instabili, contro i ricatti dei facili guadagni. Sono temi che appartengono alla filosofia, alla politica, all’economia e alla religione, ma che sono profondamente trasformati da una “differenza” di sguardo e di esperienza e, pertanto, anche in grado di trasformare noi stesse\i e ciò che ci circonda, aprendo a un’azione politica radicale. E’ importante narrare questi percorsi per comprendere quello che accade a ciascuna\o di noi, ma che non riguarda solo noi, e che ci consente di agire con consapevolezza, fiducia e responsabilità politica. La scuola ha come metaquella di sperimentare in gruppo un itinerario che sia insieme culturale, politico, spirituale. Nelle ore pomeridiane, dalle 15 alle 17, prima dell’inizio dei lavori, saranno avviati dei laboratori: uno di discussione e scrittura dei temi affrontati e uno di meditazione e preghiera,  A chi, avendo frequentato tutte le 30 ore di lezioni e seminari, ne farà richiesta, verrà rilasciato un attestato di partecipazione valido per tutti gli usi consentiti dalla legge. Per gli\le studenti dell’Università del Salento che presenteranno anche un elaborato scritto,  l’attestato indicherà anche il numero di crediti che le singole Facoltà avranno deciso di riconoscere al percorso formativo offerto dalla scuola. La scuola è a numero chiuso: 30 posti sono riservati agli\le studenti dell’Università del Salento, 20 al personale docente o tecnico amministrativo dello stesso Ateneo Salentino, 20 agli\le studenti dell’Università di Roma Tre, 40 sono i posti per le\gli esterni.  L’iscrizione prevede un versamento di 150 euro e comprende la cartella dei lavori e le quote per  i pranzi dal 10 al 13 sett. La scuola si impegna a fornire indicazioni su B&B convenzionati per l’occasione al prezzo speciale di  25-30 euro a notte. Per gli\le studenti e per il personale dell’Università del Salento la quota di iscrizione ammonta solo a 30 euro. La comunità delle Benedettine collabora all’iniziativa offrendo la collaborazione editoriale e l’organizzazione degli incontri comuni. La presente edizione ha fruito del contributo FIDAPA  BPW Italy-Commissione Nazionale Donne Politiche Sociali e Pari Opportunità.

domenica 5 agosto 2012

Il tormentone della Siria

Ho letto tanto per capire, ma ancora non saprei che riportare questo o quella posizione. Quel che possiamo affermare con certezza è che a) Kofi Annan alla fine di agosto non rinnoverà l'adesione al mandato di mediazione da parte delle Nazioni Unite e della Lega Araba; b) il terreno delle opposizioni è, come afferma Fiamma Nierenstein, minato dal prestito massiccio di armi delle potenze occidentali; c) è piena guerra civile; e dare mezzi alla parte che può sembrare vittima (et cetera) non è un modo di risolvere la questione di fondo: quel che l'Occidente sa fare è soltanto l'accelerazione del progetto della distruzione di un altro stato arabo, come è avvenuto per l'Iraq.
Le nostre lamentazioni (telegiornali e giornali) su ciò che avviene in Siria somiglia al chiacchierare tra comari piangenti e felici di avere qualcosa su cui piangere. Anche i nostri interventi su facebook basano il dire su opinioni desunte da questa o quella lettura. Ma lo vogliamo capire che i fatti sono altro da quel che significano????  

venerdì 3 agosto 2012

Comunità Papa Giov.XXXIII


 COMUNICATO STAMPA Rimini, 1 Agosto 2012

Venendo a conoscenza dell'improvviso trasferimento della sezione AS1 degli ergastolani di Spoleto, la Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da Don Oreste Benzi, esprime il proprio disappunto per tali spostamenti. - La nostra Comunità incontrava settimanalmente questi detenuti  da più anni, per un sostegno sia personale che nella lotta collettiva contro la pena dell'ergastolo. Questi trasferimenti tradiscono la funzione rieducativa della pena, stabilita dall'art. 27 della Costituzione, e appaiono come un segno del carattere punitivo-vendicativo della pena in Italia, perché provocano interruzioni forzate dei percorsi rieducativi iniziati e delle relazioni familiari createsi negli anni.  - Esprimiamo solidarietà alle persone detenute e alle loro famiglie che hanno subito questi trasferimenti, ci auspichiamo che tale interventi non vengano più applicati, crediamo invece che sia necessario riformare il sistema penitenziario per mettere al centro la persona e l'azione di recupero per il suo reinserimento nella società. - L'uomo non è il suo errore, come diceva Don Oreste Benzi: la società civile ed ecclesiale ha il dovere di fare tutto il possibile per realizzare il recupero della persona che ha sbagliato, perché solo così possiamo creare una società nuova che crede nell'uomo.
Per lAssociazione Comunità Papa Giovanni XXIII - Il Responsabile Generale Giovanni Paolo Ramonda