domenica 27 novembre 2011

LE donne nelle NUOVE cariche istituzionali E IL FEMMINISMO OGGI

Ne “il Paese delle donne” trovo spunti per accennare al femminismo oggi, in modo particolare dopo l’elezione di Mario Monti. 
a) Giancarla Codrignani ci presenta le nuove ministre, accennando al mutamento di linguaggio:
Care amiche, anche il linguaggio è stato violentato, lo sappiamo bene quando sentiamo dire - e ridacchiarci sopra - che la Merkel è una governante. Nel caso di Angela non ci possiamo fare niente; ma siamo liete di riferire che oggi, 25 novembre, Giorgio Napolitano ha risolto un problema non di femminismo, ma di morfologia: Cancellieri, Fornero, Severino sono - di fatto ma anche di nome - "ministre" ha detto il presidente della Repubblica, correggendo non solo il maschilismo dominante perfino sul linguaggio, ma la corretta morfologia dell’italiano.
b) Nell’ Intervista a Imma Barbarossa
Geni Sardo parla dello stato di salute del femminismo:
… Rispetto alla vivacità e alla radicalità degli anni Settanta e, in parte Ottanta, non v’è dubbio che quello che appare è un appannamento non tanto della ‘resistenza’ del femminismo agli attacchi sempre più violenti (30 anni fa impensabili) del patriarcato: la resistenza c’è e, poiché il movimento delle donne è stato definito ‘carsico’, agli attacchi più violenti si ricompone, agisce, scende in piazza. Quello che mi pare, invece, alquanto appannata è la radicalità, il rifiuto dei compromessi.
….. Circa il separatismo la sua interlocutrice afferma:
Separarsi per capire meglio, per ricostruire soggettività autonome. Mi ha anche aiutata un libro per me fondamentale, Cassandra di Christa Wolf. Durante l’assedio di Troia, quando la cittadella ‘felice’ (metafora del socialismo) si corrompe e si omologa agli aggressori, le donne prendono le distanze, si rifugiano nelle caverne per tessere un’altra storia, alternativa a quella dei vincitori e degli eroi. Cassandra si rifugia tra loro per capire meglio e opporsi al bellicismo maschile, contro la pratica che identifica il maschile con la guerra. Di lì prende la forza per dire No alla omologazione con gli aggressori fondata sull’appartenenza alla famiglia e alla patria.
….. Alla domanda: Puoi dirci qualcosa del gruppo di cui fai parte? è interessante la risposta:
Tra paria e parvenues, per parafrasare Hannah Arendt, cerco di praticare una terza via che eviti il rischio della lamentela, o della pura e semplice denuncia o, peggio, dell’autotutela di gruppo, ma riesca a porre questioni generali o, meglio, a porre la lotta al patriarcato come questione generale, a parlare alle compagne che non hanno pratiche femministe, a rivolgersi ai compagni chiarendo che la lotta al patriarcato è un aspetto fondamentale della critica dell’esistente e che il nesso tra capitalismo e patriarcato, tra liberismo e dominio maschile è un elemento centrale per chi voglia cambiare gli assetti della società in cui viviamo

* Mi astengo dal pronunziarmi su quanto ho riportato, condividendolo, ma torno a sostenere l’importanza di non perdere mai di vista il femminismo che, con tutte le sue falle, è una movimento che persisterà fino a quando questa ennesima violenza dell’umanità sopraffarà la donna. Ma dipende dalle singole prenderne atto ed impegnarsi anche nel piccolo. Ausilia

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