Strage di minatori in Sud Africa, oscurata dai
media
Da
La Voce d’Italia
In
Italia solo poche righe, ma sono 34 morti -Milano
– Ha avuto davvero poco risalto sui media nostrani, una risonanza quasi nulla,
la dura repressione nel ‘democratico’ Sud Africa contro i lavoratori di miniera
della compagnia britannica LonMin a Marikana, poco meno di 150 chilometri più a
nord della capitale Johannesburg. Nelle miniere di platino della zona, grazie
alle pericolose oscillazioni della Borsa, si lavora a pieno ritmo: le grotte e
le gallerie, circondate da parchi nazionali e riserve naturali, sono colme di
oro e diamanti, argento e platino, nel corso della crisi diventati veri e
propri “beni rifugio” per investitori e speculatori d’Occidente.
L’occasione buona per i minatori, la maggioranza ‘colored’,
di provare a giocarsela, e reclamare un aumento di salario: il livello attuale
si attesta sui 300, massimo 400 dollari al mese. Ma la macchina capitalistica
reclama la produzione a tutti i costi, e le multinazionali hanno imposto al
Governo sudafricano ordini ben precisi, massima repressione degli scioperi e delle proteste, a
qualunque costo. Un costo significativo,
più di 30 morti tra i minatori, a cui si aggiunge qualche
poliziotto. La ribellione naturale di un proletariato giovane, che reclama i
propri diritti e mette anima e corpo in quella lotta di classe che in tanti vorrebbero nascondere,
così fastidiosa ai teorici della scomparsa della classe operaia, così insulsa
per chi sostiene che nel mondo la parola d’ordine è concertazione, e di
scioperi manco l’ombra.
I lavoratori italiani non possono che esprimere la loro massima
solidarietà ai compagni del Sud Africa. Per l’occasione, una frase che non
invecchia mai, del solito filosofo ed economista tedesco: “Il capitale non ha
riguardo per la
salute e per la durata della vita dell’operaio”. Alessandro Gatta
alessandro.gatta@voceditalia.it
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