Messaggio delle donne alla Chiesa
a conclusione del Convegno riguardante il cinquantenario del Vaticano II di M. Perroni
“Ed è ora a te che
ci rivolgiamo, amata Chiesa di cui siamo figlie e amiche, perché ci
riconosciamo parte consapevole della tua tradizione di amore. E’ in quella
consapevolezza che si innesta la nostra assunzione di memoria, oggi forte e
necessaria come prima.
La memoria che
abbiamo scelto di assumere non ha rigidità alcune. Né confini: in ogni luogo
sono le donne e in ogni tempo e modo vogliamo ricordarle. La nostra sarà memoria
multiforme, come molte siamo noi e siamo state, fuori o dentro il tuo
abbraccio.
Assumiamo la
memoria della fede delle donne, ma custodiremo come nostro anche il loro
rifiuto; avremo memoria della loro nostalgia, ma non dimenticheremo il loro
sdegno; saremo memoria della loro passione di vita, ma non lasceremo indietro
il loro dolore e tutte le sue genesi.
La memoria che
assumiamo è quella delle vecchie, quelle che c’erano da prima e hanno visto,
che hanno compreso e ricordato, lottato e sopportato, e spesso hanno dovuto
distinguere cosa mettere in discussione e cosa proteggere per chi sarebbe
venuta dopo. Ma è nel palmo delle nostre mani anche la memoria delle giovani,
il dono prezioso della continuità di sorellanza che attraversa le generazioni e
appartiene a tutte, anche a quelle che ancora si immaginano sole, figlie uniche
della propria storia.
La memoria che
assumiamo è quella delle credenti e della loro testimonianza, che sia trascorsa
nel silenzio e nella parola, quando parola hanno potuto pronunciare. La loro
fede ci ha generate e la loro scelta ci ha confermate. Ma oggi deliberiamo di
assumere come nostra anche la memoria delle altre donne, le non credenti che
per anni ci hanno camminato affianco senza che mai potessimo, le une e le
altre, incrociare gli sguardi per riconoscerci sorelle. Assumiamo la comune
memoria di aver abitato lo stesso presente e di averlo fecondato insieme.
La nostra memoria
sarà ecclesiale, perché inclusiva e plurale come lo Spirito ci ha chiamato a
essere in te, amata Chiesa. Sia dunque una memoria di mille e mille nomi e
volti, voci e mani, sguardi e corpi, perché delle donne, di tutte le donne,
avvenga come dei passeri nel cielo: neppure un gesto, una parola o un battito
di vita siano considerati perduti e inutili. Sarà una
memoria teologica,
perché si alimenterà dalle nostre domande e dall’impegno comune di mantenerle
vive, trovando i modi di pronunciarle più decise ogni volta che il silenzio
cercherà di farsi norma. Anche questo significa essere teologhe e questo saremo,
da cristiane e da donne. La nostra memoria in questo presente sarà sacrario e
semenza:custodirà il passato che siamo state e germoglierà il futuro che
vogliamo essere, senza più lasciare indietro nessuna.
Noi non
dimenticheremo più, né lasceremo dimenticare”.
LA MIA RISPOSTA in
www.teologhe.org/
Leggo il più
possibile quello che si produce nella teologia al femminile. Ma mi chiedo
insistentemente se ci rivolgiamo soprattutto direttamente alle donne: in varie
forme e modi. Le conquiste si hanno quando i soggetti in merito sanno assumersi
le responsabilità connesse alla libertà, di cui spesso, molto spesso, si appropriano
le donne in modo monco perché unilaterale e PERNICIOSO per l'arbitrio con il
quale la libertà vien confusa. Spesso anche DENTRO la chiesa le 'rivendicazioni
non sono accompagnate da una 'terapia' spirituale, morale e quant'altro.... Ad
esempio, cosa facciamo per non sprecare le grandi acquisizioni dovute proprio
al (funesto) silenzio a cui le donne state relegate??? Da mezzo secolo combatto
accanto (per il pochissimo.. che le stesse mi concedono DI NASCOSTO)alle donne
silenziose circa i problemi legati alla loro esperienza pregressa di religiose
o di donne 'legate' per amore ad un prete. Le mie conclusioni sono queste: ci
vogliono donne, teologhe o non, in grado di dare un indirizzo mistico
all'interpretazione del patriarcalismo ereditato nella società e consacrato
dall'impianto gerarchico maschile celibatario della chiesa cattolica... Mi
fermo qui... Ausilia
Nessun commento:
Posta un commento