lunedì 16 maggio 2011

Attingendo qua e là

* Da
Cronache Vaticane: bloggers a confronto sulla Chiesa
[Condivido cosa afferma CG] ... "Penso chiaramente che ci sia una spaccatura tra i bloggers e i giornalisti professionisti nel modo di considerare i contenuti coperti da copyright.JT: Durante l'incontro ho avuto l'impressione che i bloggers presenti confondessero l'essere riconosciuti con l'essere approvati dalla gerarchia della Chiesa. Una donna ha chiesto di dare vita a un sistema per assicurare che i bloggers cattolici presentino la dottrina autentica della Chiesa. Altri, invece, hanno sostenuto che i bloggers vogliono tutelare la loro indipendenza e non sono alla ricerca dell'imprimatur da parte dei vescovi locali". 

* Per le donne “non aiutateci, per favore!”. Perché le donne, spiega Morra, non hanno bisogno di essere “promosse”. Ce la fanno da sole. Se le lasciano fare

* Da
Risposte di Michela Murgia, nel suo libro "Ave Mary"
Il «genio femminile» di Karol Wojtyla, ovvero la diversità femminile. Anche in campo femminista è stato elaborato un pensiero della differenza. In che cosa diverso dal "genio" tanto caro al Papa beato?
«Molto. La teoria femminista della differenza non ha mai sostenuto che la donna sia portatrice di obbligazioni relazionali, come invece fa Giovanni Paolo II quando afferma che la donna ha una naturale "vocazione sponsale". Definirsi in relazione dovrebbe essere l'attitudine di tutti i cristiani, non solo della donna. Ogni volta che si sottolinea la specialità della donna nel prendersi cura, si evidenzia per contro la propensione dell'uomo all'incuria. Non penso che questo piaccia agli uomini che conosco, spesso attenti e amorevoli tanto quanto le loro compagne, anche se culturalmente meno abituati a ricoprire ruoli di cura nei rapporti familiari. L'ansia della Chiesa di definire la specialità femminile mi ricorda quella di molti politici che amano definire i sardi come "italiani speciali", sottintendendo che da noi ci si aspetta qualcosa di più in termini di appartenenza e di servizio. Non amo le specialità, preferisco essere normalmente me stessa sia da donna sia da sarda».

* Da  ROMA, giovedì, 12 maggio 2011 (ZENIT.org
Conferenza del prof. Enrico Berti alla Regina Apostolorum di Roma sulla Creazione
“Sull’origine dell’anima umana – ha spiegato il docente – la filosofia di ispirazione cristiana è stata di fatto divisa. A parte il 'traducianesimo' di Tertulliano (trasmissione dell’anima da parte dei genitori), condannato dalla Chiesa, la quale afferma nel catechismo che l’anima umana è creata direttamente da Dio, esistono tesi opposte circa il momento in cui Dio creerebbe l’anima”.
Secondo il Prof. Berti “non è corretto chiedersi in quale momento l’anima umana è creata, perché la creazione non avviene nel tempo, ma è un unico atto intemporale, che abbraccia tutto ciò che si sviluppa nel tempo”.

* Da
"Elogio dell'amore imperfetto” di Lidia Maggi, Cittadella Editrice, 2010
di Maria Rosaria Gavina in “matrimonio” - in ascolto delle relazioni d'amore” - n. 1 del marzo 2011
La nostra cultura occidentale è permeata dal mito dell'efficientismo e della perfezione e l'alta
tensione a vivere, assecondando questo schema, in vista di questo obiettivo, fa sì... che si smetta di vivere! Viene trasformato, infatti, questo perfezionismo in qualcosa di statico, rigido, fisso, assoluto, a cui bruciare incensi col rischio di equivocare il senso dell'esistenza perché, invece di ascoltare e disporsi verso la vita con un atteggiamento fiducioso, ci proteggiamo con le nostre forze (ideologie e formule precostituite) e ci mettiamo sotto un sicuro riparo... che finisce per schiacciarci ("Una famiglia perfetta non esiste nel mondo reale, essa vive solo negli immaginari infantili, nelle pubblicità e nei romanzi rosa. Eppure, nel confronto con le famiglie irreali ci sentiamo inadeguati nella nostra storia affettiva").
Questo piccolo testo di Lidia Maggi risulta prezioso perché aiuta a far verità con la provocazione dell'elogio dell'amore imperfetto, offrendoci uno sguardo disincantato, onesto e autentico, che favorisce il dischiudersi di interpretazioni che ci riportano alla sostanza della realtà della vita, con le sue relazioni, dinamiche, comunicazioni, che è fatta anche di fragilità, fallimenti, imperfezioni, silenzi. Il lettore è aiutato a superare sapientemente la dimensione interiore delle pulsioni umane, spesso responsabili di quell'autentica passione divoratrice della volontà umana protesa all'infinita ricerca della felicità e a fare i conti prima, e a integrare poi, tutti quegli aspetti di debolezza, limite, difetto dell'amato e inserire tutto questo in un contesto di impegno/alleanza. L'amato non è un ideale astratto e irrealistico di cui la persona concreta è solo un pretesto, un oggetto da rivestire di un sogno del quale innamorarsi. La buona notizia, la vera novità cristiana è la scoperta dei valori significanti per quei cristiani che sono immersi nel mondo secolarizzato e ne hanno assorbito le pur legittime esigenze ("La buona notizia è racchiusa nella cornice dell'episodio di Gesù dodicenne: all'inizio della storia ci viene detto che Gesù cresceva e si fortificava ed era pieno di sapienza e di grazia. La stessa cosa viene ripetuta anche alla fine in Lc 2, 52. Si può dunque crescere bene anche in una famiglia dove ciascuno è costretto a misurarsi con il limite delle altre persone. Insomma, in famiglie normali, abitate a tratti da tensioni e  incomprensioni, crescono figli sani. Questa è la buona notizia!"). In tutto questo percorso il lettore è preso per mano dall'Autrice e accompagnato, attraverso alcune vicende esemplari della Bibbia, "libro degli amori imperfetti", nella comprensione e accettazione di un vissuto da accogliere e non da scartare.
"Non dobbiamo proporci l'impossibile, né tormentarci per non essere capaci di sopportarlo sulle nostre spalle". (D. Bonhoeffer)

Nessun commento: