sabato 14 aprile 2012

Quando il corpo è reato. Dal Manifesto con riflessione personale

LOMBROSIANAMENTE - Quando il corpo è il reato
Maria Fabbricatore, 27 marzo 2012

"Siamo arrivati a dover leggere in un dispaccio di agenzia «se la 'nera' non dovesse arretrare dalle sue posizioni...». La Nera è naturalmente la vicepresidente del senato Rosy Mauro, coinvolta nel malaffare che sta travolgendo i vertici "della Lega. E se dalla prosa della cronaca transitiamo ai piani alti del giornalismo, ecco, con rinnovata passione lombrosiana, corsivisti e grandi firme affondare la penna non sul reato ma sul corpo, sfregiandolo (la badante, la strega, la terrona, mamma Ebbe, la virago), fino a insistere sulle sue mani rosse e nodose, come tocco finale di un rogo intellettuale. E' lei, lei sola, lei soprattutto a inficiare il decoro delle istituzioni repubblicane, come se le aule parlamentari non fossero affollate da donne e uomini, non solo coinvolti in vicende poco commendevoli, ma persino condannati dai tribunali della repubblica. 
Rosy Mauro non ha ricevuto al momento neanche un avviso di garanzia e quando pure le arrivasse una richiesta dei magistrati avrebbe pur sempre diritto all'habeas corpus. Se invece si invocano le dimissioni anche semplicemente per quel che emerge dalle inchieste in corso, allora non si capisce come mai l'invocazione della rispettabilità di palazzo Madama non la reclama nessuno quando le carte giudiziarie tirano in ballo uomini in posizioni altrettanto istituzionali. Invece l'insultometro si scatena perché al centro della scena c'è la preda perfetta, il capro espiatorio di un celodurismo trasversale che alimenta l'escalation mediatica. Come se questa donna fosse la discarica in cui sversare veleni, furori, sensi di colpa, nel tentativo di placare la rabbia popolare alimentata da una corruzione politica dilagante, dentro e fuori la Lega (dalla tomba della Margherita ieri sono saltati altri 13 milioni). In poche ore sono state raccolte diecimila firme per farla dimettere. 

Quando si dice che stiamo assistendo a una Tangentopoli al cubo, sappiamo che il contraccolpo non sarà un pranzo di gala. E dal lancio delle monetine siamo passati alla lapidazione".

Dal Manifesto, Norma Rangeri

Riflessione personale


Mettiamola pura al femminile, e ce n’è donde. Ma la corsa al capro espiatore dilaga ovunque, perché liberarsi dalle persone “moleste” (nel senso che sono contrarie al proprio tornaconto), è vangelo di salvezza per chi vuole risultare PURO coram populo!
Così va il mondo, e bisogna, si dice, farsene una ragione!
Io da questa dis-ragione mi dissocio, invocando la santa complicità con i veri onesti che sono tali se non disperano e resistono contro il Male con la forza del loro IMPEGNO.
Quando la speranza di salvezza si spegne avviene la cosa peggiore: ritenere invincibile il male. Ausilia

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