Bella Addormentata:
“Tu sei libera di ammazzarti e io di non farti ammazzare”.
Bella Addormentata è un film
universale sull’individuo, sull’amore, sulla morte, sulla politica e
soprattutto sui sentimenti umani. Un film sull’amore che ci cambia modo di
vedere la vita e sulla vita e la morte che così indissolubili ci cambiano il
modo di vedere l’amore.
di Sarah De Pietro
Bella Addormentata è un po’ la storia di un’ Italia che
vive con una passione contrapposta l’atto finale della vita di Eluana Englaro,
che di li a pochi giorni morirà.
Questo atto finale viene vissuto attraverso personaggi inventati che però nella loro esperienza di vita hanno tutti qualcosa in comune con il dramma di Eluana Englaro e di suo padre Beppino. Ogni storia fa infatti capo a quella di Eluana che viene sottilmente ripercorsa attraverso clip tratti dai telegiornali di quei giorni.
Questo atto finale viene vissuto attraverso personaggi inventati che però nella loro esperienza di vita hanno tutti qualcosa in comune con il dramma di Eluana Englaro e di suo padre Beppino. Ogni storia fa infatti capo a quella di Eluana che viene sottilmente ripercorsa attraverso clip tratti dai telegiornali di quei giorni.
Il caso Englaro funge quindi da sfondo di cronaca: in
realtà poi le storie sono storie di personalità e di equilibri diversi, di pura
fantasia dove però ognuno di noi ha la possibilità di ritrovarsi, e di trovare
dei punti in comune con il suo modo di vivere questa vicenda e di sentire nel
suo profondo questa grande problematica.
E’ una storia inventata ma molto interna alla storia vera,
alla storia italiana che si è conclusa il 9 febbraio 2009. Si accentua
dall’inizio alla fine del film uno smarrimento e una progressiva
deligittimazione della classe al potere da parte del popolo ma anche dei
“potenti” stessi. Si finisce per capire che la solitudine non appartiene solo
ai votanti (popolo elettore) coinvolti direttamente in questa (in)sofferenza,
ma anche dei votati, spesso troppo coinvolti personalmente e allo stesso tempo
troppo soli politicamente per esprimersi davvero.E allora il peso della
(in)Decisione.
Non è quindi un film di presa di posizione di Bellocchio
sull’eutanasia ma è un film universale sull’individuo, sull’amore, sulla morte,
sulla politica e soprattutto sui sentimenti umani. Un film sull’amore che ci
cambia modo di vedere la vita e sulla vita e la morte che così indissolubili ci
cambiano il modo di vedere l’amore.
Il film all’inizio intrecciato riesce ad avere poco dopo
un architettura solida ed essenziale.Essenziale come i dialoghi dei personaggi,
come i dettagli mai eccessivi e mai tralasciati.Nessuno dei personaggi ne esce
sacrificato, ne risulta schematico e burattinesco nonostante sia percepibile
una posizione dell’autore non sfumata ma diffusa.Il film è un inno alla vita
consapevole, all’importanza del libero arbitrio e al rischio di prendere delle
decisioni giuste o sbagliate che siano con determinazione, coraggio e consapevolezza
nel rispetto di se stessi e del prossimo.
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