Ho commentato
così quanto ho trovato nella news di www.noidonne.org:
Il 18 Dicembre 2012 Riggi Ausilia ha
scritto:
Tutto
bene. ma mi chiedo: è mai possibile che noi donne non riusciamo a rompere il
guscio che ci avviluppa e rigenerarci? Da chi aspettiamo aiuto? Abbiamo il
coraggio storico di dare una sferzata a quasi-tutti i maschi che detengono il
potere, di sgomitare e farci spazio 'opportune et importune'?
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Siena /
Suggerimenti per la “cura” dell’economia:
Dalla proposta alle fondamenta nella
costruzione della città della cura. In convegno “L’Economia della cura”
organizzato dall'Archivio Udi di Siena
inserito da Maria Alessandra Soleti
Al
riparo dalla intemperie meteorologiche e politiche, quelle più volgari che
animano negli ultimi giorni lo scenario nazionale, si è assistito nella
incantevole Sala Storica della Biblioteca Comunale degli Intronati di
Siena ad un Convegno sulle modalità per “produrre BenEssere e una vita
sostenibile”, mettendo al centro “le donne come soggetto intellettuale
collettivo”. Una mattinata “senza intervalli” perché densa di interventi,
proposte e suggerimenti, organizzata dall’Archivio dell'UDI, con il
patrocinio della Provincia di Siena e della Regione Toscana: dal 2009
annualmente è stato rinnovato l’invito a ritrovarsi per riflettere sulle
attività realizzate e su quelle in cantiere, il quarto incontro si è svolto lo
scorso sabato 15 dicembre e “L’Economia della cura” è stata
oggetto di una serie di interventi che hanno coinvolto la platea e attirato
l’attenzione sul valore di progetti in corso d’opera. La coordinazione del
tavolo dei lavori è stata affidata a Christiel Radica, una
studentessa di storia e socia collaboratrice dell’Archivio UDI, che ha
sintetizzato le tappe del cammino effettuato negli anni precedenti, dalle
iniziative del 2009, una mostra “Le carte parlano” e un convegno sulla “Memoria
è generativa” (cfr. articolo su NoiDonne di Elettra Lorini
http://www.noidonne.org/articolo.php?ID=02804), a quella del 2010 sulla
“soggettività delle donne nel mondo e nella storia”, fino alla proposta
avanzata nel convegno del 2011 con la presentazione di un “Manifesto” per costruire
la città della cura in un confronto diretto con le istituzioni e le forze
politiche che operano nel territorio senese. L’idea della “cura” esce dunque
dalla sfera privata e si affaccia nel pubblico, per giungere oggi a dialogare
su un terreno da cui è stata spesso esclusa, invitata coraggiosamente a fare il
proprio ingresso nell’universo dell’economia, ma nel rispetto dei tempi della
riflessione e del ragionamento.
Non
si intende inseguire un’utopia: è quanto tiene a precisare nel suo intervento
introduttivo la Presidente dell’Archivio UDI della Provincia di Siena, Tommasina
Materozzi, che prova a riprendere il filo della tessitura di una trama
dipanata in questi anni dalle donne dell’Associazione e da tutte/i coloro che
hanno creduto in questo progetto, che si nutre di memoria storica ma avanza
nella edificazione di una città della cura. Luoghi eletti d’azione sono
innanzitutto le scuole, dove sono stati sperimentati progetti per far conoscere
la storia delle donne (fra il pubblico presente in sala si riconoscono gli
alunni delle classi che vi hanno partecipato); ma attori di tale rivoluzione
condivisa che si vuole operare nel quotidiano sono i corpi, che non vagano in
un non-luogo ma occupano uno spazio. La forza propulsiva del progetto è il
desiderio e l’idea unificante è la con-divisione, messa al centro del
Manifesto, che non insegue più la conciliazione – considerato un termine
negativo - in nome di una autentica mediazione sociale tra produzione e
riproduzione. A dispetto di un’economia consumistica, si intende porre la
qualità del vivere e del convivere come metro di valutazione – per i richiami
teorici viene evocata l’economista Antonella Picchio; per un uso condiviso
delle risorse, occorre puntare dunque sulla crescita della cultura. Insomma, con
il Manifesto non s’intende compilare una cifra di bilancio, ma far risuonare un
grido di volontà ragionato che giunga a oltrepassare le mura della provincia,
perché venga ascoltato è indispensabile la stessa unità con cui le donne
dell’UDI hanno portato avanti in passato tante battaglie. La solidarietà deve
restare il collante di questo soggetto culturale collettivo, solo così si potrà
dare sostanza con la concretezza a tale utopia, perché in tempi di crisi alle
donne sembra aprirsi un varco proprio a partire dalla ri-costruzione della
città.
Alla
presentazione del progetto, seguono le testimonianze di chi lo ha vissuto in
prima persona: prendono la parola due studentesse (Irene Terzuoli del
Liceo della Formazione “S. Caterina da Siena” e Viola Scalacci del
Liceo “A. Volta” di Colle Val d’Elsa), che espongono la loro esperienza di
studio dietro la guida di insegnanti che hanno saputo trasmettere con passione
il senso della partecipazione al progetto su “La storia delle donne”. Nasce
così per esempio lo scritto “Eva racconta” letto da una di loro, storia di una
donna incinta che subisce violenza, di paure e di botte, ma anche storia di
amore per quella innocente creatura che porta in grembo, l’unica autorizzata a
tirarle calci.
Le relazioni proseguono con l’intervento di Riccardo Burresi, Presidente del Consiglio della Provincia di Siena, che compie un’assunzione di responsabilità nei confronti delle politiche di pari opportunità: parte da una vicenda realmente accaduta per esporre le azioni concrete messe in atto a livello territoriale per contrastare il fenomeno delle dimissioni in bianco; quindi ricorda il concorso fotografico bandito per sensibilizzare e contrastare la violenza sulle donne, fenomeno in drammatica ascesa che anche quest’anno ha già mietuto 118 vittime. La parola passa quindi all’Assessora per le pari opportunità della Provincia di Siena,Simonetta Pellegrini, che riprende alcuni concetti chiave, quelli di condivisione e di trasversalità, per illustrare l’importanza del Bilancio di Genere come strumento di analisi delle attività istituzionali, che però dipende dall’intenzionalità attribuitagli. La lettura del bilancio comprende essenzialmente tre voci: le azioni positive, come per esempio il sostegno finanziario ai Centri antiviolenza; azioni rivolte a entrambi, uomini e donne, come per esempio i congedi parentali; le spese neutre, che comprendono cultura, sociale, trasporti... Questa è però definita una voce opaca, perché in realtà non esistono “spese neutre”, come tali non sono le scelte, di qui l’importanza di un Bilancio di Genere che persegua un’economia della cura nel senso più ampio del termine. Neanche il sapere è neutro, affermazione ribadita con enfasi dalla Dirigente scolastica del Liceo “A. Volta” di Colle Val d’Elsa, Sabrina Pirri, che ricorda con amarezza e rammarico di aver insegnato per anni la storia su libri di testo dove la presenza femminile traspariva soltanto in raffigurazioni artistiche come statue o dipinti. Questa è una delle ragioni che l’hanno indotta a promuovere nella sua scuola il progetto sulla “Storia delle donne”, come rinnovamento nello studio della storia.
Le relazioni proseguono con l’intervento di Riccardo Burresi, Presidente del Consiglio della Provincia di Siena, che compie un’assunzione di responsabilità nei confronti delle politiche di pari opportunità: parte da una vicenda realmente accaduta per esporre le azioni concrete messe in atto a livello territoriale per contrastare il fenomeno delle dimissioni in bianco; quindi ricorda il concorso fotografico bandito per sensibilizzare e contrastare la violenza sulle donne, fenomeno in drammatica ascesa che anche quest’anno ha già mietuto 118 vittime. La parola passa quindi all’Assessora per le pari opportunità della Provincia di Siena,Simonetta Pellegrini, che riprende alcuni concetti chiave, quelli di condivisione e di trasversalità, per illustrare l’importanza del Bilancio di Genere come strumento di analisi delle attività istituzionali, che però dipende dall’intenzionalità attribuitagli. La lettura del bilancio comprende essenzialmente tre voci: le azioni positive, come per esempio il sostegno finanziario ai Centri antiviolenza; azioni rivolte a entrambi, uomini e donne, come per esempio i congedi parentali; le spese neutre, che comprendono cultura, sociale, trasporti... Questa è però definita una voce opaca, perché in realtà non esistono “spese neutre”, come tali non sono le scelte, di qui l’importanza di un Bilancio di Genere che persegua un’economia della cura nel senso più ampio del termine. Neanche il sapere è neutro, affermazione ribadita con enfasi dalla Dirigente scolastica del Liceo “A. Volta” di Colle Val d’Elsa, Sabrina Pirri, che ricorda con amarezza e rammarico di aver insegnato per anni la storia su libri di testo dove la presenza femminile traspariva soltanto in raffigurazioni artistiche come statue o dipinti. Questa è una delle ragioni che l’hanno indotta a promuovere nella sua scuola il progetto sulla “Storia delle donne”, come rinnovamento nello studio della storia.
A
seguire, le letture di alcune delle donne intervistate lo scorso anno danno
voce a esperienze professionali e personali distanti eppur convergenti per
certi aspetti – le interviste sono riportate negli Atti del Convegno del 2011,
un lavoro corposo realizzato allo scopo di confrontare le elaborazioni
dell’Associazione con il vissuto quotidiano di donne molto diverse tra loro.
Sono intervenute Anna Cigni, mezzadra poi infermiera psichiatrica che ha
trasmesso al pubblico un’amara commozione nella narrazione del proprio vissuto
all’interno dei manicomi, Marta Fusai, insegnante impegnata a
combattere qualsiasi forma di competizione e a porre l’accento sulla collaborazione,
quindi ha letto la propria intervista la decoratrice d’interni Giorgia
Kirchner, a lungo ignara di incarnare un caso di lavoro femminile in un
mondo maschile. Non può mancare uno sguardo alle politiche regionali a sostegno
dei giovani ricercatori, se ne fa portavoce Marco Masi, responsabile del
settore promozione e sostegno della ricerca della Regione Toscana: al centro
della sua interessante relazione la necessità di accorciare le distanze fra
università e impresa. A partire da una situazione ormai tristemente nota a
tutti - la scarsità di investimenti nella ricerca del nostro paese – si è
tentato di indagare come intervenire per avvicinare il mondo accademico, spesso
arroccato su posizioni autoreferenziali, all’impresa, intensificando i canali di
scambio a livello europeo, già rilevanti per la piccola imprenditoria toscana.
Aspetto fondamentale per la crescita della ricerca è la sua trasferibilità, i
bandi devono essere diffusi e i progetti agiti. Inoltre è indispensabile
garantire ai ricercatori un ambiente di lavoro congruo. Con orgoglio Masi
comunica quindi la vittoria di sei su otto cluster nazionali da parte della
Regione Toscana, per poi cedere la parola ad una ricercatrice, Francesca
Gallina, che ha esposto il progetto da lei seguito. Non solo l’Università
per Stranieri di Siena ha promosso corsi di lingua italiana prevalentemente
rivolti alle straniere, ma da ottobre ha creato uno spin-off cioè un’impresa a
prevalenza femminile che opera in un settore inesplorato come quello
linguistico: l’obiettivo è mettere in relazione il mondo delle imprese,
dell’economia e delle lingue. Per la giovane ricercatrice l’esperienza si è
tradotta nella prova che “di cultura si può ancora mangiare” anche nel nostro
paese, senza dover cedere alla fuga all’estero – casi rari ma fonte di preziose
speranze. È il turno di Paola Rosignoli, già Assessora
all’urbanistica e alle pari opportunità del Comune di Siena, che nel suo lavoro
dice di non aver mai tralasciato due aspetti, l’unione e la capacità di
cogliere l’altro. Con la stessa propensione ha dato vita al tavolo di genere
che si è costituito dopo la consegna del Manifesto alle forze politiche della
città, dove si è scelto di lavorare – e di continuare a farlo anche dopo la
caduta della giunta - non a maggioranza ma secondo il principio della
condivisione. Definito un vero e proprio gioiello, il tavolo procede secondo
due linee di azione: la salute e la cura degli spazi, per cui sono stati
finanziati due progetti con l’intento di fare di valli e orti un bacino di imprenditorialità
femminile.
Altre
letture ampliano l’orizzonte delle professioni incarnate da donne del
territorio:Simonetta Cresti racconta con orgoglio la scelta di fare
la geometra e Biancamaria Rossi quella di direttrice
amministrativa dell’A.S.P. di Siena, entrambe le interviste in versione
integrale sono custodite nella suddetta raccolta di atti.
In conclusione, la Parlamentare PD dal 2005 alla guida dell’assessorato regionale all’agricoltura, foreste, caccia, pesca e pari opportunità, Susanna Cenni, ha il compito di chiudere i lavori di questa intensa giornata. Non può fare a meno di partire dalla crisi, così prendendo in prestito un’espressione (da Giampaolo Fabris, sociologo e editorialista morto di recente) definisce la situazione attuale pari ad una gaia apocalisse su un vulcano. Una condizione accentuata dal divario crescente fra economia e società: allora come intervenire per modificare questo sistema economico in crisi? L’Ilva può essere preso come simbolo di una crisi al tempo stesso di natura economica, etica e ambientale, che ha messo in discussione le certezze acquisite, lavoro, pensione, etc…
In conclusione, la Parlamentare PD dal 2005 alla guida dell’assessorato regionale all’agricoltura, foreste, caccia, pesca e pari opportunità, Susanna Cenni, ha il compito di chiudere i lavori di questa intensa giornata. Non può fare a meno di partire dalla crisi, così prendendo in prestito un’espressione (da Giampaolo Fabris, sociologo e editorialista morto di recente) definisce la situazione attuale pari ad una gaia apocalisse su un vulcano. Una condizione accentuata dal divario crescente fra economia e società: allora come intervenire per modificare questo sistema economico in crisi? L’Ilva può essere preso come simbolo di una crisi al tempo stesso di natura economica, etica e ambientale, che ha messo in discussione le certezze acquisite, lavoro, pensione, etc…
Segni
che preannunciano il fallimento di un intero sistema: ecco che con rinnovato
vigore si affaccia il lavoro di cura come nuova declinazione. Oltre allo
spread, si sta guardando ad altri indicatori – frequenti sono i richiami agli
studi di Roberta Carlini. Il declino dell’individualismo ha fatto emergere con
forza la necessità di un’economia della conoscenza: non si tratta più soltanto
di arrangiarsi in un momento di difficoltà, ma si può iniziare col fare tesoro
degli insegnamenti di Vandana Shiva, che si batte per la “manutenzione del
mondo con rispetto per l’ambiente”. In tal modo la cura diviene una leva
importante per poter esercitare dominio (con un’esclamazione di stupore che fu
della regina Elisabetta d’Inghilterra, si potrebbe chiedere “come mai nessuno
se ne era accorto”). Senz’altro il primo passo per un possibile superamento
della crisi è smettere di tenere separata la crescita economica dallo sviluppo
umano: una sfida per le forze politiche, oltre che un suggerimento prezioso per
la costruzione della città della cura.
(16 Dicembre 2012)
(16 Dicembre 2012)
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