Stralci interessanti per orientarsi in politica oggi
Minni Cavallone in TEMPI DI FRATERNITÀ http://www.facebook.com/tempidifraternita.tempidifraternita
BUONA POLITICA
a) Rocco Falivena è sindaco di Laviano (Salerno), che lui definisce con affettuosa ironia “un paese storto”. Ora fa il boscaiolo, ma ha vissuto molte esperienze di attivismo politico. Quando 32 anni fa il terremoto dell’Irpinia distrusse la sua famiglia e il suo paesino, causando 300 morti, decise di tornare ed impegnarsi lì, constatando che la ricostruzione purtroppo non ha portato benessere, ma corruzione e tante bruttissime costruzioni. Divenuto sindaco, sta attuando un modesto “piano di sviluppo sostenibile”: trasformare le casette di legno provvisorie in chalet popolari per vacanze a costo quasi zero (80/100 euro all’anno). Un piccolo villaggio antistress dove, volendo, si può vivere anche per tutto l’anno. Tra l’altro ciò consente anche un incontro tra mentalità differenti, tra gente di monte e gente di pianura o di mare. b) Giulio Cavalli, dal 2010 consigliere regionale della Lombardia, eletto come indipendente in una lista SEL-IdV, minacciato dalle cosche, vive sotto scorta dal 2006. In Sicilia faceva teatro civile; minacciato, decise di alzare il tiro parlando di criminalità organizzata al Nord. Nel 2009, mentre portava in scena lo spettacolo “A 100 passi dal duomo”, gli hanno fatto trovare 13 pallottole fuori dal teatro, in seguito un boss è arrivato a minacciarlo in un’aula di Tribunale. La cosa che gli fa però più male è che ora quelle persone dialogano con un assessore che siede in aula poco lontano da lui. Anche il centro-sinistra in Lombardia ha grandi responsabilità almeno sul piano culturale.
a) Rocco Falivena è sindaco di Laviano (Salerno), che lui definisce con affettuosa ironia “un paese storto”. Ora fa il boscaiolo, ma ha vissuto molte esperienze di attivismo politico. Quando 32 anni fa il terremoto dell’Irpinia distrusse la sua famiglia e il suo paesino, causando 300 morti, decise di tornare ed impegnarsi lì, constatando che la ricostruzione purtroppo non ha portato benessere, ma corruzione e tante bruttissime costruzioni. Divenuto sindaco, sta attuando un modesto “piano di sviluppo sostenibile”: trasformare le casette di legno provvisorie in chalet popolari per vacanze a costo quasi zero (80/100 euro all’anno). Un piccolo villaggio antistress dove, volendo, si può vivere anche per tutto l’anno. Tra l’altro ciò consente anche un incontro tra mentalità differenti, tra gente di monte e gente di pianura o di mare. b) Giulio Cavalli, dal 2010 consigliere regionale della Lombardia, eletto come indipendente in una lista SEL-IdV, minacciato dalle cosche, vive sotto scorta dal 2006. In Sicilia faceva teatro civile; minacciato, decise di alzare il tiro parlando di criminalità organizzata al Nord. Nel 2009, mentre portava in scena lo spettacolo “A 100 passi dal duomo”, gli hanno fatto trovare 13 pallottole fuori dal teatro, in seguito un boss è arrivato a minacciarlo in un’aula di Tribunale. La cosa che gli fa però più male è che ora quelle persone dialogano con un assessore che siede in aula poco lontano da lui. Anche il centro-sinistra in Lombardia ha grandi responsabilità almeno sul piano culturale.
ALCUNE RIFLESSIONI
SU VIOLENZA E NONVIOLENZA
Si
fanno tante lodevoli iniziative per promuovere una cultura di pace, ricorderò
ad esempio, l’assegnazione di un premio per la cinematografia nonviolenta -“Gli
occhiali di Gandhi”nell’ambito di Torino Film Festival, ma questi eventi
normalmente raggiungono un pubblico limitato. Invece la cultura della violenza
permea tanti film, telefilm, cartoni animati, giochi elettronici e pagine di
internet; questi spettacoli hanno un fascino sinistro, anche perché le più
cruente vendette vengono “giustificate” da precedenti uccisioni di persone care
e il “valore” dei combattenti viene esaltato. Si assiste con preoccupazione
alle file soprattutto di giovanissimi che si formano davanti ai cinema che
proiettano pellicole di questo tipo e non si può non pensare che esse abbiano
un’influenza negativa sul comportamento di alcuni. Certi efferati fatti di
cronaca dovuti, tra l’altro, a futili motivi, sembrano confermare questa
ipotesi, a mio parere erroneamente giudicata semplicistica e “oscurantista”.
Non so cosa si potrebbe fare, la censura non è mai una buona soluzione,
tuttavia il problema non va sottovalutato anche perché l’arte non ha
decisamente nulla a che vedere con queste produzioni.
PARLANDO DI
ECONOMIA
Tornando
al tema dell’economia connesso con l’ambiente, la salute (pensiamo alla drammaticità
del caso ILVA!) e il lavoro (diritti, disoccupazione, precariato ecc.) parlerò
di
alcune
analisi e proposte alternative, che in varia misura mi sembrano valide. In un
articolo intitolato “Euro, da sogno a incubo”, Guido Viale afferma in sintesi
che i “veri europeisti sono coloro che sostengono che non si può procedere verso
un’Europa dei popoli se non si ha innanzitutto il coraggio e poi la forza di
imporre una revisione radicale di tutto l’assetto finanziario su cui si è retta
finora la sua costruzione. Ma bisogna che le forze sociali che lo vogliono
veramente si uniscano in un movimento comune”. L’articolo è ampio e merita di
essere letto e meditato; io ricorderò solo due punti. I Paesi europei si
accorgeranno dell’impossibilità di procedere sulla strada attuale quando
dovranno far fronte al fiscal compact rastrellando con le tasse e l’assalto
alla spesa sociale altri miliardi (50 per l’Italia, 40 per la Spagna) per
ripagare la quota di debito oltre agli interessi che per l’Italia ammonteranno
ad oltre 100 miliardi all’anno, mentre le stesse banche sono in difficoltà per
gli obblighi imposti dall’accordo di Basilea. Dunque una ristrutturazione dei
debiti dei principali paesi appare sempre piu inevitabile. Concludendo propone
che in attesa della trasformazione degli accordi, si potrebbe almeno attuare
una separazione netta tra banche commerciali e banche di investimento (concentrando
i debiti di queste ultime in una o più bad bank con i costi a carico degli investitori)
e imporre una seria limitazione della circolazione dei capitali anche
introducendo una tassa consistente e generalizzata su tutte le transazioni
finanziarie (cfr Il Manifesto del 27 novembre, pag. 15). Altri economisti
propongono una road map diversa, che però sembra meno realistica dati gli atteggiamenti
degli attuali governi europei. Qui si pone il problema politico di avere
governi o almeno opposizioni diverse che sappiano camminare su questa strada,
solo apparentemente utopistica. ALBA, le liste arancioni, la posizione di
quanti si riconoscono nell’appello dei 70 “Cambiare
si può” in qualche modo rappresentano queste analisi, queste esigenze e
queste prospettive. L’Assemblea romana del 1°dicembre e le due giornate di
incontri della metà dello stesso mese dislocati in diverse città sono stati
vivaci e importanti e forse porteranno alla nascita di un nuovo soggetto
politico, di cui i media non parlano, ma di cui, a mio parere, c’è un grande bisogno...
ALTRE DUE
PROPOSTE:
1)
Ripubblicizzare e gestire in modo partecipato la cassa depositi e prestiti. La
Campagna è promossa da Attac Italia e considerata con interesse da Attac
Francia. Recentemente c’è stato un interessante incontro a Torino, in cui Marco
Bersani l’ha ampiamente illustrata. È stato
distribuito anche un dossier che si può richiedere (tel. 3479443758) o in via
telematica segreteria@attac.org oppure attactorino@libero.it. Brevemente, circa
12 milioni di risparmiatori affidano i loro depositi alle Poste; la cifra
attualmente ammonta a più di 220 miliardi. La cassa dalla sua nascita nel 1850
fino al 2003 utilizzava i depositi per permettere agli Enti locali di fare
investimenti con mutui a tasso agevolato. Nel 2003 è stata trasformata in
S.p.A. ed ora il criterio delle scelte è la redditività, in chiara
contraddizione rispetto alla qualifica, che pur conserva, di “servizio di
primario interesse pubblico”: in questo momento di crisi occorre ripristinare
il carattere originario della Cassa con maggior controllo dei cittadini e delle
comunità territoriali. 2) "Sbilanciamoci" ha presentato a Roma,
c/o la Fondazione L. Basso, un bilancio alternativo e cioè 94 proposte
sostenibili su IRPEF, tassa sulle rendite, servizi pubblici, reddito minimo e
disarmo. Il rapporto propone: taglio alle grandi opere (costo 2,7 mld) e agli
F35 (5 miliardi) per finanziare la 14ma dei pensionati al minimo e assumere
4.000 giovani ricercatori o risanare tutto il trasporto ferroviario per i
pendolari e abolizione dei CIE, costosi oltre che repressivi. Si propone anche,
insieme alla Tavola della Pace, di inviare mail al Ministro Di Paola per protestare
contro la sua politica di promozione della vendita di armamenti in tutto il
mondo e di incremento delle spese militari. I tre pilastri su cui il bilancio
si fonda, sono: a) la sostenibilità ambientale e sociale, b) i diritti di
cittadinanza, del lavoro e del welfare, c) la conoscenza, la ricerca e
l’innovazione orientata verso il bene comune (Rapporto
2013-www.sbilanciamoci.org 14ma edizione).
... Rinegoziare il debito si può, ma la partita è sempre aperta. Questo concetto
era fino a poco tempo fa tabù ed è ancora tale; molti tuttavia ora ne
parlano... persino il Fondo Monetario a proposito della Grecia e, in modo
nebuloso... persino la Merkel. In Argentina, dopo la grande crisi del
2001-2002, la rinegoziazione è stata attuata in modo coraggioso e drastico con
conseguenze positive non solo per la popolazione, ma anche per l’economia
tradizionale (crescita all’8% e aumento dell’occupazione). Una gran parte dei creditori,
cioè il 93%, ha accettato i termini della ristrutturazione. Tutto regolare, ma
una parte dei creditori, i cosiddetti fondi-avvoltoio, che giocano d’azzardo in
situazioni di crisi, non avevano accettato ed hanno presentato ricorso... ad un
Tribunale. …
Purtroppo se non si cambia modello di sviluppo (come si sarebbe detto una
volta) anche i governi di “sinistra”, come appare quello di Hollande,
appoggiano le grandi opere inutili e costose e quanto alle spese... ci si
penserà. Basta allungare i tempi e ribadire che di quelle opere non si può fare
a meno, con buona pace degli ambientalisti, degli esperti, delle popolazioni
locali e persino della Corte dei Conti francese. Così ai primi di dicembre
Monti e Hollande si sono incontrati in una Lione blindata per ribadire che la
linea TAV si farà ed hanno fissato a grandi linee un calendario per la realizzazione.
A noi restano l’amarezza per l’oggi e la speranza per il domani. Oltre agli arresti
e alle denunce più o meno fondate e alla domanda: che fare in merito?, questi
sono i fatti da registrare: sigillati due presidi a Chiomonte, le macchine
della Cooperativa CMC di Ravenna hanno cominciato a perforare la montagna
(tunnel geognostico del diametro di 7 metri), i NO TAV italiani e francesi
insieme hanno scritto una lettera ad Hollande ribadendo le ragioni della
ventennale opposizione all’opera e sottolineando il pericolo dei possibili gravi
danni alle risorse idriche e gli altri rischi geologici, ma non hanno ricevuto
risposta. Alcuni pullman diretti a Lione sono stati bloccati e respinti mentre
nella città era vietato avvicinarsi alla “zona rossa” e per respingere chi lo ha
tentato si sono usati anche spray urticanti. …..
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