mercoledì 22 giugno 2011

L'Assoluto

Ogni giorno si può presentare alla mente una minima rivelazione, e cioè l'approfondimento spontaneo di un tema tratto, non da un'idea astratta, ma da una visione della vita. Il tema dell'assoluto è dominante in chi non si contenta del relativo fuggevole. Ecco alcuni tratti di ciò che sento molto al di là delle parole:
- L'Assoluto è il sogno che nutre il relativo di consapevolezza della sua fragilità.
- Restare nel relativo non basta a nessuno; da qui la riceca insistenza di beni duraturi.
- La trascendenza è il doppione in cui il relativo proietta l'Assoluto, depurato da precarietà.
- Non sempre si fa consistere l'Assoluto in beni oggettivamente desiderabili. E' proprio qui l'inganno: agognare l'Assoluto in quanto travestimento del relativo da captare, di cui saziarsi.
- L'Assoluto a cui aspiro è la coincidenza tra il mio desiderio e il vero Bene che ignoro, ma che non mi rassegno a negare, perché il vero Bene E', senza illusioni, al di là di ogni dialettica (anche l'essere che si contrappone al non- essere non è il vero Bene).
- La preghiera è riposo dell'anima che scansa le illusioni e trasforma il desiderio in invocazione che sarà ascoltata su misura della mia umiltà.
- Non mi importa chi invochi, ma volgermi verso Colui o Ciò che è il mio TUTTO.

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