sabato 6 luglio 2013

aggiornamenti sull'Egitto

Francesca Padovese 
Molti di voi saranno presi con la situazione politica italiana però è importante dare un'occhiata cosa sta accadendo in Egitto.
Sull'onda delle proteste scatenatesi in Tunisia, che hanno portato alle dimissioni del presidente Ben Ali, gli egiziani si sono sollevati e hanno protestato contro il rincaro dei prezzi dei vari prodotti alimentari.
Questa protesta si è poi ampliata arrivando a chiedere le dimissioni del presidente Hosni Mubarak che, voglio dirlo subito, è un autocrate.
I media ci dicono che questi egiziani stanno lottando per ottenere libertà e democrazia ma c'è dell'altro: i rivoltosi vengono usati dai Fratelli Musulmani e da gruppi di estrema sinistra.
Queste due entità hanno un nemico in comune: l'Occidente capitalista rappresentato dagli Stati Uniti d'America e da Israele e in Egitto si sono unite per iniziare quella rivoluzione che secondo loro porterebbe la fine del nostro modo di vivere.
Per il gruppo musulmano si dovrebbe persino restaurare il califfato, che già la storia ha avuto modo di conoscere.
Per i comunisti, invece, si dovrebbe instaurare un Nuovo Ordine Mondiale di matrice comunista.
Molti gruppi di estrema sinistra e molti sindacati si sono espressi in favore dei manifestanti egiziani, vedendo in questa rivolta un modo per abbattere il capitalismo.
Ora come ora dobbiamo stare a vedere chi prenderà il posto di Mubarak, sperando che non siano i Fratelli Musulmani altrimenti gli egiziani passeranno dalla padella alla brace, e l'Occidente soffrirà terribilmente da questo.
Questo fuoco che si è acceso in Tunisia e che adesso ha incendiato l'Egitto si sta espandendo in molti paesi del Medio e Vicino Oriente, e dell'Africa e c'è il rischio che arrivi anche in Europa. 

L'unica cosa che possiamo fare, almeno per il momento, e stare a vedere come evolve la situazione.

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