martedì 10 settembre 2013

Lo scenario attuale

Mi fermo a poche battute, tratte dall’articolo di Teresa Mangiacapra, pubblicato in newsletter@womenews.net, contenente un’interessante rassegna riassuntiva del Festival di Venezia 2013.
Secondo lei, il film Die frau des polizisten di Philip Groning, è  l’unico che maggiormente rispecchia fine e inizio degli infiniti capitoli di cui la nostra vita è composta, capitoli cronologici non per il tempo ‘reale’; è quello scandito da una clessidra ineluttabile di granelli che si assemblano attimo dopo attimo, giorno dopo giorno e formano trama e ordito da cui non si può più fuggire.
La stessa parla di Ukraina Ne Bordel di Kitty Green, documento importante e salutare da vedere per donne femministe e non per conoscere il grande paradosso di uno dei movimenti femministi più noti e visibili oggi. Nella Femen, movimento femminista nato in Ucraina ad opera di un uomo, non c’è da ridere né da sottovalutare il fenomeno: dal patriarcato non si esce se non con la propria testa libera da… e se questo Victor, la mente delle Femen, l’ha ‘insegnato’ alle sue giovani attiviste, ha fatto una cosa buona ma ora le lasciasse in pace, sono cresciute e forse con altre donne potranno continuare a proclamare, seno nudo o no: i bordelli non ci riguardano, sono una creazione degli uomini che sanno solo incasinare la vita e non riescono ad amarla né rispettarla.
La Mangiacapra conclude con una nota che mi tocca dal vivo, attraverso l’esame di Pine Ridge di Anna Eborn: Dalla tecnologia non si esce, si può solo soccombere. Una frase che commenta come è ridotta la vita odierna; non solo quella delle donne, non solo quella della nostra sfasciata politica italiana, non solo quella che va in cerca famelica di personaggi autentici e si rifugia in papa Francesco, facendone un talismano –ahimé- di salvezza, quindi un idolo. L’et cetera è d’obbligo.
Siamo tutto giocattoli, pupi animati di
uno scenario dove c’è sempre qualcuno pronto
a manipolarci per recitare un copione.
SI SALVI CHI PUO’.

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