domenica 25 agosto 2013

Teologia femminile?

Rimando chi abbia voglia di approfondire l’argomento papa Francesco e la teologia femminile alla lettura diretta dei testi –clicca quaggiù- da me consultati dietro l’input ricevuto dalle teologhe. Aggiungo le mie considerazioni.
1) Nella conferenza stampa di papa Francesco durante il volo di ritorno da Rio, una prima (in ordine di tempo) osservazione mi salta negli occhi: come sopporta un papa come lui la ridondanza dei titoli applicati a lui? Forse ‘non ci può niente’; ma forse sarebbe consono alla sua personalità tirar fuori il coraggio per negarsi una volta per tutte…
Bella la constatazione che gli fa onore: c’è sempre il pericolo di pensarsi un po’ superiore agli altri, non come gli altri, un po’ principe, sono pericoli e peccati.
Mi spiace che ormai la pensi diversamente dagli anni Ottanta sul movimento carismatico; allora diceva: Questi confondono una celebrazione liturgica con una scuola di samba.
Sintetizzo con le mie parole cosa pensa sul ruolo della donna nella chiesa: lui, di fronte alle severe proibizioni ecclesiastiche alle donne di accedere a ruoli istituzionali, dichiara di doversi comportarsi come figlio della chiesa; nel riconoscere i meriti femminili vuole andare più in là della Mulieris dignitatem e perciò incoraggia una esplicitazione teologica sulla superiorità della donna rispetto al collegio apostolico. Io mi chiedo seriamente che ce ne facciamo, noi donne, delle esplicitazioni teologiche e del riconoscimento di una superiorità rispetto al collegio apostolico, se, di fatto, è questo'ultimo a dettare le leggi.
2) Ivone Gebara, suora del dissenso, non fa che ripetere quanto è stato osservato da tanti circa la sovrabbondanza della presenza femminile nelle parrocchie cattoliche, a cui si accompagna l’esclusione ad un organico inserimento delle donne nei luoghi dove si fa e si insegna teologia in modi rigorosamente maschili.
Sono d’accordo parzialmente sui sospetti della Gebara che questo  papa si possa assestare, suo malgrado, su una linea conservatrice carismatica e più celebrativa nella linea Gospel, anziché dare un impulso ai movimenti di lotta sociale. Io ritengo che la donna, dovrà, è vero, liberarsi dalle pastoie antievangeliche, ma soprattutto ripensare la sua umanità, senza colpevolizzare la cultura maschile e altresì controllare la propria effervescenza di emulatrice –di fatto- della cultura da abbattere.
3) Ad Emma Fattorini chiedo: è davvero convinta che le culture religiose possono essere preziose alleate delle donne e della loro capacità di costruire relazioni buone? Sono pronta ad essere lapidata dalle donne se esprimo il mio dubbio su questo modo di impostare una ricostruzione dell’identità femminile: dobbiamo piuttosto incoraggiare una sana cultura laica.
4) Cosa chiede il teologo Sequeri alle donne?  che debbano essere loro a fare ripartire le storia e la felicità dell’annuncio? Ho stima per le sue buone intenzioni, avvalorate culturalmente, ma io vorrei che alle donne non si chiedesse nulla, come nulla esse debbono chiedere agli uomini. Propongo piuttosto il sederci tutti/e attorno ad un tavolo.
5) Vittoria Prisciandaro lancia on line un appello, firmato da laici e sacerdoti, che richiama la centralità di una Chiesa povera per i poveri, ed evoca il Patto delle catacombe, firmato nelle catacombe di Domitilla il 16 novembre 1965 da una quarantina di padri del Concilio Vaticano II, tra i quali c'era il vescovo Hélder Câmara: Un documento profetico che, se vissuto, potrebbe aiutare la Chiesa a diventare "serva e povera", secondo lo Spirito di Gesù. Un testo che probabilmente anche Papa Bergoglio ha ben presente. Nell'ultima celebrazione eucaristica a Santa Marta prima della pausa estiva, il 6 luglio, ha voluto proprio mandare questo messaggio: Non bisogna avere paura del rinnovamento delle strutture. Nella vita cristiana, anche nella vita della Chiesa, ci sono strutture antiche, strutture caduche: è necessario rinnovarle! Non bisogna temere la novità che lo Spirito Santo opera in noi! Io sto a guardare come quando da bambina assistevo pensosa ai discorsi dei grandi. Rimugino e molte cose non le mando giù: ma chi ci crede che questo papa rinnoverà le strutture della chiesa? Sono d’accordo con una ventottenne ignara di discorsi di chiesa, che proprio ieri osservava: che cosa vogliono da papa Francesco? è un papa!
6) La conferenza delle Superiore Religiose degli Stati Uniti d’America nell’incontro col delegato pontificio è riproposta da papa Fancesco, anche lui, forse, preoccupato per alcune posizioni “di femminismo radicale” e di dissenso inconciliabili con il Magistero della Chiesa. Staremo a vedere. Ma si profila un ridisegno della figura della donna che ha fatto una scelta forte, entro la quale non dovrà soffocare di regole?
7) G. Ravasi presenta una documentazione, densa a tutti i livelli, della presenza, spesso ‘oscurata’, della donne nella storia. Naturalmente è tutto dalla parte delle donne, né fa meraviglia: è caratteristica comune degli uomini intelligenti. Come è caratteristica di quasi  tutte le persone di genere maschile profondersi in esaltazioni, talora deliranti. Io direi, grazie, ora basta! Fatti e non parole.
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