lunedì 6 maggio 2013

Cattolici e la Bonino


Dal sito delle teologhe
Cattolici divisi sul ministro Emma Bonino
Il giudizio complessivo dei vertici della Conferenza episcopale italiana sul nuovo governo italiano guidato da Enrico Letta è positivo, anche per quanto riguarda le scelte sui singoli ministeri, tranne che nel caso del titolare della Farnesina, Emma Bonino, la cui designazione è stata accolta con fredda sorpresa. La nomina del
nuovo ministro degli Esteri è stata invece definita una «scelta positiva» dai microfoni di Radio Vaticana, che ha intervistato il politologo Antonio Maria Baggio, docente all’Università Sophia di Loppiano (Firenze) e vicino al movimento dei Focolari.
Questo il commento di Baggio sulla presenza dell'esponente radicale: «Vorrei sottolineare, per esempio, l’inserimento della signora Bonino nel governo, posta in un luogo come gli Esteri, che lei ha sempre vissuto in chiave soprattutto di diritti umani e di diritti dei popoli piuttosto che di rapporti tra gli Stati. Anche questa, vorrei sottolineare, è una scelta che a me sembra positiva». Per il politologo cattolico il governo «nell’insieme è un’equipe efficiente che ha saputo mettere le persone giuste nel posto dove possono rendere».
Di tutt'altro avviso è invece Stefano Fontana, direttore dell'Osservatorio internazionale Cardinale Van Thuan sulla Dottrina sociale della Chiesa che in un editoriale pubblicato su la nuova Bussola quotidiana ha scritto: «Va bene (Emma Bonino) è stata Commissaria dell’Unione Europea, dove si occupava dei profughi.
Ma non sembra una cosa sufficiente ad accreditarla agli Esteri. Va bene, a suo tempo i radicali avevano lanciato la famosa campagna contro la fame nel mondo. Ma nemmeno questo sembra sufficiente. La sua carriera politica l’ha fatta in Italia e su tutt’altri temi. È esperta in abolizione delle droghe, in campagne per il suicidio assistito, in aborti aperti a tutte». «E’ vero – continua Fontana – che la Bonino non è a capo di un ministero in cui avrebbe potuto fare devastazioni, come per esempio quello della Salute. Però il ministero degli Esteri ha anche molte competenze in fatto di collaborazione internazionale con risvolti etici molto delicati e importanti. Si sa che l’Europa è la maggiore finanziatrice dell’aborto nel mondo. Si sa che le agenzie ONU stanno promuovendo aborto e ideologia del gender nei Paesi in via di sviluppo.
Sappiamo che spesso i programmi internazionali per lo sviluppo contemplano pianificazione forzata delle nascite compresi sterilizzazione e aborto. Al ministero degli Affari esteri Emma Bonino può dare impulso a queste politiche internazionali disumane ed appoggiare significativamente le già tristemente attive ong e le stesse agenzie delle Nazioni Unite».

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